Recensione Libro Frankenstein

Citazione “Nulla è più penoso per lo spirito umano, dopo i sentimenti provocati da una rapida successione di eventi, dalla mortale calma che ad essi succede, calma che nega all'animo sia la speranza che la paura.”
Frankestein di Shelley
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Di cosa parla Frankenstein di Mary Shelley

Frankenstein è la creazione che distrugge, è un amore vissuto a metà. Il romanzo di Mary Shelley, scritto nel 1816, è ambientato a Ginevra alla fine del 1700.

Un ragazzo, Victor Frankenstein, in seguito alla morte della madre, che aveva contratto la scarlattina, per superare il dolore della perdita, affascinato da sempre dalla medicina, comincia a studiare la creazione di un essere perfetto, che sia più intelligente dell’uomo, che non abbia punti deboli, che goda sempre di buona salute e che sia utile agli altri. Inizia così a frequentare un’importante Università in Germania, dove cerca di carpire tutti i segreti della scienza dai suoi professori che stimano le capacità incredibili del giovane.

Frankenstein trascorre le sue nottate nei cimiteri per studiare la decomposizione dei corpi e riuscire a comprendere il modo per generare la creatura mostruosa che aveva in mente. Il risultato però non è quello contemplato in origine e il ragazzo si trova ad aver di fronte un essere completamente diverso rispetto al progetto iniziale.

Un mostro, una creatura di brutto aspetto, con una forza sovrumana e ingestibile, che uccide il fratello Guglielmo facendo cadere il sospetto sulla governante della famiglia. La donna, ingiustamente colpevolizzata, muore in prigione rassegnata al suo destino.

Le vicende che seguono sono un intreccio di fatti che porteranno Frankenstein e il mostro da lui creato a rincontrarsi. Sarà allora che l’essere abominevole chiederà al suo inventore di affiancargli una donna, una creatura simile a lui, promettendogli, in cambio, di andarsene in America del Sud.

Inizialmente il ragazzo decide di rimettersi a studiare per creare un mostro con le sembianza femminili, ma in un secondo momento, distrugge la sua opera e ,scoperto dal mostro, è costretto a scappare in Irlanda, dove, viene arrestato per aver ucciso un suo amico, morto invece per mano del mostro. In seguito alla sua liberazione Victor torna in Svizzera dove sposa Elisabetta, che verrà uccisa poco dopo dall’orribile creatura.

L’avventura di Franknstein però non finisce qui, prosegue con un desiderio irrefrenabile che lo spinge a voler vendicare tutte le persone morte a causa sua per mezzo del mostro, ma qualcosa impedisce la sua realizzazione, mentre l’essere abominevole acquisisce un animo che si avvicina molto a quello umano e lo spinge a vivere il senso di colpa per il dolore provocato.

Dietro questa storia spettrale e coinvolgente, c’è la mano di Mary Shelley, una scrittrice che ha rivoluzionato la morale dell’Ottocento ed è riuscita a dar vita a un romanzo che pone il desiderio dell’uomo alla pari con la possibilità dell’essere divino attraverso la creazione.

È così che Mary Shelley in Frankenstein mette in risalto l’esigenza dell’uomo di sentirsi un Dio riuscendo a generare un essere che tenda alla perfezione. L’uomo però non è in grado di controllare un progetto tanto ambizioso e complicato come la creazione, e alla fine riesce a creare un mostro spaventoso che,  nonostante la sua apparenza, nasconde dentro di sé un’anima nobile.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

2 Comments on “Recensione Libro Frankenstein”

  1. L uomo cerca Dio dove non c è.
    La creazione umana avviene costantemente. Per mezzo dell’ uomo e non di Dio.
    La perfezione è ovunque, in ogni creatura.
    L uomo è avvinto da un costante senso di inutilità , per questo immagina un Dio come antagonista o come essere venerabile.
    La debolezza dell’ uomo sta nella disattenzione .
    L uomo non partecipa alla magnificenza della natura. Si sente superiore e per tanto non è in grado di goderne.

  2. Ho seguito mio figlio nell’ascolto dell’audiolibro e alla fine abbiamo commentato proprio come voi: l’uomo ha voluto paragonarsi a Dio ma non c’è riuscito perchè non ha amato la sua creatura per quello che era, come fa Dio con noi. Infatti l’ha voluta giudicare solo dalle apparenze e ha tentato, fino alla fine, di “scaricare” la colpa dei suoi errori sull’ essere che, almeno fino al primo incontro ravvicinato con gli uomini, aveva creato buono, sensibile, desideroso di imparare ,preoccupato di non creare paura negli altri… con un unico “difetto” (se di difetto si può parlare) : quello di desiderare al proprio fianco almeno una persona da amare e dalla quale farsi amare.

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