Recensione Libro L’altra metà del mondo

Citazione È vero che impariamo ad amare qualcuno quando non l'abbiamo più accanto.
L'altra metà del mondo
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Di cosa parla L’altra metà del mondo di Gabrielle Zevin

L’altra metà del mondo di Gabrielle Zevin è un romanzo pubblicato dalla  L’altra metà del mondo di Gabrielle Zevindopo il successo del suo libro precedente La misura della felicità, storia che ha appassionato i lettori per la sensibilità della scrittrice, che non si smentisce neppure in quest’ultima pubblicazione.

Ne L’altra metà del mondo abbiamo a che fare con un uomo, N., che decide di scrivere una lettera alla figlia Jane per raccontarle della madre, che lei non ha mai conosciuto, questa donna che ci appare complessa, confusa, difficile da collocare, troppo dissimile agli altri e per questo intrigante.

Attraverso i ricordi di N. che scorrono e le parole scritte alla figlia, conosciamo non solo Margaret, ma anche tutto ciò che legava i due giovani, che hanno vissuto il loro amore con spensieratezza e passione fino a un certo punto per essere poi coinvolti e sconvolti da vari eventi, inoltre abbiamo modo di scavare nella psiche contorta di questa donna che si riflette in tante personalità ben contraddistinte.

I due protagonisti de L’altra metà del mondo si conoscono all’università, lui è assistente universitario, lei è una studentessa. Dopo essersi frequentati per un po’ e aver provato un forte coinvolgimento emotivo, si dirigono verso la città natale della ragazza, da cui lei ha preso il nome: Margaretown, un luogo misterioso, popolato di sole donne, posto in cui accadono cose incredibili.

Qui N. avrà modo di conoscere le tante Margaret che si trova dinanzi, quella bambina, l’adolescente, l’adulta e l’anziana scoprendo ogni lato di lei, ogni suo modo di essere e avendo la possibilità di sapere come la sua personalità evolverà nel tempo; insomma la sua donna non può davvero nascondergli nulla mostrandosi in tutte le sue varianti.

Margaret apparirà cupa o splendente a seconda dei giorni, fragile e spigolosa a seconda degli anni che ha, con umori spesso contrastanti, a volte sin troppo, ma che in fin dei conti la rendono autentica facendo innamorare sempre più il suo uomo nonostante tutte le sue stranezze.

Inizialmente, per il lettore, capire cosa stia realmente accadendo nella vita dei due fidanzati è complicato, si gioca sulla fragilità di Margaret e sull’incomprensione iniziale di N. spaesato da una ragazza spesso intangibile ed eclettica. Oltretutto N. è reduce da un incidente che potrebbe aver distorto la sua percezione della realtà il che, legato a tutto questo dire e non dire da parte di Gabrielle Zevin, crea un grande interesse nel lettore, spinto sempre più a comprendere il succo e la verità della storia.

L’altra metà del mondo è un libro d’amore che induce a fare i conti con la complessità dell’essere umano, mai uguale a se stesso e non del tutto comprensibile. Inoltre, il lettore avrà modo di ragionare sul divenire di una persona che si porta dietro un bagaglio di esperienze e modi di fare che lo renderanno poi ciò che sarà nel tempo futuro.

Insomma grandi riflessioni in questo libro, non banale, per nulla scontato, la cui storia per lungo tempo viene presentata dietro un velo per creare il giusto mistero e il pathos che servono per appassionarsi alle vicende dei due protagonisti.

La misura della felicità, il libro precedente di Zevin, mi aveva scosso per l’immediatezza con cui la storia era riuscita a coinvolgermi, attirandomi nella rete ben intessuta da parte dell’autrice, L’altra metà del mondo, invece, non ha avuto la stessa capacità d’incantarmi inizialmente, ma tutti gli spunti interessanti che mi ha dato e la splendida idea da cui si evolve la storia, sono stati la prova di quanto questa scrittrice sia in grado di scavare nell’anima del lettore.

Concludo la recensione di questo libro con una citazione: “In sua assenza, capii che cosa significhi avere fede ed essere come una di quelle persone che credono in Dio. Ogni sera andavo a dormire con un pensiero: Amo questa donna. Ogni mattina mi svegliavo pensando alla stessa cosa: Amo questa donna. E questo è un deliberato atto di fede. Un atto di volontà. Svegliarti ogni mattina e credere che un aspetto qualsiasi della tua vita rimarrà costante significa avere fede. Anche se non fosse più tornata da me, sapevo che avrei continuato ad amarla.”

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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