Recensione libro “Vita migliore”

Citazione "Io non so che dire. Non mi viene da piangere, ma vorrei piangere. Non mi viene da fare niente."
Vita migliore di Nikola P. Savic
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Di cosa parla “Vita migliore” di Nikola P. Savic

“Vita migliore” è il romanzo d’esordio dello scrittore Nikola P. Savic, in cui si racconta la storia di Deki, un adolescente serbo che si trasferisce da Belgrado in Italia poco prima dello scoppio della guerra nella ex Jugoslavia. Il romanzo si apre con il racconto della vita di Deki e del suo gruppo di amici a Belgrado, nelle strade di quartiere.

I ragazzi vivono con disinvoltura la loro adolescenza, tra risse, ragazze e scuola. Dalle pagine di Savic saltano agli occhi le leggi di quartiere, così simili a qualsiasi parallelo. Il rispetto e l’appartenenza al gruppo, la spavalderia e la voglia di affermarsi fanno di Deki, Piccolo sale, Scabbia, Mihailo e degli altri ragazzi del quartiere una vera e propria banda.

Deki è figlio dell‘Ingegnere, affascinate uomo tendente all’adulterio, e la Sve, una bellissima donna capace di saltare le sale d’attesa di qualsiasi istituzione. La famiglia di Deki si trasferisce in Italia e il protagonista del romanzo è costretto ad abbandonare tutto ciò che conosce. E’ costretto ad abbandonare soprattutto Ivana, la ragazza più grande di lui di cui è perdutamente innamorato.

Nel corso di “Vita migliore” Deki torna a Belgrado con qualche anno in più, ritrovando i suoi amici, trasformatisi da teppistelli a criminali di professioni. Ritrova le strade del quartiere così come le ricordava, ma scopre anche che le regole sono cambiate. Il suo ritorno a Belgrado è breve, si tratta solo di qualche settimana di vacanza, ma il tempo basta per ritrovare Ivana e guardare con occhi più maturi a situazioni lasciate in sospeso.

Sullo sfondo del romanzo si muove silenziosa e quasi impercettibile la guerra: quella sanguinosa condotta da Slobodan Milošević. Entra nel romanzo in paio di punti, prima toccando uno dei protagonisti, poi come un sogno ad occhi aperti.

Nikola P. Savic ha uno stile molto asciutto, la scrittura è serrrata e il romanzo si lascia leggere. La narrazione, però, sembra avere qualche freno, come se non fosse stato raccontato tutto. In alcuni punti del romanzo si ha la sensazione che lo scrittore stia preparano il terreno per far succedere qualcosa, ma poi tutto si risolve in un punto e a capo.

Il romanzo racconta la storia di una famiglia costretta ad emigrare per sfuggire alla guerra, ma c’è qualcosa in “Vita migliore” che rende le vicende umane di Deki quasi asettiche e, di conseguenza, poco coinvolgenti.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it

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