Intervista scrittrici Alessandra e Chiara Tumolo

Intervista autrici Alessandra e Chiara Tumolo .
Alessandra e Chiara Tumolo
In questa pagina sono presenti link affiliati
Compra su amazon.it

La redazione del sito Recensione Libro.it intervista le scrittrici Alessandra e Chiara Tumolo autrici del libro “La parte migliore”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “La parte migliore”, cosa direste?

Alessandra:
Il senso del libro sta nel capire che la storia ha la tendenza a ripetersi. In epoche diverse, con attori diversi, ma i fatti salienti sono sempre gli stessi: occorre far presente ai giovani che gli anziani di oggi erano i giovani di ieri, con le stesse paure, ambizioni, sogni, desideri. Bepi e Gelmina rappresentano i giovani di tutto il mondo e di tutte le epoche.

Chiara:
Due giovani attraversano, con le esperienze della loro vita quotidiana, fatti e vicende di brutalità e miseria. Eppure non perdono la speranza e la fiducia che il futuro possa rappresentare per loro una possibilità di manifestare la coerenza, l’umanità e la comunione di intenti pacifici.
E proprio per queste loro caratteristiche molto semplici, possono essere un modello per i giovani di oggi, per aiutarli a meglio interpretare le attuali vicende mondiali.

Da dove nasce l’ispirazione e il desiderio di raccontare la storia d’amore dei vostri nonni?

Alessandra:
L’ispirazione è nata dal ritrovamento di alcuni documenti d’archivio sugli IMI di San Martino Buon Albergo. Inizialmente si pensava di scrivere un semplice resoconto, ma poi ci siamo chieste ma come si saranno sentiti in quel momento, come avranno vissuto i fatti storici? E da lì sono poi nate altre domande, per esempio come si saranno conosciuti, innamorati, cosa avranno progettato insieme, quali saranno stati i loro sogni e le loro ambizioni? Quali difficoltà avranno dovuto affrontare? E così abbiamo deciso di costruire una storia, basata su fatti ma anche immaginazione.

Chiara:
Una collega mi ha fatto leggere una relazione, scritta con sua sorella, sulle vicende belliche vissute dal nonno, fino alla richiesta del riconoscimento I.M.I. con la medaglia consegnata dal sindaco alle nipoti. Nel dialogo intercorso sono venuta a conoscenza della possibilità di recuperare il foglio matricolare di mio nonno. A quel punto ho coinvolto Alessandra con l’iniziale intento di relazionare i passaggi militari in una semplice relazione.
Ma mia sorella ha esordito: “E perché invece non proviamo a scrivere un romanzo?”

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le vostre parole? Quale segno vorreste lasciare in loro?

Alessandra:
Per me la cosa importante è che i ragazzi di oggi si rendano conto che la storia non è qualcosa che esiste solo nei libri di scuola.
La storia è la voce di chi è venuto prima di noi, di chi ha lottato per la libertà e diritti che oggi diamo per scontati.
Come ho detto sopra se dimentichiamo il passato, rischiamo di ripetere gli stessi errori, rischiamo di perdere ciò che altri hanno conquistato con sacrificio. Ogni volta che scegli di informarti, di ascoltare, di ricordare, stai costruendo un futuro più giusto e diventi il protagonista del cambiamento. Se non sai da dove vieni non puoi sapere dove stai andando e diventi facile preda della manipolazione.

Chiara:
Il nonno non ha mai raccontato il “brutto” della guerra, solo qualche aneddoto più o meno divertente. Nemmeno i libri scolastici presentano oggettivamente i fatti storici.
Credo anch’io, come mia sorella, che sia fondamentale aprire gli occhi, perché ciò che è accaduto nella prima metà del secolo scorso, si possa, ahimè, ripresentare… e di fatto sta già accadendo in molte parti del mondo.
Tutti noi abbiamo il dovere morale di “essere vigili” e agire per l’umanità. È questo l’insegnamento della storia dei nostri nonni.

Cosa vi piace di più di ciò che avete scritto? Una frase in particolare, un concetto, l’ambiente, una sensazione, una storia?

Alessandra:
A me è piaciuto immaginare la personalità di Bepi e Gelmina e scrivere come se fossi loro, immedesimarmi nei loro pensieri, nelle situazioni. Soprattutto l’esperienza di Bepi e dell’amico Tonio in Etiopia, come dei giovani semplici, non istruiti abbiano saputo intuire che si stava attuando qualcosa di drammatico davanti ai loro occhi, qualcosa di cui loro malgrado, si trovarono ad essere protagonisti e che non li avrebbe abbandonati mai.

Chiara:
Mi è particolarmente piaciuto recuperare la narrazione degli anni di guerra recuperata dai racconti degli anziani che l’hanno veramente vissuta, ben raccolta nel sito del comune di S. Martino B. A..
Lasciare traccia delle esperienze umane è, a mio avviso, un modo per dare pieno valore alla Storia.

Perché pensate che i lettori debbano leggere il vostro libro?

Alessandra:
Per non dimenticare.

Chiara:
Perché possono respirare com’era la vita dei nonni/bisnonni, quando non c’erano né cellulari, tantomeno accesso immediato alle notizie. Eppure la vita procedeva secondo ritmi di credenze, convivialità e solidarietà. Questi valori sembrano oggi difficili, ognuno è chiuso nel suo piccolo mondo. Anche se veniamo informati quotidianamente di quanto accade dall’altra parte del mondo, spesso non ci preoccupiamo di ciò di cui potrebbe avere bisogno nil nostro vicino di casa.
Mi piacerebbe che la nostra storia aprisse delle domande e dei cambiamenti.

Se doveste utilizzare tre aggettivi per definire “La parte migliore. La storia di Bepi e Gelmina”, quali usereste?

Alessandra:
Illuminante, profetico, magico.

Chiara:
Eroico, appassionante, intimo.

Quale romanzo avete letto quest’anno che vi ha maggiormente colpito e consigliereste?

Alessandra:
“Il giardiniere e la morte” di Georgi Gospodinov: Un romanzo che affronta il tema della malattia e della memoria.

Chiara:
“La portalettere” di Francesca Giannone, un romanzo sulla forza femminile.

Adesso è arrivato il momento di porvi una domanda che nessuno vi ha mai fatto ma a cui avreste sempre voluto rispondere

Alessandra:
Cosa faresti di diverso se tornassi indietro e fossi ventenne di nuovo?
E la risposta è TUTTO, tranne viaggiare ed andare a vivere a Londra!!!

Chiara:
Cosa avresti fatto se non fossi diventata un’insegnante?
Mi è sempre piaciuto leggere, e leggere ad alta voce per gli altri, sia bambini che adulti.
Probabilmente avrei scelto un percorso che mi avrebbe permesso di leggere ad alta voce.
C’è un mondo dietro la lettura, dal teatro alla relazione intimistica, fino ad una specie di magia!

Per maggiori informazioni e acquisto libro: Amazon.

Condividi che fa bene

Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.