La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Alessandra Maltoni autrice del libro “Sogni e colori – Viaggio attraverso il Venezuela”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Sogni e colori”, cosa diresti?
“Sogni e colori” è più di un semplice diario di viaggio. È un viaggio emozionale e visivo nel cuore del Venezuela, filtrato attraverso gli occhi di mia sorella e la mia sensibilità artistica. Il libro racconta come i colori, le sensazioni e le esperienze di un luogo possano trasformarsi in arte e poesia, superando la semplice narrazione per diventare un’esperienza sensoriale completa.
Da dove nasce l’idea che ti ha portato a scrivere con una forma differente il diario di viaggio in Venezuela di tua sorella?
L’idea è nata dalla necessità di rendere omaggio al viaggio di mia sorella e cognato in un modo che rispecchiasse la sua essenza e la mia passione. Leggendo il loro diario, non vedevo solo parole, ma immagini, colori, odori e suoni. Ho sentito il desiderio di tradurre queste sensazioni in qualcosa di tangibile, utilizzando una prosa evocativa e, idealmente, affiancando i racconti di mia sorella con illustrazioni, per dare vita a una narrazione che fosse al tempo stesso personale e universale.
Cosa pensi abbia in più o in meno questo libro sul Venezuela rispetto ad altri racconti di viaggio?
A mio avviso, “Sogni e colori” ha in più una dimensione intima e onirica. Non si concentra solo su dati geografici o aneddoti turistici, ma esplora il legame profondo tra un viaggiatore e il luogo visitato, mettendo in luce l’impatto emotivo del viaggio. È un racconto meno didascalico e più introspettivo, che cerca di catturare l’anima del Venezuela attraverso la sensibilità di chi lo ha vissuto. Forse ha in meno la completezza di un’enciclopedia turistica, ma guadagna in autenticità e in profondità emotiva.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che i lettori comprendessero che il viaggio non è solo spostamento fisico, ma una trasformazione interiore. Spero che riescano a vedere il Venezuela non solo come un paese, ma come un’esplosione di colori e sentimenti. Il segno che vorrei lasciare è un invito a guardare il mondo con più meraviglia e a credere nella bellezza che si può trovare anche nelle piccole cose, incoraggiandoli a trasformare le loro esperienze in qualcosa di creativo e significativo.
Cosa ti piace di più di ciò che hai scritto? Una frase in particolare, un concetto, l’ambiente, una sensazione, una storia?
La cosa che mi piace di più è la sensazione di aver creato una tela in cui si fondono il reale e l’immaginario. Se devo scegliere una cosa in particolare, direi che è la capacità di evocare i colori del Venezuela. Mi piace la descrizione del colore, del verde lussureggiante e dei cieli infuocati del tramonto, delle immersioni. Ho cercato di far sì che ogni riga sapesse di sole e di avventura.
Perché pensi che i lettori debbano leggere il tuo libro?
Penso che i lettori debbano leggere “Sogni e colori” perché offre una prospettiva diversa sul viaggio. È una fuga dalla realtà che non si limita a descrivere un luogo, ma invita a sognare e a sentire. È un’esperienza di lettura che nutre l’anima, che permette di viaggiare con la mente e con il cuore, scoprendo un Venezuela che va al di là delle notizie e delle guide turistiche.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Sogni e colori”, quali useresti?
Evocativo, onirico, colorato.
Quale romanzo hai letto quest’anno che ti ha maggiormente colpito e consiglieresti?
Quest’anno mi ha colpito molto Dietro la leggenda, l’uomo, il soggiorno ravennate di Lord Byron di Patrizia Bianchetti . La sua capacità di descrivere la complessità del poeta inglese mi ha colpita, l’evoluzione della poesia inglese unità a quella dantesca in un contesto sociale e storico in continua trasformazione, è semplicemente magistrale. Consiglio questa lettura a chiunque cerchi una storia profonda, avvincente e ricca di creazione culturale..
Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.
Domanda: Se potessi viaggiare indietro nel tempo e dare un solo consiglio a te stessa prima di iniziare a scrivere questo libro, quale sarebbe?
Risposta: Le direi di fidarsi di più del proprio istinto creativo e di non avere paura di deviare dai canoni tradizionali. Le direi di non preoccuparsi della perfezione, ma di lasciarsi guidare dalle emozioni e dalle sensazioni che le hanno ispirato la scrittura, perché è proprio in quella spontaneità che si trova la vera forza del libro.
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