La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Irene Mazzotta autrice del libro “Il posto in cui abita il tuo cuore”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Il posto in cui abita il tuo cuore”, cosa diresti?
È un romanzo semplice ma ricco di riflessioni.
Credo sia molto “vicino” a ciò che la vita ci pone quotidianamente: situazioni o episodi che ci portano a riflettere su come possiamo essere più empatici, toccare la vita con più sensibilità, credo che il cuore di ognuno di noi possa dirigerci verso direzioni umane buone, semplici e d’amore.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a raccontare di legami, di radici, di un passato importante e di rinascita?
L’ispirazione del romanzo nasce da lontano, ho voluto ripercorrere alcuni momenti della mia vita dove mi sono resa conto di sentirmi la protagonista assoluta e la responsabilità umana di agire nei confronti del prossimo e di me stessa nel modo più profondo possibile.
Ho cercato di porre attenzione ad ogni sentimento che mi ha attraversata: dall’inizio della mia vita da “adulta” ad oggi…credo che ci siano momenti in cui la nostra storia ci obbliga a fermarci e guardare ciò che ci attraversa con rispetto, impegno e gratitudine.
Ammetto che, la maternità, mi ha dato un’ulteriore “spinta” nel guardare dentro al cuore delle persone che ho incontrato durante questo viaggio e non meno importante, a guardarmi dentro.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che i miei lettori comprendessero che alla fine di tutto, siamo tutti uguali.
Siamo fatti di sentimenti e che dovremmo cercare di sorridere al prossimo ed essere meno giudicanti.
Cercare sempre di tendere la mano, di compiere un gesto sincero perché c’è sempre qualcuno che ha bisogno di un nostro sorriso.
Cosa ti piace di più di ciò che hai scritto? Una frase, un concetto, l’ambientazione, un personaggio?
Beh sicuramente la cosa a cui tengo di più tra quelle che ho scritto è il significato di “viaggio” qualcosa che ci conduce e ci trasforma ad essere ciò che siamo (qualsiasi esperienza: il lutto, il cambiamento di una casa, incontrare qualcuno di speciale, doverci tirare su le maniche per affrontare la vita, il modo in cui agiamo per far sì che tutto funzioni, affrontare gli imprevisti), con la speranza che le esperienze trascorse aprano i nostri occhi a guardare con più umanità il mondo che ci avvolge.
Perché pensi che i lettori debbano leggere il tuo libro?
Credo che sia una lettura scorrevole ma che davvero nei pensieri possa accomunare tutti noi.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Il posto in cui abita il tuo cuore”, quali useresti?
Definirei il mio romanzo così: sincero, umano e reale.
Quale libro hai letto quest’anno che ti ha maggiormente colpito e consiglieresti?
Quest’anno mi sono dedicata alla lettura dei tre libri di Valentina Mastroianni: una storia vera.
Credo di sentirmi molto vicina umanamente alla sua storia, di recente sono stata alla presentazione del suo ultimo libro e mi hanno colpito molto alcune sue riflessioni verso il nostro atteggiamento nei confronti di genitori con figli con disabilità.
Una frase che mi ha molto colpita: “avete mai invitato quella mamma o quel papà a casa vostra per una merenda o a bere un caffè?” questo mi ha fatto riflettere molto su quanto a volte preferiamo “evitare” piuttosto che tendere la mano e provare a riflettere a quanto quei genitori possano sentirsi soli, esclusi o diversi.
È importante porci anche queste domande: “cosa posso fare io nei confronti di qualcun altro per cercare di regalare un momento di serenità o spensieratezza?” o semplicemente non lasciarlo solo.
Ci saranno stati tanti momenti in cui ci siamo sentiti soli o incompresi, a me è capitato spesso e tutt’oggi ammetto che succede, di sentirmi solo, soprattutto durante la maternità, non oso immaginare cosa possa provare chi magari affronta situazioni critiche quotidianamente o deve fare i conti con problematiche che non possiamo nemmeno immaginare.
Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere
La domanda che farei a me stessa, forse scontata e banale ma che in realtà se ci penso nessuno mi ha mai posto è: “Irene, sei felice?” credo oggi che la felicità sia tanto tanto soggettiva e che ognuno di noi la viva diversamente.
Per me la felicità è fatta di istanti.
Momenti in cui il cuore si riempie d’amore: la risata di mio figlio, un suo bacio, un suo abbraccio, lo sguardo del mio compagno pieno d’amore nei miei confronti, una giornata al parco trascorsa assieme, un pic nic con le mie amiche, il sole caldo che entra dal finestrino della mia macchina mentre torno a casa, l’odore del mare e il rumore delle onde che si infrangono tra le rocce, il bacio di mia nonna (che ero non c’è più).
La mia felicità è potermi soffermare di fronte a tutte queste cose, piccole o grandi che siano e poterne godere anche solo per un istante.
Per maggiori informazioni e acquisto: Amazon.