La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Graziella Simeone Adwan scrittrice del libro “Il tempo dei Malìer – Ludmilla”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Il tempo dei Malìer – Ludmilla”, cosa diresti?
“Il tempo dei Malìer – Ludmilla” è la storia di una trasformazione. Non solo quella della protagonista, ma
anche del mondo che la circonda. Un viaggio tra luce e oscurità, tra magia e carne, in cui il confine tra bene e male non è mai netto. È la voce di chi è stato spezzato e decide di ricomporsi a modo suo, diventando qualcosa di nuovo, e forse di pericolosamente vero.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a raccontare una storia che fonde tanti generi in modo da dare al lettore una storia complessa e originale?
Nasce da una ribellione interiore: non riuscivo a incastrare le mie storie in un solo genere. Volevo il sangue dei vampiri, la luce delle fenici, la malinconia delle streghe e la razionalità del mondo moderno… tutto insieme. Il tempo dei Malìer è nato così: come una creatura ibrida, come la sua protagonista. Volevo che fosse impossibile da classificare, perché anche noi, in fondo, non ci lasciamo mai chiudere in una sola definizione.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Vorrei che sentissero che anche nel dolore più oscuro può germogliare qualcosa di luminoso. Che la fragilità non è una colpa, e che ognuno ha il diritto di scegliere chi diventare, anche se la propria origine è fatta di ombre. Se dopo aver letto il mio libro si sentiranno un po’ meno soli nelle loro contraddizioni, allora avrò scritto qualcosa di utile.
Cosa ti piace di più di ciò che hai scritto? Una frase, un concetto, l’ambientazione, un personaggio?
Amo Ludmilla, con tutti i suoi graffi e le sue spine. Ma se dovessi scegliere una cosa sola, direi: il concetto di doppio.
Ogni personaggio ha un riflesso, un lato nascosto, un legame speculare. Questo gioco di specchi attraversa tutta la saga e mi permette di scavare sempre più in profondità.
Anche dove fa paura.
Perché pensi che i lettori debbano leggere il tuo libro?
Perché non li tratterà mai da stupidi. Non offre risposte semplici, ma domande necessarie. È una storia che pretende attenzione, che seduce e morde allo stesso tempo. Chi ama i personaggi imperfetti, le atmosfere cupe, ma anche la possibilità di redenzione… troverà casa.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Il tempo dei Malìer – Ludmilla”, quali useresti?
Sfrontato, viscerale, visionario.
Quale libro hai letto quest’anno che ti ha maggiormente colpito e consiglieresti?
“Raccolto del sangue” di Sharon Bolton. Un thriller che danza sul filo del paranormale, inquietante al punto giusto e scritto con uno stile che ti avvolge come nebbia. Lo consiglio a chi ama sentire la tensione scorrere sottopelle, le atmosfere gotiche e claustrofobiche.
Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere
Domanda: Se tu potessi rinascere in una delle creature del tuo romanzo, chi saresti?
Risposta: Sarei una Malìer traghettatrice. Perché amo stare sul confine tra i mondi. Tra il prima e il dopo, tra ciò che si è stati e ciò che si diventerà. Portare qualcuno oltre, senza sapere se tornerà lo stesso… è forse la forma più onesta di amore e di mistero.
Una chicca.
In ogni libro è sempre presente un pezzo della mia vita, o di quella che è stata.
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