Recensione Libro “Anelli di fumo”

Citazione "Di queste e altre cose, altrettanto futili, si alimentavano i giovani del mio tempo. Forse perchè privati del superfluo negli anni immediatamente seguenti la fine della guerra."
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Di cosa parla “Anelli di Fumo” di Ario Gnudi

“Anelli di fumo” è la storia di Ario Gnudi che attraverso avvenimenti personali, racconta la Bologna e l’Italia degli anni sessanta. Fatti personali che, inevitabilmente, risentono anche degli impulsi derivanti dal mondo circostante.

Dall’infanzia a qualche anno più in là dell’adolescenza, dal 1958 al 1968 lo scrittore ci conduce attraverso una società che muta velocemente, e che fatica a far convivere generazioni così diverse. Il centro del libro è la vita del protagonista che, bambinetto prima e ragazzo poi, dimostra come certi modi di essere non cambiano con l’età, mentre altre esperienze forgiano il carattere.

Il piccolo Ario, infatti, ha una carriera scolastica scoraggiante: nonostante non sia mai stato bocciato, le sue promozioni si basano su un misto di fortuna, lieve impegno e senso di colpa. L’incubo di dover diventare tassista come suo padre, che con grande sacrificio porta avanti la famiglia e fa quadrare i bilanci in maniera quasi magica, incombe ogni anno sulla non certo brillante carriera scolastica del protagonista.

Una delle principali distrazioni di Ario sono le ragazze, ma in modo assolutamente diverso da come, generalmente, gli adolescenti sono attratti dai rapporti con l’altro sesso. Il protagonista di “Anelli di fumo” ha conosciuto precocemente il fuco insaziabile dell’innamoramento e, rimasto scottato dalle esperienze, è tutto preso dal tenersi alla larga dalle ragazze, pur essendone palesemente attratto.

Inutile dire che questo atteggiamento, unito al carattere introverso, lo fanno risultare estremamente interessante agli occhi delle ragazze: un cane che si morde la coda. Ad accompagnare le evoluzioni della vita del protagonista del romanzo di Ario Gnudi, tanta musica e soprattutto, moltissimo cinema.

Il narratore, infatti, scandisce il tempo che passa attraverso le hit musicali del tempo e le uscite cinematografiche italiane ed internazionali. Così, nei ricordi vividi di un passato che non abbandona mai, Billy Wilder, Stanley Kubrick e Sergio Leone, si trovano a braccetto con Francesco Guccini, e Gianni Morandi, immancabili animatori delle notti bolognesi degli anni sessanta.

Un libro bello, che da dentro guarda fuori e viceversa: attraverso gli avvenimenti della vita di una persona comune, “Anelli di fumo” ripropone strutture, credenze e archetipi della società italiana degli anni ’60.

Facendo riferimento alla sua storia personale e considerando che “Anelli di fumo” è la sua opera prima, si può serenamente sorvolare su qualche passaggio un po’ più lento per gustare a pieno la descrizione genuina di uno spaccato di storia italiana.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it