Recensione Libro Atti osceni in luogo privato

Citazione “L'osceno è il tumulto privato che ognuno ha, e che i liberi vivono. Si chiama esistere, e a volte diventa sentimento.”
Atti osceni in luogo privato
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Di cosa parla Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli

Ho letto Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli come se ascoltassi una lunga canzone dei Baustelle e già a metà mi sono reso conto che mi sarebbe rimasto dentro per un po’, che è proprio il libro che avrei voluto scrivere.

Influenzato da Camus e Salinger, Marco Missiroli crea un bellissimo romanzo di formazione attento da un lato all’esistenza fragile del protagonista e dall’altro al vigore tardivo della sua esperienza erotica.

Molti sono gli elementi che concorrono alla crescita del protagonista. La sua schiena è carica di Parigi e il lavoro al Deux Magots, dove incontra e entra nel mondo di Jean-Paul Sartre, e della Milano universitaria con i pranzi sulle scalinate della chiesa di Sant’Alessandro, ma anche quella notturna dei bar sui Navigli.

Ci sono libri, primi fra tutti Lo Straniero di Camus e Il deserto dei Tartari di Buzzati, nei quali ritrova se stesso come umanità sempre alla ricerca, e i film visti all’Anteo, tra i vari Scola e i Full Metal Jacket.

La sua crescita avviene anche grazie a un gatto, Palmiro Togliatti, che come lui è slegato dalla realtà e vive in un mondo interiore, insieme sono come “isole senza mare prossime all’oceano”.

Ma soprattutto nel libro Atti osceni in luogo privato di Marco Missiroli sono presenti le donne, forse le vere protagoniste del romanzo, che dipanano la matassa aggrovigliata della vita attraverso la sessualità e aiutano la voce narrante a rendere giustizia al nome che porta: Libero.

Recensione scritta da Matteo de Mitri

Trama del romanzo Atti osceni in luogo privato

Questa è una storia che comincia una sera a cena, quando Libero Marsell, dodicenne, intuisce come si può imparare ad amare. La famiglia si è da poco trasferita a Parigi. La madre ha iniziato a tradire il padre. Questa è la storia, raccontata in prima persona, di quel dodicenne che da allora si affaccia nel mondo guidato dalla luce cristallina del suo nome.

Si muove come una sonda dentro la separazione dei genitori, dentro il grande teatro dell’immaginazione onanistica, dentro il misterioso mondo degli adulti. Misura il fascino della madre, gli orizzonti sognatori del padre, il labirinto magico della città. Avverte prima con le antenne dell’infanzia, poi con le urgenze della maturità, il generoso e confidente mondo delle donne. Le Grand Liberò, così lo chiama Marie, bibliotecaria del IV arrondissement, dispensatrice di saggezza, innamorata dei libri e della sua solitudine, è pronto a conoscere la perdita di sé nel sesso e nell’amore.

Lunette lo porta sin dove arrivano, insieme alla dedizione, la gelosia e lo strazio. Quando quella passione si strappa, per Libero è tempo di cambiare. Da Parigi a Milano, dallo Straniero di Camus al Deserto dei Tartari di Buzzati, dai Deux Magots, caffè esistenzialista, all’osteria di Giorgio sui Navigli, da Lunette alle “trentun tacche” delle nuove avventure che lo conducono, come un destino di libertà, al sentimento per Anna.

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Recensione scritta da

Matteo de Mitri

Presentazione Matteo de Mitri Lettore convinto, amante dello strano, polemista per passione, un po' contemporaneo e un po' classico.

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