Biografia scrittore Stefano Fiore

Vita e pubblicazioni Stefano Fiore autore del libro "A me non è permesso".
A me non è permesso di Stefano Fiore
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Chi è lo scrittore Stefano Fiore autore del libro “A me non è permesso”

Stefano Fiore nasce a Messina nel 1960 e si trasferisce a Roma nel ’64.
Nel 1979 consegue la maturità classica presso l’Istituto “M. Massimo” di Roma. e si laurea nel 1984 in Scienze Politiche, presso la LUISS di Roma.
Negli anni che vanno dal 1988 al 2009 lavora da analista-programmatore presso la Data Base Informatica, poi assorbita nell’EDS (Electronic Data Systems).

Dal 2001 al 2017 è insegnante di grafologia presso l’Agif, Associazione Italo-francese di Grafologia.
Dal 2001 fino a oggi vanta una collaborazione con la rivista dell’Agif “Il Giardino di Adone”, adesso rinominata “Il Nuovo Giardino di Adone”.
Dal 2006 al 2008 si dedica alla formazione in counseling umanistico-integrato presso l’Aspic (Associazione per lo sviluppo dell’Individuo e della Comunità).
Dal 2009 lavora come amministrativo presso il Ministero della Difesa.
Nel 2010 ottiene la laurea magistrale in Psicologia clinica e di Comunità, presso “la Sapienza” di Roma.
Dal 2012 al 2015 frequenta (senza conseguimento di titoli) della scuola di sessuologia clinica presso l’ISC (Istituto di Sessuologia Clinica) di Roma.

Pubblicazioni di Stefano Fiore

Con Ornella D’Aleo,
“Le psicopatologie nella scrittura”
Biblioteca di Orfeo, 2016;

Con Edoardo Giusti,
“La personalità schizoide. Per nativi digitali e informatici consapevoli”
Armando, 2022;

Con Paola Urbani,
“I test proiettivi. Cosa sono e cosa dicono di noi”
Epsylon Editrice, 2022;

“A me non è permesso”
LuoghInteriori Edizioni, 2023.

Quarta di copertina libro “A me non è permesso”

Sapete che cos’è il meccanismo del tapis roulant? Non riguarda soltanto l’allenamento indoor ma si sostituisce metaforicamente al bisogno che tutto “scivoli liscio”, un sistema in cui si viene trasportati automaticamente davanti a ciò che desideriamo, senza sforzi. Claudio lo conosce bene. Se fosse dipeso da lui sarebbe rimasto per sempre bambino, in tranquilla e passiva attesa che l’esistenza lo conducesse verso le tappe successive della sua vita.

Claudio sogna un’esistenza senza sforzi, tuttavia finisce col perdersi in una dimensione tutta sua, che spesso lo porta a distaccarsi e a non percepire le cose al pari dei suoi coetanei. Ha sempre una certa avversione a prendere l’iniziativa, ma per fortuna varie esperienze di vita lo aiuteranno a capire la sua vera identità e ciò che lo circonda. Stare a contatto col mondo non significa soltanto guardarlo “col naso per aria”, ma equivale a incastrare il proprio modo di vivere tra gli apostrofi della vita vera e i desideri.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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