Chi cita Pasolini non lo ha letto.
Voglio solo che sappia chi si troverà davanti, preferisco parlare con chiarezza. Se non se la sentisse lo capirei, non do mica per scontato che accetti. Mio marito è un arrogatene, uno che sa come offendere le persone nell'intimo, non sarà una passeggiata.
Detestavo me stessa, la vita che conducevo, le bugie che raccontavo a casa, la lista delle buone ragioni che aggiornavo come un software per giustificarmi. Detestavo soprattutto lui, che nell’ultima telefonata non era stato all’altezza delle mie provocazioni.
Vogliamo che la persona che amiamo ci dica d’essersi innamorata di noi perché un giorno, senza neanche pensarci, l’abbiamo toccata in un punto in cui non sapeva di essere sensibile, come certe carezze che arrivano molto in fondo per conto loro.
L'ultimo esilarante romanzo dello scrittore partenopeo Diego De Silva.
Io vorrei, vorrei davvero che i dispiaceri scaduti, le persone sbagliate, le risposte che non ho dato, i debiti contratti senza bisogno, le piccole meschinità che mi hanno avvelenato il fegato, tutte le cose a cui ancora penso, le storie d’amore soprattutto, sparissero dalla mia testa e non si facessero più vedere, ma sono piedi di strascichi, di fantasmi disoccupati che vengono spesso a trovarmi.