Recensione libro Fahrenheit 451

Citazione “E' un bel lavoro, sapete? Il lunedì bruciare i luminari della poesia, il mercoledì Melville, il venerdì Whitman, ridurli in cenere e poi bruciare la cenere. E' il nostro motto ufficiale.” Continuarono a camminare e infine la ragazza domandò: “E' vero che tanto tempo fa i vigili del fuoco spegnevano gli incendi invece di appiccarli?” “No è una leggenda.”
Fahrenheit 451 di Ray Bradbury
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Di che cosa parla Fahrenheit 451 di Ray Bradbury

Fahrenheit 451 di Ray Bradbury racconta in modo coinvolgente la storia di Guy Montag, pompiere di professione. Nel futuro descritto da Ray Bradbury, però, i pompieri non sono quelli che spengono gli incendi, ma coloro che li appiccano, incendiando i libri.

I pompieri di Fahrenheit 451 hanno il compito di incendiare tutti i libri rimasti negli Stati Uniti, perché questi sono stati dichiarati illegali. Uno strano autoritarismo silenzioso tiene sotto controllo le normali attività, e la televisione viene dichiarato l’unico mezzo di comunicazione attraverso il quale è possibile ricevere notizie.

Una sera, tornando a casa dal lavoro, Guy incontra Clarisse, una ragazzina che vive vicino casa sua. Clarisse è un personaggio un po’ bizzarro, una tipa strana, incline alla farneticazione. Ciò nonostante Guy ne rimane affascinato e prova istintivamente simpatia per i suoi discorsi stralunati.

Così come Clarisse sembrava arrivata dal nulla, allo stesso modo la ragazzina svanisce dalla vita del pompiere, non prima però di aver insidiato in Guy lo strano desiderio di infrangere le regole, proprio come faceva la sua strampalata amica.

Da questo momento in poi Guy sarà assalito da una serie di dubbi e riflessioni, che gli offriranno una visione molto diversa della realtà che crede di vivere e che lo spingerà ad agire come mai avrebbe immaginato.

La fantascienza di Fahrenheit 451 è estremamente visionaria e desolante, e se si considera che il libro fu pubblicato negli anni cinquanta, appare molto all’avanguardia per i suoi tempi.

La scrittura di Ray Bradbury è serrata e coinvolgente, i fatti si svolgono nel giro di poche settimane e Bradbury riesce a tenere il lettore incollato alle pagine fino all’ultimo, nonostante in alcuni casi l’azione sia interrotta da lunghi discorsi che spiegano il funzionamento dell’immaginaria società in cui è ambientato il romanzo Fahrenheit 451.

Quello di Bradbury è un libro che a distanza di tanti anni fa ancora tanto discutere e parlare di sé; i giovani sono molto legati a questa storia e il perché lo capirete leggendolo.

Inoltre nel 1966 il regista François Truffaut ha tratto dal libro l’omonimo film.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it

3 Comments on “Recensione libro Fahrenheit 451”

  1. Non sopporto l’esasperante maschilismo di questo libro. Le donne sono delle noncuranti menefreghiste che sanno solo guardare la televisione, ridacchiare, votare in base a “quanto è alto e bello il presidente” ecc. Gli eroi e i cattivi sono maschi e sono ben consapevoli di cosa succede, le donnette sono solo una cornice, sono massa incosciente da plasmare. L’unica donna che ha capito qualcosa, neanche parla, è invece estremamente passiva, non dice niente, non fa niente, non lotta, si lascia bruciare inerte.

  2. Fahareneith 451 é un pò pesante da leggere, soprattutto nella prima parte, dove risulta decisamente sottotono sia alla saga di Sasanne Collins (Hunger Games), sia alla saga di Adler James Stark (Resurgence).
    Pur preferendo S. Collins e A.J. Stark, il libro di R. Bradbury resta comunque valido e meritevole di lettura.
    Ciò che bisogna considerare é il fatto che resta un libro “attuale”, come del resto lo sono anche quello di Suzanne Collins e Adler James Stark. Se lo consiglio? Nì, personalmente preferisco gli altri due autori.

  3. La prima metà del libro è difficile da leggere, forse perché la realtà raccontata è impregnata di futilità.
    E l’immaginario futurista lontano e sterile.
    Il personaggio femminile immaginato da Bradbury porta con se l’immagine (puramente maschilista) della donna casalinga degli anni 50. Estremizzandone gli elementi chiave: quali il suo confinamento in casa, la depressione; ma soprattutto una donna ignara della sua condizione tanto da non vederla altro che davanti ad uno schermo.

    Interessantissimo e d’avanguardia è il discorso che l’autore fa fare a Beatty il capo di Guy Montag: “Nel ventesimo secolo, il moto si accelera notevolmente. I libri si fanno più brevi e sbrigativi. Riassunti. Scelte. Digesti. Giornali tutti titoli e notizie, le notizie praticamente riassunte nei titoli. Tutto viene ridotto a pastone, a trovata sensazionale, a finale esplosivo. (…) Sunti dei sunti. (…) Fatti e problemi sociali? una colonna, due frasi, un titolo. Poi a mezz’aria tutto svanisce”.

    E’impressionante come a distanza di quasi 60 anni, mai più veritiera è la rappresentazione della diffusione e del modo di fare cultura. Della manipolazione mediatica.
    La società futura arriverà a bruciare i libri e con essi la possibilità di mettersi in gioco, di porsi le giuste domande a vantaggio di una felicità superficiale?

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