Recensione Libro I giorni del ritorno

Citazione “Riley Purefoy non pensava molto alla guerra. Non ce n’era bisogno: era parte di lui.”
I giorni del ritorno
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Di cosa parla I giorni del ritorno di Louisa Young

I giorni del ritorno di Louisa Young è il libro che fa seguito all’acclamato romanzo L’inverno si era sbagliato, pubblicato sempre dalla casa editrice Garzanti nel 2011.

La trama di questo primo romanzo si era ispirata alla vita della nonna della Young, che durante la Grande Guerra aveva lavorato fianco a fianco con i primi chirurghi plastici che intervenivano per sanare le ferite dei soldati.

Nel 2017 Louisa Young è nuovamente nelle librerie italiane con questo secondo libro, I giorni del ritorno, ambientato a Londra nel 1919.

Il lettore si troverà a leggere la dura situazione che devono affrontare Riley Purefoy, appena tornato dalla guerra con ferite che lo rendono dipendente dagli altri, e Nadine la donna che lo ama da sempre e che vuole stare al suo fianco.

I due si sposano pur sapendo che non sarà semplice cominciare una vita diversa assieme. Lui ha cicatrici che gli segnano il volto, ma questo è l’ultimo dei problemi, perché nonostante la ricostruzione della mandibola non riesce a mangiare come gli altri, si deve accontentare di cibi morbidi e liquidi ingeriti grazie a una cannuccia.

Nadine fa del suo meglio per non dare a vedere quanto sia difficile stare vicino al proprio uomo senza mostrare il disagio di non poter essere totalmente spontanea. Sì, perché Nadine sa di dover trovare il giusto modo di stare con Riley: non deve far trasparire la pietà che prova nei suoi confronti per quello che ha subito in guerra e che lo segnerà per sempre, ma non deve neanche essere troppo dura.

L’uno pensa al modo migliore per condividere il tempo con l’altro cercando di soppesare ogni frase e azione per non ferire il proprio innamorato dicendo o facendo qualcosa di sbagliato, qualcosa che può ferire.

Si palpa l’imbarazzo tra i due sposini che, nonostante tutto, desiderano che il loro rapporto sia unico e splendente come lo avevano sognato dalla nascita.

A essere testimone del loro amore dinanzi a Dio è Peter Locke, l’ex ufficiale di Riley, che vive il senso di colpa verso i soldati che doveva proteggere, ma che sono morti. Per lui il male si presenta sotto forma di pensieri cattivi; l’uomo beve tanto e mette un muro insormontabile tra lui e i suoi familiari poiché è tormentato dai brutti ricordi.

C’è un’altra figura importante nel libro I giorni del ritorno che la scrittrice Louisa Young fa risaltare nella storia: un’infermiera che attraverso il suo lavoro dà speranza ai reduci sfigurati nel corpo dalla guerra.

Ogni personaggio de I giorni del ritorno è composto dalla sua storia, dal proprio passato, dalla paura per cosa li attenderà: è fatto da tanti frammenti spesso contrastanti di emozioni, pensieri talvolta privi di equilibrio, segnati dalla guerra. Questo dà loro spessore emotivo e crea empatia con il lettore, che ascolta ciò che loro temono, i loro ricordi e ciò che vorrebbero.

Ne consegue un romanzo in cui l’aspetto psicologico dei reduci di guerra e di chi condivide con loro la vita di dopo, è fondamentale.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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