I libri che non mi sono piaciuti

Non è detto che i libri più venduti siano i più belli. I libri che non mi sono piaciuti.
I libri che non mi sono piaciuti - Pausa caffè con gatti
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Il destino dei romanzi: quali sono i libri che ho amato e i libri che non mi sono piaciuti

Racconto sempre le trame di libri che mi sono piaciuti, dei romanzi più belli che ho letto e scrivo recensioni di libri che mi hanno lasciato il segno. Raramente mi capita di parlare di libri che non mi sono piaciuti, da inserire tra quelli non consigliati.

Da lettrice appassionata riesco sempre a trovare il buono in ogni romanzo che leggo. Ci sono sempre citazioni da sottolineare, frasi che rileggo per coglierne il senso in profondità. A volte sono piacevolmente colpita dalla scrittura più che dalla storia narrata, altre sono coinvolta dall’analisi psicologica dei protagonisti, soprattutto quando si tratta di thriller.

Negli anni ho acquisito la capacità di leggere qualsiasi libro, spaziando tra generi completamente differenti. Il passato amavo le poesie e la narrativa italiana, poi mi sono occupata di saggi, di libri di filosofia, di economia, di storia.

Da qualche anno invece ho scoperto quale siano i miei generi preferiti: il giallo italiano, in particolare i libri di Maurizio de Giovanni e il thriller come “Il suggeritore” di Donato Carrisi. Non disdegno neppure i distopici quelli della serie “Hunger Games o “Divergent”.

Assorbo le storie che leggo per osmosi, poi le dimentico e giustifico questa mia attitudine a non ricordare al fatto di leggere almeno tre libri a settimana. Non so se è una buona giustificazione, quello di cui sono certa è che i romanzi mi danno vita, un luogo in cui rifugiarmi, una realtà in cui perdermi. Mi danno felicità e tristezza, mi commuovono e a volte mi strappano sorrisi. Ed è magnifico.

Detto ciò, oggi ho deciso di scrivere un articolo in cui racconto i libri che non mi sono piaciuti. Si tratta di un giudizio personale senza alcun tipo di valore. So che i romanzi hanno destini propri e possono essere molto amati dagli altri e poco apprezzati da me e viceversa. Volevo solo esprimere la mia idea, un commento negativo, e cercare di capire se qualcun altro come me non è riuscito a trovare la giusta sinergia con qualche libro.

Quali sono i libri che non mi sono piaciuti e che non sono riuscita a finire di leggere?

Solitamente non abbandono mai un libro, lo leggo fino alla fine. È cosa rara che lasci un libro in sospeso, in attesa di tempi migliori o che non finisca proprio di leggere. Rarissimo che lasci un commento negativo sui romanzi.

Mi dico sempre, quando capita, che dipende dal mio umore, dalla mia propensione del momento, che magari in un’altra fase della mia vita lo troverei un buon romanzo.

Tra gli ultimi che ho letto ce ne sono due in particolare che non riesco a portare avanti e quindi mi devo convincere che questi libri non mi sono piaciuti. Si tratta di “Una rosa sola” di Muriel Barbery e “Pausa caffè con gatti” di Charlie Jonas. Il primo romanzo è stato pubblicato dalla casa editrice E/O, mentre il secondo da Garzanti. Entrambi sono usciti in libreria nel 2021.

Mi sono interrogata sul perché questi due libri non mi siano piaciuti. Soprattutto perché di Muriel Barbery ho amato, come la maggior parte delle persone “L’eleganza del riccio” pubblicato nel 2006, un libro che ha venduto oltre 2 milioni di copie. Insomma quello fu un caso editoriale pazzesco ed ebbe talmente tanto successo che ne fu tratto un film.

Alla fine ho capito che “Una rosa sola” non mi è piaciuto per due motivi. Il primo è che è un libro troppo rivolto all’esterno più che all’interno, nonostante credo che l’intento della scrittrice francese sia proprio il contrario di quello che ho percepito. Il secondo motivo è per la scrittura, poco scorrevole, a tratti inutilmente complessa e noiosa. Ho provato a proseguire la lettura, poiché laddove non si parlava di descrizioni estetiche e di particolari del Giappone, l’ho trovato più fluido, ma alla fine non ci sono riuscita.

Trama del libro “Una rosa sola” di Muriel Barbery

Vi riporto la trama del libro “Una rosa sola” perché possiate cogliere il senso della storia.

Rosa fa la botanica, ha quarant’anni, vive a Parigi ed è tristissima. O, per meglio dire, è depressa. Conosce i fiori, ma non li guarda; le piacciono gli uomini, ma solo per una sera; niente la appassiona, niente riesce a smuoverla dalla cappa plumbea in cui trascorrono le sue giornate, la vita le sembra un faticoso percorso senza senso. Così è quasi per forza d’inerzia che parte per Kyōto per assistere all’apertura del testamento del padre. Di lui non sa niente, sa solo che è giapponese e che quarant’anni prima ha avuto un’effimera relazione con la madre. Non l’ha conosciuto da vivo, va a conoscerlo da morto.

Ma il Giappone è un altro pianeta e, anche se in un primo tempo le ciotoline da tè e i vialetti di sabbia rastrellata le fanno soltanto rabbia, piano piano si fa strada in lei una consapevolezza del profondo che la porterà a rivalutare se stessa e a vedere con un altro occhio quelle che fino a quel momento le erano apparse solo un’interminabile serie di disgrazie. Accompagnata nel suo viaggio di rinascita da Paul, belga trapiantato in Giappone, fedelissimo segretario del padre, Rosa conoscerà un nuovo concetto di bellezza che la porterà a elaborare un nuovo concetto di amore e quindi di vita.

Cosa non mi è piaciuto del libro “Pausa caffè con gatti” di Charlie Jonas

Di “Pausa caffè con gatti” non so bene cosa dire di preciso, sono stata attratta dalla bella copertina, l’ho iniziato con entusiasmo, ma dopo pochissimo mi sono persa. Ho avuto la sensazione che la traduzione fatta a questo libro sia un po’ troppo elementare e che mancasse vigore.

La storia non è molto incentrata sui gatti, se non in alcuni passaggi, poiché sulle difficoltà delle persone, che sperano di poter cambiare il loro futuro in meglio.

La trama mi aveva convinto già dalla quarta di copertina, la delicatezza della storia mi stava piacendo, ma è come se non si fosse creato il giusto feeling tra me e il romanzo. Forse è uno di quei libri da leggere sotto l’ombrellone, per distarsi e passare qualche ora di piacevole relax. Per me non è stato così, ma sono sicura che molti lettori avranno un parere diverso dal mio.

Trama libro “Pausa caffè con gatti” di Charlie Jonas

Si aggirano furtivi tra i tavolini, dormono sugli scaffali, usurpano le sedie più comode. Sono loro i veri padroni della caffetteria più famosa della città: i gatti, come la dolce e bianca Mimi. Sarà forse per questo che lì succedono cose straordinarie. Al suono delle fusa tutto sembra più semplice, ogni scelta meno ardua, ogni errore meno irrimediabile. Perché tutti hanno ostacoli da superare e scuse da fare, ma i gatti ci aiutano a trovare il coraggio di cambiare. Basta poco perché tutto accada: si sceglie il tavolo preferito, si ordina un caffè e una fetta di dolce, si prende un libro dagli scaffali. Ma soprattutto si segue una regola: aspettare.

Aspettare che gli strambi avventori dal passo felpato decidano di avvicinarsi. Perché, si sa, è inutile chiamare un gatto: verrà solo quando lui vorrà. È così per Maxie che non è mai riuscita a capire quale sia il suo sogno nel cassetto, o Leonie che non dice la verità per non ferire una persona cara. Poi c’è Paul che vorrebbe tanto abbracciare sua figlia Emma, che si sente spesso sola. Per loro la caffetteria è l’unico posto in cui tutto sembra di nuovo possibile. In cui il passato può servire per cambiare il presente. Se ne esce diversi, più forti, più ottimisti. In fondo, niente di quello che si è fatto o detto è imperdonabile. E dove c’è un rimorso c’è sempre una seconda occasione. Mimi e i suoi amici sono lì per ricordarcelo: nulla è mai perduto per sempre.

Questo mio commento negativo non vuole essere un modo per non farvi leggere questi due libri, ma sono una condivisione delle mie opinioni. Sono certa che questi due romanzi possano essere apprezzati da tantissimi lettori… ogni libro ha una storia personale in fondo.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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