Recensione Libro Il bambino che sognava la fine del mondo

Citazione “La fiamma sfrigola, la cera si distrugge, la candela sta bene ovunque. Benvenuta sia la fine del mondo. Il fuoco è amico, il fuoco fa luce, non importa se la casa è in fiamme... Eppure il bambino... sembra dormire sereno mentre si aggrappa alla piccola ghiandola di luce che l'avrebbe ucciso.”
Il bambino che sognava la fine del mondo
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Di cosa parla Il bambino che sognava la fine del mondo

Qual è la linea che separa il sogno dalla realtà? Quanto è spessa la demarcazione? C’è davvero un abisso che pone la giusta distanza tra i buoni e i cattivi?

Nel caso del romanzo Il bambino che sognava la fine del mondo di Antonio Scurati sembra essere molto sottile quella linea che divide.

Lo scrittore Scurati ci racconta una storia cruda, veritiera: la violenza che hanno subito alcuni alunni della scuola Gianni Rodari a Bergamo.
Le vittime sono dei bambini innocenti, i possibili carnefici sono un sacerdote e alcuni insegnanti.

Ma non è tutto, oltre alla tragedia che sta subendo un’intera città in maniera diretta e indiretta, c’è anche una storia personale. Quella del protagonista del libro Il bambino che sognava la fine del mondo, un giornalista che, visto il suo mestiere, è chiamato a seguire e ad affrontare le vicende di pedofilia che si affacciano nella vita quotidiana di questa città divisa in due, segnata dal dolore, dallo sconforto e dalla paura.

L’uomo attraverso la storia di questi bambini è costretto a rivivere la sua, a cercare di capire quello che per tanti anni ha ignorato, per farsi forza del suo finto coraggio. E si accorge che non sempre si può nascondere.

Nel frattempo basta osservare, ascoltare i discorsi della gente, guardarsi intorno e vedere con quanta circospezione si muovono le persone, con sospetto, con quanta rabbia.
Il male è contagioso, non sceglie le sue vittime, si diffonde, a volte è incontrastabile, si subisce solamente.

Il terrore si propaga, le notizie si diffondono, i mezzi di comunicazione alterano la verità, a volte azzardano, altre volte riportano semplicemente quello che sembra essere accaduto. In ogni caso hanno un potere incontrastabile. Con i loro giudizi, pregiudizi, pareri, sono parte attiva di quello che sta succedendo. A volte sembra che l’importante sia diffondere la paura, il sospetto, fare notizia, non riportare semplicemente gli avvenimenti.

E tutto questo mentre i genitori temono che i loro figli siano stati violati nell’intimità, che siano stati usati per dei piaceri personali, che abbiano subito violenze sessuali. E allora cominciano a spiarli, provano a carpire dai loro gesti strani il significato che nascondono, li scrutano di notte, nei sogni, vogliono difenderli. Ma da cosa? Da un male oscuro, dall’incomprensione, dall’ignoto?

Antonio Scurati nel libro Il bambino che sognava la fine del mondo ci riporta una realtà tragica attraverso una scrittura fluida che fa appassionare e sentire parte attiva del racconto. Un romanzo che pone l’attenzione su un argomento difficile da trattare, di attualità, che spaventa, ma che non può passare inosservato, poiché fa parte del crollo del nostro piccolo mondo circoscritto. Il male non è così lontano, tocca anche noi.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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