Recensione libro “Il Fasciocomunista”

Citazione "A un certo punto mi sono stufato di stare in collegio. Sono andato da Padre Cavalli e gliel'ho detto: 'Io non mi voglio più fare prete, voglio tornare nel mondo'"
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Di cosa parla “Il Fasciocomunista” di Antonio Pennacchi

“Il fasciocomunista” di Antonio Pennacchi non è soltanto la storia di Accio Benassi, lo scapestrato protagonista di questo romanzo di formazione, ma è un pezzo di storia italiana, di quel periodo tra il dopo guerra e i primi anni settanta. E’ il racconto di quella parte di storia italiana in cui hanno messo radici idee nuove e rivoluzionarie, che hanno dato vita al fermento culturale degli anni settanta.

Accio Benassi è il protagonista del romanzo di Pennacchi, che inizia con il giovane adolescente a colloquio da Padre Cavalli, il responsabile del seminario in cui si trova. Accio non vuole più fare il prete e comunica al Padre che vuole andare via. Da questo momento in poi, il protagonista de “Il Fasciocomunista” vivrà la sua esistenza all’insegna dell’instabilità. Il ritorno in famiglia non è dei migliori: a casa ci sono già i fratelli Manrico, Otello, Violetta e Mimì. Accio viene trattato molto male da sua madre, che non ha affatto accettato la scelta di abbandonare il seminario.

Accio, però, non si spiega per quale motivo a lui toccano le botte per questa scelta, mentre al fratello Manrico, che pure aveva abbandonato il seminario, non è mai stato imputato niente. Il protagonista del romanzo ritorna a vivere nella sua Latina e, in un Italia che cresce in modo disorganizzato, cerca la sua strada.

Costretto dai genitori a frequentare il geometra, quando lui voleva iscriversi al liceo per studiare il latino, Accio non ottiene grandi successi, e perde il primo anni di scuola. Si avvicina così ai movimenti fascisti e diventa un giovane attivista. Il Duce diventa il suo mito, partecipa alle manifestazione e prende e dà un sacco di botte. Ma quando si accorge che il movimento sta perdendo gli ideali, quando si rende conto che gli attivisti sono soltanto il braccio di un cervello politico che se ne sta ben nascosto, resta molto deluso.

Viene cacciato dal partito per aver organizzato una manifestazione antiamericana organizzata con Manrico, che nel frattempo è diventato un attivista comunista. A questo punto, Accio Benassi diventa comunista, si converte ai rossi e si iscrive al partito, mentre l’Italia dei Compagni inizia ad alzare la voce. Oltre alla politica, però, il buon Accio ha in testa sempre Francesca, una ragazza di Milano conosciuta qualche anno addietro, quando lavorava come bagnino.

Accio è follemente innamorato di Francesca, tanto da raggiungerla fino a Milano in autostop, ma la ragazza non pare condividere il sentimento. Nel continuo divenire delle cose il protagonista de “Il Fasciocomunista” conosce la droga, si iscrive all’Università che frequenta saltuariamente, e si trova coinvolto in un evento che cambierà per sempre la sua vita.

“Il fasciocomunista” ripercorre con sguardo personale e appassionato circa trent’anni di storia italiana, attraverso le contraddizioni, le passioni e le follie di un ragazzo tanto buono quanto ingenuo. Pennacchi scrive in prima persona, con linguaggio colloquiale e divertente la crescita, la disillusione di un ragazzo, che può rappresentare un’intera generazione di italiani. Anche se in alcuno punti il libro diventa troppo lento, la storia di Accio si lascia leggere, diverte e fa riflettere.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it

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