Recensione Libro “Il ragazzo che voleva dormire”

Citazione “Durante la guerra avevo quasi smesso di parlare. Ascoltavo, ubbidivo e stavo più in guardia che potevo. Nulla di che meravigliarsi, dunque, se dopo facevo fatica a esprimermi a parole.”
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Di cosa parla “Il ragazzo che voleva dormire” di Aharon Appelfeld

“Il ragazzo che voleva dormire” di Aharon Appelfeld è un romanzo intenso che parla di appartenenza, di rifiuto alla sottomissione, di cambiamento, di lotta e soprattutto di pace.

Erwin, il protagonista del libro “Il ragazzo che voleva dormire”, ha diciassette anni. La guerra è finita e lui si ritrova a Napoli assieme ad altri rifugiati. Non gli è rimasto più niente, ha perso i genitori, la lingua e persino il contatto con se stesso. Si rifugia in un sonno profondo, per non dover subire l’atrocità del ricordo.

Ma il sogno a cui va incontro dormendo lo conduce al centro della verità, in un luogo in cui riesce a incontrare sua madre e suo padre, a riascoltare le loro parole, a lasciarsi andare ai loro consigli.

Erwin non vuole arrendersi alla vita, per questo, quando è sveglio si allena con un responsabile del campo e impara l’ebraico. Il suo obiettivo è quello di andare in Israele e cominciare una nuova vita e per farlo deve avere un fisico atletico, una mente predisposta e imbarcarsi clandestinamente dopo aver cambiato nome.

“Il ragazzo che voleva dormire” è un romanzo in cui sogno e realtà si fondono inevitabilmente, una storia in cui spesso il lettore si trova a interrogarsi per capire se è il sogno a parlare o il pensiero di Erwin.

Lo scrittore Aharon Appelfeld, vincitore del Premio d’Israele per la letteratura nel 1983, dimostra di avere delle capacità di narratore incredibili, riuscendo a raccontare la storia di una logoramento interiore e guerra con delicatezza.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it