Recensione Libro.it intervista Enrico Brizzi

Da Jack Frusciante è uscito dal gruppo a La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco, riflessioni e consigli di uno dei migliori scrittori italiani.
Enrico Brizzi
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 Intervista a Enrico Brizzi

Nel tuo ultimo libro La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco racconti esplicitamente il tuo rapporto con la città. Ma l’importanza che Bologna ha nella tua vita si evince da quasi tutti i tuoi romanzi. Quanto influisce la città, intesa proprio come insieme di strade, edifici, colori, nell’opera di uno scrittore?

La città in cui viviamo incide su di noi come architettura, come clima e naturalmente come costumi umani ai quali ci si abitua crescendo.
Tuttavia non ne farei una questione di campanile: ciò che ci unisce tutti nel profondo è la lingua che parliamo – con bella ricchezza di varianti – da Bolzano a Lampedusa.

“Jack Frusciante è uscito dal gruppo” è una storia d’amore, Bastogne un noir metropolitano, Tre ragazzi immaginari... ehm… Elogio di Oscar Firmian… invece è un… Accidenti! Più cresci, più è difficile definire i tuoi romanzi. Cosa ti ha spinto a scrivere da giovane, e cosa ti spinge adesso?

Sostanzialmente lo stesso istinto: il bisogno di vedere stampate le storie che giudico degne di essere stampate.

Il disegno, come parte integrante delle tue opere, è da sempre un tuo interesse. Le Graphic Novel, “Lennon Guevara Bugatti”: cosa vuoi dai disegni che si accompagnano alle tue parole?

Disegno e parola si possono accompagnare in un grande ventaglio di occasioni: dal romanzo dotato di due o tre mappe al fumetto classico, passando per la graphic novel che sembra essere oggi la forma d’incontro commercialmente più fortunata. Questo almeno è ciò che pensano i grandi editori: i miei prodigiosi scaffali traboccano di classici, enciclopedie, romanzi italiani e stranieri del XX secolo, ma riescono a contenere anche una sterminata quantità di comics più o meno conosciuti.

Ne La vita quotidiana a Bologna ai tempi di Vasco racconti della scuola ricevuta dal tuo primo editore. Noi riceviamo tantissime opere di giovani autori, con belle idee, ma che spesso mancano di una revisione, anche soltanto superficiale. Che fine ha fatto il correttore di bozze e quale consigli pratici dai ai giovani scrittori, per testare i loro scritti?

La questione è semplicemente gravissima: mancano i buoni maestri disponibili a mettersi in gioco, non certo le competenze di alcuni e il desiderio d’apprendere dei più.
Più che di un correttore di bozze, ogni aspirante scrittore diciottenne avrebbe bisogno di un personal trainer, un consigliere a tempo pieno, un guru.
Il mio metodo? Non si pranza finchè non si sono scritte almeno cinque pagine, non si cena con meno di dieci. Qualcuno inorridisce, o tira fuori teorie stantie su quantità e qualità? Allora lo irriterò definitivamente sostenendo che la scrittura è come il sesso: a non praticare, si perde confidenza.

Ci spieghi come mai su alcune copie di Jack Frusciante c’è scritto che sei nato a Nizza e che stavi studiando
Fisica? Ti preparavi a creare un alter ego per meglio gestire il successo in arrivo?

Per la precisione mi preparavo a creare un alter ego per meglio gestire l’insuccesso in arrivo…
Scherzi a parte, in quella scelta c’era qualcosa di situazionista e “fuck the media” che ancor oggi mi diverte.

Il libro che da lettore consiglieresti?

Ultimamente mi sta piacendo molto “Tempo di regali” di Leigh Fermor (Adelphi)

Il libro che Enrico Brizzi da scrittore avrebbe voluto scrivere?

Esclusa la Bibbia, i poemi omerici e la Divina Commedia, intendi? Allora I promessi sposi: come direbbe Mourinho, non l’hanno capito solo i pirla.

Il libro che non hai mai finito di leggere?

La Recherche di Proust, il vezzoso prozio di tutti i giovani “emo” d’Europa.

Un saluto per i lettori di Recensione Libro.it.

Non smettete di recensire soprattutto voi stessi e i vostri racconti, senza clamore ma in maniera implacabile. Ascoltate la musica delle parole, uccidete l’autocompiacimento e fregatevene di chi vince i premi. Amen.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it

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