Intervista scrittore Antony Harris

Intervista autore "Cognizione Non Umana".
Antony Harris
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Antony Harris autore del libro “Cognizione Non Umana”

1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Cognizione Non Umana”, cosa diresti?

“Cognizione non umana” è il sequel di “Il Mio Nome Non è Dio”. Il protagonista, il mezzosangue Joshua, è un individuo acerbo che ancora cerca di capire a quale razza appartenga. Nel corso della storia, si allontanerà invece sia dagli umani che dai creatori con i quali condivide parte del proprio patrimonio genetico. Il senso sta proprio in questo. Non fare parte di un genere definito non significa non avere delle potenzialità da non poter esprimere. In realtà è tutto il contrario. Racchiudersi forzatamente in un genere significa autolimitarsi e tutta la saga è stata concepita in questo senso a partire dalla tecnica narrativa che fonde più stili in uno.

2. Da dove nasce l’ispirazione per raccontare una storia così pregna di significato che scava nell’animo umano?

Non amo progettare un romanzo. “Cognizione Non Umana” necessitava ancor di più di un processo non-meccanico di scrittura. Non averlo schematizzato mi ha permesso di analizzare meglio la psicologia dei personaggi e di farli reagire differentemente a seconda della situazione. L’ispirazione è arrivata corso durante. Mentre il protagonista scopriva sé stesso, si è evoluto partendo da una mente superiore ma inconsapevole come quella di un bambino. Gli altri personaggi non sono del tutto buoni o del tutto cattivi e ricalcano la dualità insita nell’animo umano.

3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Siate chi siete. Un individuo può fare ogni cosa se ci crede abbastanza da poterlo realizzare. Ognuno di noi ha delle peculiarità e purtroppo la realtà in cui viviamo cerca di farcelo dimenticare imponendoci degli stereotipi, dei canoni, dei “generi”, nei quali dobbiamo riconoscerci. Joshua, cominciò con l’essere il numero 33 scoprendo poi di non essere soltanto un numero ma di avere qualcosa di unico.

4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

Ci ho lavorato per quasi un anno. È stato difficile costruire una trama articolata che fonde passato e presente e far risultare il tutto coerente. In “Cognizione Non Umana”, non c’era nient’altro da aggiungere. Diventerà tutto ancora più chiaro proseguendo con il terzo capitolo della saga. Non si tratta di episodi ma di un’unica storia. Ho tentato di ripercorrere alcune delle tappe fondamentali del percorso dell’uomo sulla Terra (mettendo in risalto aspetti che hanno molto di più da raccontare) dal remoto passato a eventi molto più vicini e un libro dopo l’altro, il mio ambizioso progetto sta prendendo forma.

5. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Cognizione Non Umana”, quali useresti?

Potrei usare questi: profondo, innovativo, introspettivo.

6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Beh, credo che si debba leggere perché ogni lettore può vederci qualcosa di diverso e interpretare i personaggi e la storia a modo suo. Leggendolo ci si rende conto che a volte quella adottata non era la soluzione migliore o l’idea migliore da parte del protagonista o degli altri personaggi il che spinge il lettore a riflettere sul fatto che non si tratta dei classici eroi o antieroi che leggiamo solitamente ma che, nonostante siano protagonisti di eventi straordinari, sono persone normali. Del resto, anche nella vita quotidiana non si sa mai, in una giornata apparentemente normale, cosa possa accadere.

7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?

Ho annunciato con un booktrailer su YouTube il prossimo libro, non legato alla saga dei creatori che si intitola: Cerebrum The Great Reset. In un futuro non molto lontano, il detective Hataway sarà chiamato a indagare su alcuni avvenimenti verificatisi a Milo Town. Inoltre, annuncio ufficialmente il terzo capitolo della saga dei creatori che si intitolerà: Ira d’Egitto. Rivedremo ancora Joshua.

8. Ci puoi raccontare qual è stato il pensiero da cui è partito questo romanzo e come hai vissuto l’evoluzione della storia?

Il pensiero iniziale è stato pressappoco questo: un essere umano, per quanto normale, può essere straordinario? Non siamo coscienti delle nostre reali potenzialità fino a che non ci ritroviamo in situazioni che possano tirare fuori il nostro meglio o il nostro peggio. Ho cercato di immedesimarmi in ogni avvenimento visualizzandolo mentalmente e cercando di capire come una persona qualunque avrebbe potuto reagire in ogni frangente, anche sbagliando. Ci sono dei momenti particolarmente toccanti, altri paurosi, altri spregevoli. È stato difficile scrivere una storia che tocca l’animo così profondamente.

9. Hai preso spunto da qualche saggio, racconto o storia reale per scrivere il tuo libro?

Ho attinto dalla storia ufficiale. Il romanzo storico, è il più difficile perché si tratta di ritagliare una trama di qualcosa che non conosciamo dentro fatti realmente accaduti. C’è stata molta ricerca anche in ambito scientifico. Ho dovuto studiare elementi di astrofisica per elaborare correttamente alcuni dialoghi.

Il tutto condito con le teorie del complotto e i documenti relativi ai velivoli sperimentali dell’epoca o a fascicoli desegretati dal governo degli USA che ho letto personalmente. Per quanto riguarda il lato emotivo, mi sono letteralmente calato nella parte provando a sentire ogni sensazione e avvenimento vissuto dai personaggi. È questo che mi ha dato la spinta per scrivere il romanzo.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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