Intervista Colagrossi autore “In treno oltre le foreste – Diario transilvanico”

Intervista scrittore Colagrossi autore del libro “In treno oltre le foreste – Diario transilvanico”.
Aaronne Colagrossi
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Aaronne Colagrossi autore del libro “In treno oltre le foreste – Diario transilvanico”

1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “In treno oltre le foreste – Diario transilvanico”, cosa diresti?

È come tornare indietro nel passato, in terre antichissime e affascinanti, la Transilvania è come una perla nel cuore dell’Europa Orientale. Valicando i Carpazi avrete la sensazione di passare un varco verso un’altra dimensione.

2. Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a compiere questo viaggio e a raccontarlo?

Da ragazzo lessi il famigerato libro di Bram Stoker: Dracula. Mi appassionai subito a quella terra, ricordo che al termine della lettura andai in biblioteca per fare delle ricerche storiche e geografiche sulla Transilvania. Allora decisi che, prima o poi, avrei visitato la Romania.

3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Che la Romania è un bellissimo posto, con splendide montagne e vallate di boschi, abitato da gente semplice, ospitale e gentile. Come tutti le nazioni naturalmente presenta aspetti positivi e negativi, tuttavia vale la pena andarci appena possibile, è dietro l’angolo per noi italiani. Ve la consiglio in inverno.

4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

No, anzi, ne ho tolte con la seconda edizione. La prima, infatti, era una doppia edizione fotografica-narrativa, con doppio autore. Con la nuova edizione del diario ho aggiornato il testo e realizzato una copertina decisamente più accattivante. Inoltre la nuova edizione è disponibile anche in eBook Kindle, cosa che prima non lo era.

5. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “In treno oltre le foreste – Diario transilvanico”, quali useresti?

Distensivo, epico, accogliente.

6. Prima di arrivare in Romania avevi qualche pregiudizio errato? Che cosa ti hanno lasciato in te le persone che hai incontrato durante questo viaggio?

Ed è esattamente questo il cuore del libro. Partire con un’idea e sbagliarsi completamente. Nel cuore della Transilvania ho trovato persone di una gentilezza e di un’umiltà disarmante. Sia i giovani che gli anziani con cui ci siamo soffermati, io e il mio compagno di viaggio, ci hanno lasciato delle emozioni piacevoli e con cui siamo rimasti in contatto a distanza di anni. No: cancellate i cattivi pregiudizi e viaggiate in questa terra.

7. Perché credi si debba leggere il tuo diario?

Il libro è stato letto da tante persone diverse dalla prima edizione, ho avuto decine di pareri differenti, anche da rumeni residenti in Italia, che sono rimasti stupiti dal fatto che un italiano si sia preso la briga di parlare della loro terra natia, e soprattutto di parlarne con tanto fervore. Quindi credo che la risposta sia: per conoscere qualcosa di pregiato.

8. Cosa consigli ai nostri lettori che intendono intraprendere un viaggio simile al tuo?

Nel libro sono presenti numerosi consigli, pur non essendo una guida stricto sensu. Per chi volesse visitarla in inverno consiglio un abbigliamento adeguato, soprattutto. Da dicembre a fine gennaio la colonnina è quasi perennemente sotto -10° centigradi in Transilvania, spesso noi abbiamo avuto punte di -20°C. Quindi bisogna coprirsi, e farlo bene.

Per il resto io e il mio compagno di viaggio non avevamo prenotato nulla. Eravamo armati solo di zaino in spalla e macchina fotografica, sceglievamo di giorno in giorno dove mangiare, dove dormire e le cose da visitare. Si viaggia in maniera tranquilla, però talvolta i treni hanno massicci ritardi a causa della linea ferrata piuttosto vetusta, per usare un termine da Stoker. Per il cibo nulla da dire: è davvero ottimo quasi ovunque.

9. Ritorneresti nella terra di Dracula? O preferisci nuove mete?

Ci tornerei eccome! Penso che il periodo più bello sia l’inverno, ma anche in tarda primavera deve essere splendida. Nuove mete sono sempre pronte nel cassetto, è difficile non metterci qualcosa, in quel cassetto.

10. Cosa ti è rimasto più impresso di questo viaggio? E dell’attimo in cui hai iniziato a raccontare la storia?

Una cosa davvero fantastica che mi è rimasta impressa è la tranquillità con la quale le persone affrontano la loro quotidianità. In Italia ormai siamo votati alla corsa, per tutto. Ma dove dobbiamo andare? Ancora non l’ho capito!
Ma non solo: da geologo ho apprezzato le fattezze di questa magnifica terra: le montagne grigie, le valli, i boschi e le grandi pianure, dove antichi popoli hanno scritto la storia dell’Europa Orientale, perché da amante di Storia non ho certo tralasciato quest’aspetto.

Spesso scrivevo in tarda serata, oppure durante le tratte in treno. Talvolta eravamo gli unici viaggiatori tra gli scompartimenti, ho scritto sul taccuino interi paragrafi cullato dal lento moto del treno e dal suono della ferrovia, mentre fuori spirava il vento gelido proveniente dalla Steppa Russa.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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