Elisa Barone: intervista scrittrice

Intervista all'autrice Elisa Barone.
Il romanzo che non c'è
In questa pagina sono presenti link affiliati
Compra su amazon.it

Recensione Libro.it intervista la scrittrice Elisa Barone autrice del libro Il romanzo che non c’è

1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Il romanzo che non c’è, cosa diresti?

Per ogni avvenimento sembra esistere un “se”. Nel Il romanzo che non c’è i “se” sono tanti; se il piccolo Mario non fosse morto; se Enzo, poi accantonato da Wanda, avesse invece sposato il suo primo amore; soprattutto, se Clara fosse andato all’appuntamento con Sergio in quel giorno di maggio. Pertanto, ogni vita è solo una possibilità di vita e avrebbe potuto essere diversa “se”…

2. Da dove nasce l’ispirazione per questo romanzo talmente intenso che sembra autobiografico?

Lo so che il libro sembra autobiografico. Persino mio marito, dopo averlo letto, mi disse: “Ma Sergio chi era?” Invece non è proprio autobiografico; Clara non sono io ma nel romanzo ci sono dei miei ricordi. Narro qualcosa di vero, di conosciuto. La depressione di mia madre è esistita, il ricordo della porta chiusa è ancora vivo e quel bambolotto fra le mie braccia di bambina mi sembra di vederlo ancora. Il romanzo nasce da una suggestione che provai sul lungomare di Salerno, la mia città di origine. Immaginai di vedere tra la folla una signora elegante e triste con accanto una bambina che stringeva fra le braccia un bambolotto. In effetti, io ho in casa una foto che mi ritrae bambina, accanto a mia madre, sul lungomare di Salerno, e proprio in quella foto avevo il mio bambolotto fra le braccia.

3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Vorrei che i lettori condividessero che la vita è anche sogno, che il sogno può essere salvifico e che il sogno di un grande amore può essere rifugio. Un amore può finire, il tempo e gli avvenimenti lo possono sciupare, distruggere, il sogno è per sempre.

4. Avresti voluto aggiungere qualcosa al libro quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

No, ho scritto ciò che ho sentito e, dopo la pubblicazione, non ho pensato che avrei potuto togliere, aggiungere o cambiare alcunché.

5. Se Elisa Barone dovesse utilizzare tre aggettivi per definire Il romanzo che non c’è, quali userebbe?

Sentimentale, delicato, struggente.

6. Perché credi si debba leggere il tuo saggio/romanzo?

A chi lo ha letto è sembrato piacevole; qualcuno lo ha voluto rileggere. Vorrei che venisse letto per riflettere sul fatto che un po’ tutti, forse, abbiamo dentro un romanzo che non c’è in cui abbiamo narrato la vita che volevamo, che avrebbe potuto essere e non è stata.

7. Elisa Barone ha nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?

E’ stato pubblicato da qualche giorno dalla Casa Editrice Aracne un mio romanzo dal titolo “Carezze un’altra volta”. È la storia di un grande amore che nella protagonista finisce dopo dieci anni. Finisce senza plausibili e comprensibili ragioni. La donna si rifiuta di portare avanti il matrimonio che le apparirebbe un compromesso che farebbe scempio del grande amore provato. Le vite dei due coniugi si separano. Lei porterà con sé i bambini in un’altra città, allevandoli con amore. Lui si rifarà una vita con un’altra donna mentre lei vivrà una drammatica esperienza finché, ad un certo punto, tornando a Livorno dopo 25 anni, si accorgerà di rimpiangere amaramente, non solo gli anni passati con il marito ma gli anni che avrebbe potuto passare con lui se non fosse fuggita. Eppure, proprio durante i giorni del ritorno a Livorno interverrà qualcosa che risveglierà l’animo devastato ed impietrito.

8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?

Guardando in televisione la splendida fiction L’amica geniale ho voluto leggere il libro e ne ho “bevuto” le parole che chi ha scritto quel libro ha usato con maestria a mio parere inusuale.

9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Più che un libro specifico sconsiglierei di andare avanti nella lettura se, dopo le prime pagine, il testo annoia, appare confuso o puerile o costruito in maniera artificiale a discapito dell’emozione.

10. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Mi pongo una domanda, come mille altre volte mi sono posta: “Ti sarebbe piaciuto trasformare la scrittura in attività lavorativa, dedicando le ore che si dedicano ad un lavoro?” Se in genere non mi sono mai data una risposta, ora rispondo di sì.

Condividi che fa bene

Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.