Recensione Libro.it intervista Fabrizio Maceroni autore del libro Macabro I mostri non muoiono

Intervista a Fabrizio Maceroni.
Macabro I mostri non muoiono mai
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Intervista a Fabrizio Maceroni

1 Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Macabro I mostri non muoiono cosa diresti?

Sicuramente non è facile per me riassumere in poche righe il significato di Macabro, che è stato in verità pensato per diverso tempo sulla base di diversi argomenti. Argomenti che posso in verità accomunare in un unico ambito, che è quello della ricerca delle radici del male nell’uomo, se così possiamo definirle. Questa risposta può sembrare naturalmente un poco filosofica, o per certi versi scontata e impossibile di una buona risposta, ma credo che questa verità sia ad un passo dal nostro naso. Ad un passo dal nostro vivere quotidiano! Nel mio primo libro, pubblicato ormai più di un anno fa con una piccola casa editrice, che precede la stampa di Macabro, raccontavo una storia dove sia il bene che il male venivano sondati attraverso gli occhi un ragazzo ormai uomo, qual sono, di un non accademico, di uno scrittore sconosciuto che usa la sua curiosità come unica arma.

In questo secondo libro mi sono fermato ampiamente, come ben avete notato, solo nella descrizione della parte più oscura dell’uomo: ingiustizia, immoralità, odio, invidia, brutalità, omicidio, e così via, tutte azioni che rilette sembrano fini a se stesse, perché penso che il male in primis è già un fine e non abbisogna di nessun altro scopo per essere compiuto, e tanto meno è un mezzo per un ipotetico fine. Il male per fare il male, il male per godere della sensazione che si prova compiendolo. Come il vizio per il tossicodipendente, esso diventa necessario, ed è difficile con lo scorrere delle ore, dei giorni, del tempo, farne a meno, come la brutalità degli assassini seriali ci indica.

Ecco, in poche righe posso dire che il senso del mio libro è l’indagare la parte oscura di un uomo, di un uomo che prima di diventare maligno, era sicuramente normale, come tutti noi; questo spaventa e ci pone altre importanti domande: Come possiamo evitare di diventare così? Ci sono dei modi e delle virtù che possono aiutarci? Ma soprattutto, una delle risposte più fondamentali per queste domande è l’indagare in primis ciò che di brutto c’è nel nostro animo, cosicché possiamo meglio scrutare all’esterno, negli altri e nel mondo ciò che di malvagio striscia tra noi. Guardare prima se stessi sarebbe già un enorme passo in avanti, far diventare consapevole il nostro animo delle storture che lo rendono schiavo di siffatti comportamenti. Naturalmente il libro indaga vari tipi e vari livelli di Male, dal più innocente se così possiamo definirlo, al più disgustoso. In un escalation che vi farà restare senza fiato, ma incuriositi da tutta questa ricerca alle porte dell’Ade, terra di mezzo tra i vivi e i beati.

2 Da dove nasce l’ispirazione per questo horror che ci mette dinanzi al lato violento e oscuro dell’uomo?

La circostanza veramente inquietante, direi buffa e comica, è che mi è bastato per un po’ di giorni fare attenzione ad alcuni giornali e programmi televisivi per apprendere che quello che mi accingevo a scrivere era solo una pallida verità di quello che in realtà succedeva, non nella mia fantasia, ma nel mondo reale, e succedeva quasi ogni giorno, in maniera così brutale, e con la fantasia di un esercito di poeti e scrittori. Davvero il male era un artista provetto, e mai, e dico mai, privo di originalità.

Vedo e sento fortemente la società arrivata ad un limite che non dobbiamo e non possiamo oltrepassare, un passo in là e il ritorno diventerebbe leggenda. D’altronde nella gabbia dorata in cui ci hanno rinchiuso non possiamo che essere condannati senza alcun appiglio. Ormai non si ruba neanche più per fame, ma per essere ladro, e per goderne di questo! Ed è questo il problema di fondo; Il male per fare il male.

3 Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?

Spero che qualsiasi lettore di oggi, ho di un ipotetico futuro, vicino o lontano, possa con il mio libro meditare su ciò che di giusto e di ingiusto può esistere ed essere compiuto nel quotidiano.. Solo questo è importante. Voglio che il lettore, soprattutto il meno incline ad avere una vita intellettuale, si ponga finalmente delle domande e prenda coscienza del suo stato attuale e di quello della società in cui vive. Per far sì che l’ingiustizia e la giustizia siano coscientemente apprese. L’importante è porsi delle domande su tutto! Con un certo tipo di letteratura che non è letteratura di svago, uno può ben incominciare… Quanto ancora bisogna svagarsi! La verità che non ci vogliono far pensare alla profondità di tutto quello che è.

4 Quanto la società influisce sull’istinto inducendo alcune persone ad azioni poco convenzionali e macabre?

Naturalmente ci sono, come già detto poco sopra, diverse tipologie e livelli di male, di fare del male, un male morale e autentico che noi scegliamo, con dentro i vari livelli di gravità; ovviamente picchiare per divertimento un animaletto è meno grave che bombardare intere città per odio razziale, ma non è detto che davanti ad un ipotetico giudice non siano considerate sullo stesso piano.

L’incoscienza a cui oggi ci costringe la società è essa stessa un tipo di male davvero influente, un’ingiustizia che l’uomo moderno con tutte le sue scoperte non si merita. Aumentando i nostri desideri a dismisura ci drogano, facendoci pensare solo al nostro desiderio incompiuto, e quindi invece di andare alla ricerca, questa ricerca socratica dell’ingiusto e del giusto, per una vita migliore, andiamo alla ricerca del compimento dei desideri inappagati. Tutto questo viene fatto per renderci omologati e ciechi, costringendoci a non far caso all’accumulo di potere e di ricchezza che le alte classi dirigenti effettuano a nostre spese. E questo oggi avviene con tutto. Per mantenere potere e fama ci danno l’impressione che anche l’uomo normale può diventare come loro, attraverso giochi e reality ci portano così alla sfida uno contro l’altro, per cosa? per affinare la nostra arte? No assolutamente! Ma per un fine del tutto diverso e contrario. Ecco, questo ci rende magnanimi, privi del giudizio e del sentimento della lotta per la verità, ci fanno desiderare questo benessere irraggiungibile, o almeno in parte, ma mai in pieno. Questo è male, e questa è la società che ci hanno creato per mantenerci distanti dalla coscienza del sapere veramente.

Tutti questi desideri oltre a farci chiudere gli occhi, ci inferociscono, generando sempre più desideri inespressi, l’odio e l’egoismo in noi crescono a dismisura, avvicinandoci sempre più al male e ai suoi effetti, costruendo degli individui violenti, egoisti, competitivi fino all’assurdo, che taglierebbero una mano alla propria madre per un briciolo di fama e ricchezza, facendoci vivere in un oscurantismo che ci preclude una vera scelta. Ci vuole virtù e coscienza, parole che oggi sembrano vuote, ma solo esse salveranno l’umanità, e non certo fama e guadagno. Chi sono i poteri che ci imbavagliano? Questa è una delle prime domande che i lettori di Macabro dovrebbero porsi.

5 Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire il tuo libro, quali useresti?

Macabro; naturalmente è il senso intrinseco del racconto. Tutte le azioni che in questo stato malato l’uomo può oggi compiere, e non è letteratura, basta sfogliare un giornale per vedere la realtà macabra della nostra esistenza
Enigmatico, per alcuni simboli che uso nella spiegazione dei comportamenti della società. Se usassi un linguaggio letterario normale diventerebbero assai più ordinari e meno completi, non risultando neanche più semplici nel comprenderli.
Filosofico; ebbene sì! Pronuncio questa parola con molta gioia, denomino questo mio libro con uno degli aggettivi più significativi per me; infatti mi sono posto fin da subito, dalle prime righe di questo strano racconto dell’orrore, la pazza idea di spiegare il male nell’uomo con quesiti e risposte filosofiche. La parte più importante di tutto il libro è un dialogo filosofico, anzi più di uno, che il protagonista ha con il fantasma della ragazza spagnola assassinata, e con le varie sfaccettature della morte e del male, come io le intendo. Creando così un universo di piccoli miti dalla visione moderna; schietti e semplici! Una filosofia per tutti, ma non banale, profonda, come profondi d’altronde sono le domande che l’uomo della strada, l’uomo comune, l’uomo di tutti i giorni si pone: sulla società, sull’umanità e sulla vita in generale. Quesiti e risposte per un dialogo filosofico che non complica la lettura del libro, ma che offre al lettore la possibilità di pensare e dialogare insieme all’autore.

6 Perché credi che si debba leggere Macabro I mostri non muoiono?

Come dicevo nelle domande precedenti, penso si debba leggere macabro per la semplicità, alcune volte riuscita, altre meno, di esporre delle domande di vitale importanza per la società contemporanea. Domande e risposte che altrimenti non potremmo porci, la più importante è il male nell’uomo naturalmente. Ognuno approfondendo i suoi sbagli, i suoi egoismi, come il libro fa con il suo protagonista, può in effetti incominciare un esame di coscienza, e anche se nessuno di noi è, e sarà mai, un efferato uomo malvagio, può però migliorare su tutti quei difetti che impediscono una vita migliore, vita che bisognerebbe viverla accanto a quella virtù tanto agognata dai nostri avi. Antenati che oggi trattiamo come se fossero stati degli uomini sciocchi, ma che in verità dovremmo prendere come esempio, per superarci giorno dopo giorno. Inoltre penso sia anche un’affascinante tragedia dell’orrore moderna, vicina ad una narrazione mitica, neo mitica se mi posso permettere.

7 Da dove nasce la passione per l’horror?

In verità non ho una vera e propria passione, mi restava congeniale per i temi che volevo affrontare; quale genere potrebbe essere più adatto per un compendio sul male nella società: l’horror! A dirla tutta uno dei primi libri che lessi da piccolo, o meglio racconti, è stato il gatto nero di Edgar Allan Poe, forse inconsciamente il maestro del brivido mi ha spinto verso questa scelta.

8 Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?

Certo! Sto scrivendo la storia di un personaggio enigmatico e misterioso, realmente esistito. Ho dovuto studiare molto per scoprirlo nella sua interezza. Vicino di casa di questo individuo oscuro è un giovane ragazzo, protagonista di questo nuovo racconto, che dal rapporto con questo uomo misterioso, il signor G, scopre che egli in verità possiede il segreto a cui tutti gli uomini vorrebbero aspirare. Il segreto dei segreti! Il Graal della modernità! Un libro assai misterioso, curioso e con quella vena filosofica che non posso mancare in nessuno dei miei scritti. Oltre a questo sono molto affascinato dalla rilettura moderna dei bellissimi miti che la classicità ci ha lasciato, rifletterci con gli occhi moderni di un ragazzo nato alla fine del secolo. Sarebbe bello riscrivere il Prometeo e l’Orfeo, che ho sempre amato.

9 Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

A dirla tutta non ho proprio un unico romanzo, beh, lo studio del romanticismo letterario, dal Faust di Goethe all’Iperione di Holderlin, mi ha dato una significativa spinta. Leggendo inoltre la mitologia classica, un po’ di filosofia platonica e i classici Italiani, da Dante al Canzoniere del Petrarca, mi sono completamente assorbito e ho smarrito il sentiero di casa. Mi sono perso tra le righe di questi monumenti alla grandezza dell’arte; ancora oggi non trovo più la via del ritorno.

10 Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Sicuramente tutti quei libri che raccontano semplicemente una storia, senza approfondire un significato, o addirittura non avere alcun significato; La letteratura contemporanea deve aprire gli occhi ai propri lettori, altrimenti diventa tutto un intrigante telenovela, magari interessante ma inutile! Potrei fare dei nomi, ma mi sembrerebbe scortese; comunque qualcuno lo farò : Fabio volo e Federico Moccia, sono completamente distanti dal mio modo di concepire l’arte del bello scrivere.

11 Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Visto che Macabro parla del male nell’uomo, mi faccia capire se per lei la banalità del male è un’asserzione vera e giusta?
Assolutamente no! In alcun modo il male è banale, questo non vuol dire che esso non possa impossessarsi delle persone dal carattere semplice, banale, normali come un po’ tutti noi. Ma dal momento che vengono posseduti, che assaggiano questa sostanza velenosa, la loro anima verrà sbaragliata da detta nera arte, arrivando a concepire in un modo assai brutale, complesso e inquietante, artisticamente osceno, i propri maledetti misfatti, e nulla di banale ci vedo in esso. Hitler, per citare una grande incarnazione di male puro, non era certamente banale, e così tutti quelli che lo seguivano, aiutati da un’intelligenza culturale molto avanzata all’epoca, ricordiamo che cosa era la Germania degli anni 20 e 30 del ventesimo secolo. E come può essere banale una macchina industriale dello sterminio, solo gli storici del dopoguerra lo possono asserire.

Quello che ci spaventa e che non ci fa comprendere la portata di queste azioni, è che noi vediamo la maggior parte di questi individui infernali, come delle persone che alla fine non erano poi diverse da noi. E questa è la pura e semplice verità dell’essere umano. Esso, chiunque sia, chiunque sia chiamato uomo e abbia una coscienza individuale, può scegliere se cogliere i frutti di una retta via o di un male che è sempre pronto ad essere colto, come un frutto bello e succoso. E ancor più inquietante è sapere e vedere che l’intelligenza è la prerogativa dell’uomo, della nostra specie; è essa che ci divide dagli altri esseri animali e non, ed è l’intelligenza che ci permette, come uomini liberi, di poter scegliere il male autentico; infatti solo l’uomo è capace di compiere il male; un leone sbrana la preda per mangiare, ma non si accanisce su di essa, l’uomo uccide per il semplice gusto di farlo, affama per quattro denari, umilia e odia per egoismo. E nessuna banalità potrebbe mai affiancarsi all’intelligenza per i suoi scopi.

Forse ha ragione pienamente il testo sacro quando dice: Beati i poveri in spirito perché di essi è il regno dei cieli; visto che l’intelligenza può spalancare le porte al male autentico nell’uomo di tutti i tempi. È come una condanna: intelligenza, libero arbitrio, e desiderio di poter commettere il male. E questa è la domanda che inesorabilmente dobbiamo porci: Come farà l’uomo intelligente a convivere con il profondo e radicato desiderio di commettere il male? Questo sta a tutti i lettori di Macabro scoprirlo…

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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