Recensione Libro.it intervista Giancarlo Piciarelli autore del libro Trilogia di Piazza del Popolo

Intervista allo scrittore Giancarlo Piciarelli.
Giancarlo Piciarelli
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Intervista a Giancarlo Piciarelli

1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro Trilogia di Piazza del Popolo cosa diresti?

Direi che è il tentativo, spero riuscito, di creare un personaggio che si discosta dal canone classico del poliziotto, un non eroe con le sue debolezze, le sue fragilità ma con un profondo senso di giustizia.

2. Da dove nasce l’idea che ti ha portato a scrivere questi tre gialli così curati nella descrizione di storie e personaggi?

Mi piace la gente, mi piace il mistero psicologico che è in ognuno di noi, non esistono vite semplici o personalità banali. Sono i personaggi della vita di tutti i giorni che mi danno l’idea di un romanzo da quali spesso mi lascio prendere la mano.

3. Da quali elementi sei partito per scrivere i tre racconti della trilogia?

La mia intenzione era di scrivere solo un romanzo e non una trilogia, mi piaceva il personaggio di Leo Blasi, mi ricordava un vecchio commissario che avevo conosciuto da ragazzo, sono stati i miei amici lettori a spingermi a scrivere una trilogia e ormai Leo Blasi è come se vivesse di vita propria.

4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo libro?

Che la vita non è fatta di infallibili supereroi ma di fallibili esseri umani che trovano la loro forza attingendo dalle loro fragilità. Blasi è uno che ha terrore delle armi, che non si comporta come uno spietato policeman e che non nasconde le proprie paure, per questo, a volte, è un vincente.

5. Se Giancarlo Piciarelli dovesse utilizzare tre aggettivi per definire i suoi romanzi gialli, quali userebbe?

Atipici, Reali, Semplici.

6. Perché credi che si debba leggere Trilogia di Piazza del Popolo?

La domanda bisognerebbe rivolgerla ai miei lettori, per quanto mi riguarda credo che un libro vada letto per il semplice fatto che sia stato scritto, che poi possa piacere o meno, questo è un altro discorso.

7. Da dove nasce la passione per la scrittura?

Non posso dare né una motivazione né una collocazione temporale alla mia passione per la scrittura mi sembra di scrivere da sempre. Fare lo scrittore è un lavoro faticoso ma quando il libro è finito si ha la coscienza di aver creato qualcosa e alla stanchezza subentra la soddisfazione e si è pronti a ricominciare, ovviamente se c’è anche chi ti legge è meglio.

8. Hai nuovi progetti in vista? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?

Volevo scrivere una commedia ma a “grande richiesta” sto terminando di scrivere “Effetto Werther” il quarto libro del commissario Blasi che questa volta dovrà navigare nel mondo opaco della politica e della corruzione. Il libro dovrebbe uscire a Natale.

9. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

Anche se è difficile trovarci un nesso con quello che scrivo oggi, è stato Così parlò Zarathustra un libro per tutti e per nessuno di Friedrich Nietzsche.

10. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

La solitudine dei numeri primi di Paolo Giordano, un libro mediocre da cui è stato tratto un film ancor più mediocre. Non amo quel libro perché è la dimostrazione di come un grande editore possa, se vuole, creare un successo letterario dal nulla.

11. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Marzullo mi farà causa per una domanda del genere. Mi chiederei come faccio a conciliare la mia professione di economista con quella di scrittore e mi risponderei che faccio l’economista per campare e lo scrittore per vivere.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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