Recensione Libro.it intervista Gianpaolo Limardi autore del libro Il sorriso di un arcobaleno

Intervista allo scrittore emergente Gianpaolo Limardi.
Gianpaolo Limardi
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Il sorriso di un arcobalenoIntervista a Gianpaolo Limardi

1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Il sorriso di un arcobaleno”, cosa diresti?

Direi che è un’esperienza di vita inondata di emozioni, nella quale ogni accadimento, ogni incontro, ogni personaggio traccia le linee guida di un progetto esistenziale che porterà il protagonista lontano dalla comodità delle sue insicurezze.

2. Da dove nasce l’esigenza di scrivere questa storia così viva, piena di riflessioni e sentimenti?

Scrivere è sempre stato il mio sogno, una forma d’espressione all’interno della quale c’è tutto me stesso. E l’essere me stesso è un coacervo di appunti interiori, di ribellioni, di cuori che palpitano, di valori che esplodono e fanno rumore e che ho voluto condividere con il lettore.

3. Quale messaggio vorresti lasciare in chi legge il tuo libro?

Un messaggio di speranza. Una persona, a cui la vita sta riservando forti sofferenze, dopo aver letto il libro mi ha scritto: “Grazie al tuo libro ho ritrovato la speranza di credere nella misericordia di Dio”. Penso non ci sia altro da aggiungere.

4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere alla storia, quando l’hai letta dopo la pubblicazione?

Per ciò che concerne i contenuti direi di no. Però avrei voluto inserire una sorta di “avviso ai naviganti/lettori”: «Attenzione», avrei voluto scrivere, «per entrare nelle sensazioni più profonde di questa storia, occorre spogliarsi dei preconcetti ideologici e trasportare qualcosa di sé in ciascuna pagina». «E magari alla fine», avrei aggiunto, «fermarsi a riflettere e farsi anche qualche domanda…»

5. Se Gianpaolo Limardi dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Il sorriso di un arcobaleno”, quali userebbe?

Sincero, ricercato, controcorrente.

6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Perché c’è ancora luce in un mondo che sempre più spesso premia le tenebre. Perché ci può essere una visione differente delle nostre vicende quotidiane. Perché si possono raccontare storie “coinvolgenti” come il Brasile amato dal protagonista. Perché i rivoluzionari non indossano necessariamente un basco o una bandana, ma caricano spesso sopra di sé le fatiche dell’ordinarietà.

7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?

Ho un paio di idee: una su un’”improbabile” storia d’amore ritmata dalle note suadenti di un samba brasiliano; l’altra invece potrebbe coinvolgere la fantasia descrittiva di uno dei miei figli, a cui piace spaziare – proprio perché ancora bambino – nel cosmo dell’inventiva.

8. Qual è il libro che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?

Scherzando ma non troppo direi “Il sorriso di un arcobaleno”, ma travestendomi più da lettore, in particolare da lettore appassionato di letteratura sudamericana, vorrei citare “Il quaderno di Maya” di Isabel Allende, l’ennesimo capolavoro di una scrittrice “magnetica”.

9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Quello che risponde solo a logiche commerciali.

10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

D: “A uno scrittore che dovrebbe avere un rispetto quasi sacrale per la lingua italiana, che effetto fa avere un nome di battesimo sgrammaticato, «Gianpaolo» e non «Giampaolo»?”
R: Orribile, solo che non è colpa mia e nemmeno dei miei genitori. La calligrafia sbadata di un impiegato dell’anagrafe ha compiuto il misfatto. E così da sempre il mio nome ha portato con sé il peccato originale dell’errore ortografico.

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Redazione - Recensione Libro.it

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