1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.
Sono un ragazzo come tanti altri. Forse ormai dovrei dire un uomo, ma al momento questa parola mi sembra ancora troppo impegnativa nei miei confronti.
Lavoro come tecnico informatico a Milano e tra le mie passioni, oltre alla scrittura, c’è la vita all’aria aperta, in particolare a cavallo della mia bicicletta. Anno dopo anno, ho finito per abbandonare totalmente l’automobile e muovermi quotidianamente sui pedali. Anche le vacanze le trascorro in sella, viaggiando. Tutto ciò mi permette di avere molto tempo per pensare e di vedere le cose da un altro punto di vista, spesso atipico, sicuramente più lento. Non a caso forse, a volte è difficile comprendermi fino in fondo, ma credo di essere semplicemente perso nei miei sogni… Capitemi: mi ritrovo spesso sospeso, senza toccare terra coi piedi.
2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del romanzo “Acqua o sasso” cosa diresti?
Direi che dal mio punto di vista, avendolo scritto, di sensi ne ha infiniti. Ho cercato di esprimere delle emozioni, dei sentimenti, dei pensieri che sentivo e la speranza è che possano arrivare a chi avrà voglia di leggerlo. Allo stesso modo però, credo che ognuno sia libero di trovarci il proprio senso leggendolo, che non deve essere necessariamente positivo o simile al mio. “Acqua o sasso” narra due storie semplici e parallele di due persone contemporaneamente simili e opposte, che potrebbero non avere niente in comune, come avere moltissimo. Diciamo che per molti versi, lo trovo un parallelismo con le nostre vite di tutti i giorni, ma non posso addentrarmi troppo nelle spiegazioni o finirei per dire troppo.
3. Nel libro i personaggi protagonisti della storia sono descritti talmente nel particolare che sembrano reali, simili a qualcuno che conosciamo. C’è qualcosa di personale, qualcosa di te o delle persone che hai intorno in questa storia? Da dove nasce l’ispirazione per questo libro?
Ho pensato che il modo migliore per avvicinarmi alle persone che si sarebbero poi trovate a leggere il mio romanzo, era quello di narrare di figure che potessero risultare comuni, di tutti i giorni. Il ragazzo che incontri sui mezzi pubblici, il vicino di casa, la persona che incroci al supermercato…
L’intento era proprio quello di fare affezionare il lettore a uno dei protagonisti. Magari perché gli somiglia, perché ci si rivede.
Sicuramente mi sono ispirato anche a vicende personali, o comunque a episodi che hanno riguardato la mia vita o quella di persone che frequento o che ho frequentato.
L’ispirazione viene proprio dal mio fantasticare e sognare ad occhi aperti. Sicuramente sono stato anche influenzato da film che ho visto e apprezzato e probabilmente sono partito proprio da uno di questi, per poi elaborare una storia tutta mia.
4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo romanzo? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?
Vorrei che si emozionasse. Vorrei riuscire a strappagli un sorriso, una lacrima o forse entrambe le cose. Sempre più spesso vedo persone indifferenti a tutto e tutti, alla ricerca spasmodica di qualcosa di esaltante da vivere. Ecco io vorrei, forse presuntuosamente, fare si che una persona provi un’emozione, attraverso una storia che potrebbe essere quella di chiunque.
5. Il tuo romanzo sorprende e svela un mistero che per molte pagine neanche sfiora la mente del lettore. Quando hai iniziato a scrivere avevi già in mente la direzione verso cui tendere?
Sì, ma devo confessarti che originariamente avevo in mente un finale diverso. Poi quando è arrivato il momento di far calare il sipario, ho sentito un nodo allo stomaco. Mi sono commosso e ho deciso di fare “un passo in più” e far prendere alla storia una direzione probabilmente inaspettata.
6. Quali sono i tuoi progetti futuri? Stai scrivendo un altro libro, oppure ti stai dedicando alla promozione di “Acqua o sasso”?
Al momento sto cercando di far conoscere “Acqua o sasso” e contemporaneamente sto scrivendo dei brevi racconti per un progetto che mi piacerebbe realizzare prossimamente. Non so se sarà un libro o altro. Oltre a questo però, ho già in mente un’altra storia che voglio scrivere, un nuovo romanzo e non vedo l’ora di iniziare a farlo. Credo che nel giro di un mese o poco più, lo inizierò.
7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?
Premetto che mi è sempre piaciuto scrivere. Mi è sempre risultato più facile esprimere i miei pensieri scrivendoli, piuttosto che a voce.
Ho scritto un po’ di tutto: storie, articoli, poesie, canzoni. Il più delle volte ho scritto esclusivamente per me, ma ho sempre avuto un rapporto stretto con la penna, o con la tastiera.
Ora lo so che qualcuno partirà con amichevoli insulti, ma voglio essere sincero: non c’è un romanzo in particolare, ma ti confesso che i libri di Fabio Volo, pur narrando storie se vogliamo semplici e di persone comuni, mi hanno spesso emozionato. Mi sono quasi sempre ritrovato tra quelle pagine e forse, il fatto di leggere le vicende del “ragazzo della porta accanto”, è quello che mi ha spinto a scrivere e che mi sono ritrovato a fare anch’io.
Se devo dirtene uno, dico “Il giorno in più”, romanzo che adoro, al contrario del film.
8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?
Nelle terre estreme, di Jon Krakauer. Ho visto il film “Into the wild” e me ne sono innamorato. Così ho deciso di leggere il libro al quale si ispirava il film, dove veniva narrata l’appassionante e sfortunata vicenda di Christopher McCandless. E’ stato uno dei rari casi in cui ho promosso il film a pieni voti e bocciato il libro.
9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…
“Acqua o sasso” è il tuo romanzo d’esordio, cosa si prova a passare “dall’altra parte del libro”? E’ stata una bella avventura, iniziata senza troppe certezze su quello che stavo facendo e senza sapere di preciso dove mi avrebbe portato. Ho provato delle belle sensazioni e non nego che quando ho realizzato di aver portato a termine un romanzo, è stata una bella emozione e soddisfazione. Perciò, nel mio piccolo, consiglio a chiunque abbia un sogno, di inseguirlo e provare a realizzarlo. Io non so di preciso ora cosa ne sarà del mio romanzo: se, chi e quanti lo leggeranno, ma so che ne è valsa la pena scriverlo.