Intervista a Laura Oskene autrice del libro “Baby dukke”

Intervista a Laura Oskene autrice del libro “Baby dukke”.
Laura Oskene
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Laura Oskene autrice del libro “Baby dukke”

1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Baby dukke”, cosa diresti?

Ѐ un’opera che parla essenzialmente di narcisismo e di psicopatia, di come i rapporti caratterizzati da questo genere di sfumature leghino vittima e carnefice. Indago quali sono gli sviluppi intimi ed esterni alla coppia, come il nucleo interno evolve ma anche come il mondo di fuori si muove rispetto ad esso e nel far ciò, al solito, cerco di battere strade inedite, mie personali, rifiutando qualunque cliché, per immergermi nella realtà più vera e nascosta, quella che generalmente rimane non detta, inconfessata.

2. Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a scrivere questa storia che sembra intrisa di verità personali per quanto raccontata dall’interno?

Ho cominciato a scrivere Baby dukke subito aver concluso la stesura di Blow un altro romanzo più lungo, ambientato in Giappone, dove fra le altre cose, nel secondo volume, affronto ancora una volta il leitmotiv del narcisismo e della psicopatia di coppia. Ѐ un tema che ho scoperto nell’ultimo anno e mi ha presa molto. Mi ha aperto delle porte e offerto molti spunti.

3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Io sono uno scrittore e nel senso più generale del termine, un’artista perché al di là della letteratura, sono anche pittrice e pur non essendo regista, ho realizzato un film. Ma innanzitutto mi vedo come una sorta di ricercatrice, nel senso quasi scientifico del termine. Quando sviluppo le mie tematiche, lo faccio con l’intento di mostrare all’esterno dinamiche e aspetti che in genere, almeno nella mia esperienza di lettrice, nei romanzi vengono soffocati da stilizzazioni troppo superficiali.

Io voglio abbattere i muri e creare un mio linguaggio, un mio modo per raccontare la verità. I miei lavori, che siano racconti, romanzi, raccolte di poesie, hanno sempre una forte impronta psicologica, in quanto quello è il mio principale campo di indagine.

Ma mi interessa anche l’aspetto sociale della realtà, non solo quello individuale più intimo. Ogni volta cerco di affrontare situazioni e vissuti personali da un punto di vista interno e diverso, inusuale. Ricordo che da giovane, quando leggevo le opere di altri scrittori, mi capitava spesso di dire a me stessa “bello, però secondo me manca qualcosa”. Io cerco di fare questo, di andare più a fondo nel mistero umano, in modo quasi spietato, senza freni, né inibizioni, come una trivella.

4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

No, in genere parto scrivendo scene anche molto lontane fra di loro che poi a forza di frammenti, si aggregano con uno scarto veramente minimo e io ogni volta, quando inizio un nuovo progetto, non ho
alcun timore, perché so che l’opera che è sempre più grande di me, al solito mi guiderà e si rivelerà da sé. Poi quando è giunta al termine lo so, perché è come se a un certo punto le faglie smettessero di tremare e allora so che non c’è altro da aggiungere.

5. Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Baby dukke”, quali useresti?

Non saprei rispondere a questa domanda.

6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Per fare un’esperienza diversa che però, dipende dalla sensibilità e dal vissuto del lettore, può essere semplicemente interessante, ma anche molto dolorosa.

7. Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?

Sono anni, cinque, sei all’incirca che scrivo incessantemente un libro dietro l’altro. Sul fronte letterario il mio obiettivo ora è fermarmi per tornare indietro e completare ciò che ho lasciato a tre quarti oppure revisionare altri lavori più vecchi prima di pubblicarli. Per il resto penso che alla fine, anche fermandomi così, avrò scritto abbastanza. Mi sento svuotata, realizzata.

8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo periodo?

Da anni scrivendo così tanto ed essendo impegnata anche su altri fronti, non riesco a leggere molto, e quando lo faccio, leggo perlopiù saggi. Coi romanzi mi accade che dopo dieci pagine mi si aziona qualcosa dentro e parto a scrivere io.

9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Tutti quelli che ho scritto io. Li sconsiglierei a persone che non vogliono essere colpite dal loro riflesso allo specchio, da ciò che non conoscono o che non sanno di conoscere.

10. Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.

Di nuovo non saprei cosa rispondere.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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