Recensione Libro intervista Moris Melgari autore del libro “L’ombra del drago”

Intervista allo scrittore Moris Melgari autore del libro “L'ombra del drago”.
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1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto assieme a Laura Papetta.

Per quanto riguarda le presentazioni, che si può dire?. Sono una persona tranquilla, che ama la calma e la serenità. Adoro leggere e lo considero una parte importante ed essenziale della mia giornata. Un momento tutto mio in cui posso liberare la testa dai mille pensieri del lavoro e della vita “reale” e rilassarmi. Leggo di tutto anche se ho una predilezione assoluta per i romanzi fantasy e medievali. Ho scoperto questa mia passione per il fantasy all’età di 11 anni, quando mia mamma mi regalò per il mio compleanno “La storia Infinita” di Ende.

2. Dovendo riassumere in poche righe la trama dell’opera “L’ombra del drago” cosa diresti?

Migliaia di anni fa i cinque Sovrani dei draghi ed il Re Elfico Solomon sancirono sopra un roccia, col proprio sangue, il Solenne Giuramento di Vita, un Patto che li vincolava a non combattersi e assegnava a ciascuno di loro un territorio su cui regnare. Ma Kalaman, il malvagio Re dei draghi rossi, volendo più potere e più territori rispetto a quelli assegnatigli, non si sottomise al Giuramento e giurò vendetta nei confronti di tutti. Così, all’insaputa degli altri sovrani, creò proprio sulla Roccia del Giuramento, un pugnale senziente in grado di annullare la volontà del possessore.

Questo pugnale iniziò ben presto a mietere vittime, iniziando a creare scompiglio tra draghi, elfi e uomini, portando queste ultimi due razze in guerra. Se si fossero annientate tra di loro, i draghi rossi avrebbero potuto avere più spazio per loro, prosperando e diventando più numerosi di qualunque altro drago. Ma centinaia di anni dopo, al culmine della guerra, una profezia giunge insperata nelle mani della Regina elfica Nìelen. La profezia annuncia che ci vorranno ancora trant’anni perché si riesca a porre fine a questa sanguinosa guerra e che la via della salvezza è quella che “sta nel mezzo”.

In questi trent’anni, Nìelen scopre che la “via che sta nel mezzo” potrebbe riferirsi a Sharadel, una mezzelfa concepita da una violenza umana proprio il giorno stesso della profezia. La giovane è cresciuta forte e dotata di una magia fuori dell’ordinario. Inoltre, passati questi trent’anni, il pugnale senziente fa la sua ricomparsa tentando di prendersi la vita di Nìelen stessa. Proprio per questo la Regina si convince che i tempi sono maturi e rivelerà a Sharadel tutta la sua speranza, incaricandola, assieme ad altri due compagni, di trovare il modo di porre fine a questa sanguinosa guerra.

Se non riesce lei, nessuno lo potrà fare. I tre compagni decidono così di iniziare la loro avventura tentando di trovare la famosa Roccia del Giuramento, in cerca di qualsiasi indizio o aiuto. Durante il viaggio incontreranno molti ostacoli ed aiuti insperati. In particolare incontreranno Glorian, uno strano umano che pare sapere tutto sulla loro ricerca e sul pugnale.

Glorian si rivelerà presto essere un drago d’oro, il figlio del re dei dorati, i più saggi e buoni tra tutti i draghi, trasmutato in forma umana per poterli aiutare senza destare sospetti negli altri draghi. Sarà proprio lui a condurre i tre compagni al luogo dove, migliaia di anni prima, Il Giuramento venne sancito ed il pugnale maledetto forgiato.

3. Da dove nasce l’idea di utilizzare un romanzo fantasy per affrontare temi quali la passione, il valore, il coraggio e la difesa della propria terra?

Beh, diciamo che il fantasy ed in particolar modo l’high fantasy (o epic fantasy) tratta i temi sopraelencati, quali la passione, il valore ed il coraggio. L’esempio più grande di high fantasy lo abbiamo con “Il Signore degli anelli” di Tolkien. Qui il valore, l’eroismo, il coraggio, la difesa della propria terra sono portati all’eccelso. Pensiamo al senso di appartenenza degli hobbit alla Contea o al valore dei Cavalieri di Rohan o degli Uomini di Gondor, che sacrificano tutto, anche la vita per la difesa della propria terra. A me è sempre piaciuto questo genere di fantasy ed ho voluto quindi trasferire quei suoi valori tipici nel romanzo.

4. Cosa vorresti che il lettore cogliesse entrando in contatto con le parole del tuo libro?

Sicuramente vorrei che il lettore si divertisse e si appassionasse ai personaggi. Io e Laura abbiamo scritto questa storia cercando di rendere quanto più “reali” possibili i personaggi, sottolineando non solo gli aspetti positivi ma anche quelli negativi.

L’eroe senza macchia e senza paura, perfetto in ogni momento non fa per noi. E’ irreale in quanto non esistono esseri perfetti. Anche i draghi, ad esempio, che da sempre sono considerati come le creature più sagge ed antiche di ogni universo fantasy, o gli elfi, li ho voluti caratterizzare in maniera molto “umana” con pregi e difetti che li fanno apparire meno eterei ma più vicini a noi.

5. Questo libro è il primo del ciclo “Il giuramento dei draghi”. Ci puoi anticipare qualcosa sul prosieguo della storia e sulla possibile data di uscita del nuovo romanzo?

Riassumendo risponderei così: le avventure di Sharadel sono solo all’inizio e, oltre alla guerra tra elfi e uomini, la attenderanno delle prove difficili da superare anche dal punto di vista emotivo. Sharadel dovrà confrontarsi con chi pensava di non incontrare mai e si troverà di fronte una scelta non facile.

I successivi libri sono “Il tradimento del drago”, “Il sangue del drago” ed il “cuore del drago” dove il tutto arriva ad una conclusione. Per quanto riguarda la data di pubblicazione dei prossimi libri, in realtà non abbiamo ancora voluto pubblicarli, in quanto io e Laura volevamo renderci conto di che impatto avrebbe generato il primo libro

6. Cosa spinge gli scrittori di romanzi fantasy ad affrontare nelle proprie storie la guerra tra le razze per la supremazia?

Come dicevo prima, un elemento caratterizzante dell’high fantasy è la dicotomia bene/male. Il male tenta sempre di prevaricare il bene. In questo genere di romanzi abbiamo sempre una compagnia di “eroi” che si frappone al “cattivo” di turno. E nelle stragrande maggioranza di casi, gli universi fantasy sono popolati da razze diverse (umani, elfi, orchi, draghi, halfling).

La diversità e la voglia di supremazia di una razza rispetto ad un’altra sono, molto spesso, la molla che fa scattare la guerra. Così nel Signore degli anelli abbiamo La Compagnia dell’Anello (formata da uomini, elfi, nani e hobbit) che combatte contro Sauron e d il suo esercito (Orchi, umani spettri); nella saga di Dragonlanece abbiamo Tanis e compagni che lottano contro la Regina delle Tenebre e i suoi draghi, o, se vogliamo arrivare ai giorni nostri, nel ciclo dell’Eredità di Paolini, abbiamo Eragon e i Varden che si contrappongono al crudele Galbatorix e al proprio esercito. Ed in tutti questi esempi, la molla scatenante è sempre stato il tentativo di una razza di conquistare e schiacciare le altre.

7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

Oh, qui è difficile. Diciamo che sono due. Sicuramente, come ho detto prima, “La Storia Infinita” di Ende mi ha fatto appassionare al genere, ma è stato leggendo “Il Signore degli Anelli” che ha iniziato a nascere dentro di me la voglia di scrivere un romanzo che potesse dare agli altri quelle emozioni che Tolkien aveva dato a me. Ma fu solo dopo aver incontrato Laura che riuscii a concretizzare il tutto: avevo già da tempo una storia che mi ronzava in testa, ma non riuscivo a renderla fluida e omogenea. Dopo averla esposta a Laura, lei mi aiutò molto, arricchendola di particolari, correggendola e sviluppandola.

8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Diciamo che ogni libro andrebbe letto, perché ogni libro, bello o brutto che sia, racconta una storia e dà delle emozioni. Io ho chiaramente dei libri e degli autori preferiti, nonché dei libri che proprio non sono riuscito a finire di leggere, ma… non fatemi fare nomi!!!

9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Diciamo che la domanda che in realtà nessuno mi ha mai fatto, è se sarei stato in grado di scrivere ugualmente il libro se non avessi incontrato Laura e la risposta è no. Laura non mi ha solo aiutato a sviluppare la storia, la cui trama, tutto sommato, era già quasi completa nella mia testa, ma ha arricchito notevolmente la storia e ha dato quel “tocco femminile” che ha reso il romanzo più profondo. E’ grazie a lei se dopo circa due anni di lavoro congiunto, è nato il Giuramento dei Draghi.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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