Recensione Libro.it intervista Ruben Gualà autore del libro Il templare scomunicato

Intervista allo scrittore Ruben Gualà.
Ruben Gualà
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1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.

Beh, cosa potrei dire? Ho cominciato a scrivere in prima media, abito in una zona collinare circondato dal verde dei boschi e da svariati animali che si trovano in questa zona come cinghiali, tassi, scoiattoli, volpi, lupi ecc. ecc. mi piace il mare, amo scrivere, e mi piace di tanto in tanto dilettarmi nel disegno.

2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro Il templare scomunicato cosa diresti?

È un romanzo che porta il lettore a riflettere sul passato e su se stessi, sul modo di vedere la vita e l’importanza che l’individuo stesso gli da. Si troverà difronte a delle scelte che farà il personaggio principale, ed è un buon modo per farsi un autovalutazione chiedendosi cosa avrebbe fatto lui (Il lettore) al suo posto. Alla fine della storia, l’insegnamento che si può trarre è che: quello che è stato fatto di sbagliato nel passato non dovrebbe essere ripercorso nel futuro. Le guerre sono sbagliate, e invece di portare la sofferenza nel mondo, l’essere umano dovrebbe impegnarsi a portare la felicità.

3. Nel tuo libro risalta il messaggio centrale è quello di far capire alle nuove generazioni e alle future che la guerra non è la soluzione ai problemi. Pensi che il tuo romanzo possa convincere i lettori di questa grande verità?  

Penso che se il lettore si metterà nei panni del protagonista e nelle emozioni che sente sulla sua pelle, i risultati non tarderanno ad arrivare neanche sui cuori dei più guerrafondai. Ma dipende dal lettore e con quale spirito affronti questa avventura… Ops, lettura.

4. Il libro fonde realtà storicamente accadute con la parte romanzata frutto della tua invenzione. Come mai hai voluto utilizzare verità e immaginazione per raccontare questa storia?

Penso che un racconto solamente storico sia potuto risultare pesante e noioso a lungo andare e così ho voluto alleggerire la lettura inserendo intrighi e cospirazioni varie, che oltre a rendere la lettura meno pensante, l’avrebbero potuta rendere anche più interessante (scusate la rima XD).

5. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il tuo romanzo, oltre alla questione della guerra?

Non bisogna mai abbandonare chi tiene a noi, e non bisognerebbe mai tradire la loro fiducia che siano amici, famigliari, il nostro coniuge o fidanzato/a. E soprattutto, le decisioni importanti vanno ponderate bene prima di decidere, e se ci viene dato un saggio consiglio, non importa con quale tono ci viene detto ma qual è il suo succo.

6. Raccontaci qualcosa sull’ispirazione che ti ha portato alla scrittura di questo romanzo e come si è evoluta la storia man mano che la pensavi?

Avevo già avviato questa storia sotto forma di fumetto visto che per cinque sei anni (Durante il periodo scolastico visto che avevo molto più tempo libero rispetto ad ora) oltre che scrivere disegnavo. Lo feci presente a un mio amico con cui nacque una discussione sul fatto se combattere fosse giusto o sbagliato. Da qui mi è venuto in mente di modificare un po’ la trama del romanzo e cominciarlo a scriverlo, questa volta con uno scopo più importante rispetto a quello per cui era nato: Insegnare qualcosa di utile.

Ovviamente a mano a mano che proseguivo nella stesura mi sono divertito a staccarmi dalla scaletta che mi ero programmato, e proprio da una di queste “Uscite clandestine” mi sono imbattuto nella nave “decima tempesta”, nel percorso originale i militari non sarebbero dovuti salire su una nave mercantile, così come non era Vincent quello che doveva andare a cercare il materiale per costruire le catapulte. Grazie a queste uscite sono riuscito a parlare anche di argomenti storici di cui, invece, non mi ero programmato di discutere. Il bello della scrittura è che spesso il romanzo sorprende anche il suo scrittore.

7. Quali sono i tuoi progetti futuri legati alla letteratura? Stai scrivendo un altro libro? Vuoi anticiparci qualcosa?

Beh, spero di scrivere per il resto dei miei giorni. Spero soprattutto di riuscirci a vivere, spesso questo è deciso più dalla fortuna dello scrittore che dalla sua bravura. Fatto confermato anche da Stephen King.

Rispondendo alla seconda domanda, la risposta è sì, ho scritto un secondo libro e sto cominciando il terzo. Il secondo è in mano alle case editrici e sto aspettando le loro valutazioni. Si tratta di un romanzo rosa ambientato nell’epoca moderna. Qui ho avuto modo di parlare anche delle bellezze di alcuni posti abruzzesi poco conosciuti ma con delle storie e dei posti molto curiosi da conoscere e visitare. Comunque la storia gira principalmente attorno hai due personaggi principali. La storia di un amore imprevedibile e di un’amicizia complicata con un personaggio con caratteristiche molto singolari, ma in cui molti lettori (Anzi, tantissimi, ne sono sicuro) potranno confrontarsi.

8. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

Tutto cominciò all’età di undici anni leggendo Il corsaro nero di Emilio Salgari. Da lì diventai un assiduo lettore e uno scrittore alle prima armi, poi, strada facendo queste armi si sono affilate e oggi… Beh… Eccomi qua ^.^

9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Non esiste un libro che non valga la pena leggere. Ogni libro ha qualcosa da offrire. Ovviamente ogni lettore ha gusti differenti e può preferire o meno una lettura rispetto a un’altra ma, in questo caso parliamo di gusti e, come disse una volta Giulio Cesare per placare gli animi dei suoi generali davanti a un piatto di asparagi: “De gustibus non disputandum” o meglio “sui gusti non si discute”, essendo appunto, delle percezioni personali quindi, anche se ci sono letture che non mi son piaciute, eviterei di sconsigliare a qualcuno una lettura solo perché a me non è “Scesa giù”. Ognuno trae lezioni, benefici e pareri da sé e dalle sue percezioni.

10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

In che situazione ami scrivere i tuoi libri?

Calma e tranquillità, ancora meglio se è un’uggiosa giornata invernale quando la pioggia imperversa sui vetri delle finestre accompagnandomi i pensieri col suo ticchettio in sottofondo e, accanto al PC i fogli di carta pieni di parole, pensieri, frasi, scalette, trame, e bozze dei personaggi… Una bella cioccolata calda!

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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