Recensione Libro.it intervista Saverio Ojetti autore del libro “Un’altra idea di te”

Intervista allo scrittore Saverio Ojetti.
Un'altra idea di te
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1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.

L’identità dello scrittore e la sua storia personale hanno un valore a mio avviso relativo rispetto ai loro scritti ed ai loro lavori. Non è che non mi voglia raccontare… ci sono stati nella storia poeti e scrittori magnifici che hanno saputo narrare storie avventurose e lontane dalla propria stanza, con la propria penna e dalla propria scrivania, altri che hanno tentato e fallito dall’alto della loro esperienza. La narrativa è lo strumento che ci consente di riordinare in forma i resti di ciò che abbiamo visto attraverso gli occhi dei narratori, sentito attraverso le loro parole, intuito attraverso le loro voci. Senza la narrativa di ieri non esisterebbe quella di oggi. Leggere è l’unica forma che permette alla narrativa stessa di sopravvivere. Dubito molto di quegli autori che so, leggono poco.

2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Un’altra idea di te” cosa diresti?

Il libro mostra come un frammento di un racconto di vita ben più complesso, due realtà che evocano momenti determinanti della nostra storia recente e che s’intrecciano quasi sovrapponendosi, nel rapporto fisico, sofferto e per un verso inadeguato dei due giovani protagonisti. Per Lea e Tommaso, i protagonisti, conoscere, rivivere ed affrontare le luci e le ombre del proprio passato, sarà la regola che gli permetterà di cogliere a pieno il proprio presente e si rivelerà essere la condizione elementare per ottenere la piena coscienza della propria condizione. Sarà dunque quella diversa idea dell’altro, come riportato nella quarta di copertina, che emergerà tra le maglie allentate dalla maturità del loro rapporto, a rivelare la logica che muove i sentimenti e che ridà ordine e dignità alle emozioni

3. Nel tuo libro c’è l’ombra pesante di un passato che deve essere affrontato. I protagonisti devono riprendere in mano la propria vita.Perché hai deciso di raccontare una storia in cui il riscatto è così essenziale?

La nostra storia è ciò che siamo. Al nostro passato dobbiamo il risultato della nostra condizione presente, conoscerlo è doveroso, ricercarlo per comprenderlo è ciò che ci rende diversi dagli altri esseri viventi, che ci rende degni di presentarci con spirito critico, nel pubblico e nel privato, ai nostri simili. Il passato è la nostra memoria personale e collettiva, va rispettato, interrogato, giudicato, sarebbe un errore pensare il contrario o semplicemente non farlo.

4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?

Non voglio che il lettore pensi che ci siano delle verità nascoste in questo libro, non ce ne sono. Ci sono invece potenzialmente molti spunti di riflessione. Mi piacerebbe che il lettore ne cogliesse almeno uno e se lo portasse dentro per un po’ anche a libro chiuso.

5. Utilizzando la frase del tuo libro vorremmo sapere qual è Un’altra idea di te che chi ti conosce riesce a farti vedere? E qual è l’idea di te che invece ti ha fornito la scrittura?

Il mio punto di vista su molte questioni che riguardano anche temi pratici e volubili è costantemente messa in discussione dalle persone che mi stanno accanto! Ho continuamente un’altra, diversa idea di me quando provo a fare l’esercizio di guardarmi con gli occhi dell’altro. La scrittura di questo libro mi ha confermato, più che svelato come le prospettive da cui si possono vedere le cose sono molte, a volte troppe e tutto ruota intorno alla scelta di quale adottare per intenderle.

6. Quanto è importante avere accanto una persona che riesce a mostrarti le tue fragilità e ad aiutarti a superare gli ostacoli come avviene per i due protagonisti della storia?

E’ imprescindibile. La differenza è qui, è nel rapporto tra due individui, nell’avere accanto qualcuno che ti riprenda da basso e ti rialzi quando stai per affondare nelle sabbie umide della tua memoria.

7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

Ce ne sono stati molti. L’elenco è lungo, molta poesia italiana del ‘900, molta narrativa americana contemporanea, ho letto molto, compreso poco, ma credo che la differenza l’abbia fatta la filosofia (l’estetica e la psicologia). Nello sviluppo del pensiero del senso critico trovi la risposta (o almeno quella di cui ti accontenti) ai tuoi interrogativi.

8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Se non è un saggio? Quello che comincia con: vita e termina con: morte

9. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Scrivi per gli altri o per te stesso? La domanda nessuno l’ha mai fatta ma è altrettanto vero che a questa domanda ad oggi non so rispondere. Spero vada bene lo stesso.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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