Intervista allo scrittore Antony Harris

Intervista autore Antony Harris autore del libro "Il mio nome non è Dio".
Il mio nome non è Dio di Antony Harris
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Antony Harris autore del libro “Il mio nome non è Dio”

1. Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Il mio nome non è Dio”, cosa diresti?

Il senso è senz’altro far capire al lettore che l’essere umano ha avuto origini ben diverse e che la maggior parte dei comportamenti, sia benevoli che nocivi, che contraddistinguono i tratti caratteriali e comportamentali dell’essere umano nei confronti del pianeta, sono un lascito della razza che ci ha creati. Essi erano conquistatori e colonizzatori e sfruttavano i pianeti fino a esaurirne le risorse. Così è anche per l’uomo. Inoltre, l’essere umano è stato creato in origine per lavorare e ancora oggi prosegue con il suo scopo.

2. Da dove nasce l’ispirazione per questo romanzo in cui si parla di origine, di extraterrestri, potere ed esplorazione dell’universo?

A quasi tutti capita di ritrovarsi un giorno a riflettere e porsi delle domande. Quando è successo a me, ho cominciato a studiare scavando nella storia e in quanto le antiche popolazioni ci hanno trasmesso ed è stato sconcertante scoprire come delle vicende tanto complesse, delle volte vadano prese per come ci vengono raccontate, trovando risposte di una facilità disarmante. In tempi più lontani, sicuramente i filtri a cui oggi siamo sottoposti non esistevano, perciò gli uomini raccontavano di ciò che realmente vedevano. I sumeri hanno fatto altrettanto e ho cominciato a pensare che valeva la pena dare una spiegazione alla presenza dell’essere umano sulla Terra. Nei testi definiti sacri, se letti attentamente, si trovano informazioni tutt’altro che di carattere religioso.

3. Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Il lettore dovrebbe comprendere che per troppo tempo, ci è stata raccontata una storia che andrebbe riscritta e che non bisogna avere timore di conoscere le proprie origini, piuttosto che attribuirle a un intervento divino che non c’è mai stato o a una teoria evoluzionistica che fa acqua da tutte le parti ma comunemente accettata come verità solo perché scritta sui libri, perché pur sempre di teoria si tratta.

Il segno che vorrei lasciare, ed è quello che mi aspetto, è far capire che è inutile cercare di dare spiegazioni mistiche o di ritrovarsi ingarbugliati in estenuanti e di difficile comprensione teorie scientifiche o pseudo-scientifiche. L’essere umano ha avuto origine da un’altra civiltà non originaria di questo pianeta ed è sufficiente guardarsi allo specchio per capirlo. Vorrei far capire che è inutile cercare alieni, perché sul pianeta Terra gli alieni siamo noi.

4. C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

Bella domanda. In realtà ho dovuto tagliare parecchio per raggiungere questo risultato finale. Direi che c’è già abbastanza carne al fuoco così.

5. Se Antony Harris dovesse utilizzare tre aggettivi per definire “Il mio nome non è Dio”, quali userebbe?

Preferisco che sia il lettore a darli. Posso comunque usare questi: leggero e (spero) avvincente.

6. Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Perché l’origine dell’uomo credo sia quanto di più affascinante si possa tentare di spiegare e perché questa volta non è l’uomo il centro della vicenda, ma il suo creatore che infondo, non è poi così diverso e di cui si hanno davvero poche testimonianze.

7. Antony Harris ha nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?

Molti progetti. Alcuni terminati alcuni in fase di lavorazione. Spero entro l’anno di riuscire a pubblicare un nuovo romanzo che tengo nel cassetto da due anni. Posso anche dire che la storia dei creatori de “Il mio nome non è Dio” non finisce qui.

8. Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?

“L’Amore Bugiardo” di Gillian Flynn.

9. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Non saprei. Ogni libro ha certamente qualcosa da insegnare o un messaggio prezioso che varrebbe la pena assimilare. Probabilmente (non me ne voglia) “Il portavoce” di Rocco Casalino.

10. Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Per quanto tempo continuerò a scrivere? Non lo so. Mi piace pensare di riuscire a regalare una storia coinvolgente, suscitare emozioni nel lettore oggi. Finché ne avrò la voglia e ci saranno le idee continuerò. Al momento comunque ce ne sono tante ancora ed è difficile che lasci questioni in sospeso.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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