Intervista scrittore Fabio Carapezza

Intervista Fabio Carapezza autore libro "La piantagione dei cervelli".
la piantagione dei cervelli
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Fabio Carapezza del libro “La piantagione dei cervelli”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “La piantagione dei cervelli”, cosa diresti?

Racconto del Complessum, del simbolo alchemico dell’oro, di Kira e del padre Darius, prigionieri di una società “perfetta” dove i cervelli sono nutriti con il becchime di Stato. Ho usato alcune parole chiave per rappresentare una storia di libertà in un futuro ancora lontano, ma la cui genesi va collocata proprio nel tempo in cui viviamo noi.

Da dove nasce l’ispirazione per raccontare la lotta per la ricerca di libertà e di un futuro migliore dei suoi protagonisti?

Si tratta di un mio desiderio ontologico di indipendenza, ci sono molte cose del mondo che non mi piacciono e non mi vanno bene. La scrittura è un modo terapeutico per analizzare il proprio rapporto con la realtà: direi che si tratta di una forma di sopravvivenza allo scenario distopico che stiamo vivendo negli ultimi anni. Ho immaginato come mi sarei comportato io nella trama del romanzo, e così sono nati i personaggi e le sequenze che li fanno interagire.

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

È un testo rivoltoso che intende provocare scandalo in chi legge: viviamo il tempo in cui le masse sono facilmente addomesticabili dalle voci padronali di sistema, così che un futuro allevamento seriale di cervelli coltivati in vitro, non è né un incubo e neppure fantascienza lontana. Per ora si tratta di un’ipotesi, ma vorrei che chi deciderà di leggere questa storia si facesse qualche domanda per comprendere “a che punto siamo”, per citare un titolo di Agamben.

Come siamo arrivati a un rischio di deriva ultratecnologica della società? Perché si vuole riscrivere la storia e proporre un’istruzione a danno della cultura classica? Dove ci sta portando la progressiva corrosione della democrazia? Quanto sta diventando assolutizzante l’ingerenza del sistema-Stato nella privacy e nella vita dei cittadini? Che cosa dobbiamo fare per consegnare a Kira e ai bambini come lei un mondo più umano e sostenibile? Ecco, se qualche lettore mediterà su questi aspetti trattati nella storia, potrò ritenermi soddisfatto di avere raggiunto l’obiettivo.

C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

La storia è nata prima della pandemia ma fa riferimento a eventi che sono poi successi: per esempio si parla della soppressione delle libertà personali per “ragioni sanitarie”. Quando Darius scopre che la figlia Kira ha l’influenza, i protocolli predisposti dai tecnobot prescrivono norme di comportamento che si stanno ancora adottando nell’emergenza da coronavirus. Anche l’esito di una guerra totale fa da scenario alla “pace perpetua” dopo la guerra di tutti contro tutti. Ho ricevuto alcuni messaggi dove qualche lettore diceva: “Il tuo libro è ambientato nel prossimo secolo, ma è come se raccontasse quello che sta succedendo adesso”. Alla storia aggiungerei magari qualche dettaglio geo-politico come aggiornamento… Si parla di tracollo degli stati sovrani e del sistema finanziario, temo che si stia scivolando verso questi rischi.

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “La piantagione dei cervelli”, quali useresti?

Provocatorio, indipendente, coraggioso. “Provocatorio” perché potrebbe prendersi gioco del lettore superficiale che volesse contestualizzare la storia solo nella fantascienza pura; “indipendente” perché non ho mai avuto paura di sostenere le mie posizioni, sia nella realtà, sia nei libri che scrivo; “coraggioso” è la conseguenza naturale degli altri due aggettivi.

Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Perché parla ai lettori contemporanei come se fossimo già vittime dell’organizzazione sociale distopica narrata. Quel modello si sta insinuando un pezzo alla volta fra noi, assecondato dall’ipnosi collettiva che vede molte coscienze allineate a quello che raccontano i media e i cantori di Stato.

Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo romanzo? Puoi anticiparci qualcosa?
Non sono un autore di genere e non lo vorrei mai diventare. Quando una traccia mi si presenta con chiarezza, diventa una sfida esplorarla con personaggi molto distanti fra loro, così che spesso nascono storie diverse per ambienti e tematiche proposte. A breve uscirà la continuazione della fiaba ambientalista per ragazzi “Freddy il rospetto pulito”, uscito a giugno 2020. Il nuovo capitolo s’intitolerà “Freddy il rospetto alla ricerca di Mattia” e parlerà ancora del piccolo rospo impegnato in un’avventura più grande di lui: salvare il suo amico umano, un bimbo che si chiama Mattia.

Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo anno?

Pochi giorni fa ho terminato la rilettura di “L’odore dell’India” di Pasolini. Un testo che ha passaggi importanti, sempre attuali nell’analisi impietosa della società italiana. Certi intellettuali andrebbero sempre studiati e proposti. Mi è piaciuto molto anche il thriller “La lezione” di Marco Franzoso: molto abile nel trascinare il lettore e farlo identificare con la protagonista, in attesa di capire se sopravvivrà al suo aguzzino.

Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Ehehehe… anche a voi piace provocare! Ogni libro, ogni parola scritta, ogni foglio stampato ha sempre qualcosa da dire al lettore curioso. Ogni storia “dovrebbe” essere uno specchio in cui trovare una parte di se stessi. Raramente interrompo una lettura intrapresa. Poiché occorre rispondere, dirò che mi è capitato con Insomnia di un certo signor Stephen King. A dispetto del titolo mi ha fatto abbastanza dormire.

Adesso è arrivato il momento per porti da solo una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Sono davvero riuscito a scrivere in poche settimane un distopico avventuroso che non guarda all’intrattenimento puro? Sospendo il giudizio e giro la domanda al lettore…

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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