Intervista scrittore Leonardo Masetti

Intervista a Leonardo Masetti autore del libro “I migliori anni della mia vita”.
Leonardo Masetti
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Leonardo Masetti autore del libro “I migliori anni della mia vita”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “I migliori anni della mia vita”, cosa diresti?

È una chiara sfida al tentativo sistematico di distruggere, nel nostro emisfero moderno, le virtù e le tradizioni, il vero amore e il coraggio. In tutte le innumerevoli complicazioni portate alla luce dall’uso spropositato che si fa del progresso moderno, alla fine del libro si ha nettamente l’idea che la chiave della felicità resta sempre la semplicità. È questa la natura delle cose.

Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a raccontare di questa storia di criminalità ambientata in Sicilia durante la Prima Guerra Mondiale?

Beh, sono due elementi che, personalmente, mi hanno sempre incuriosito.
Combinare, raccontando, anche se in maniera fantasiosa, la nascita della Mafia in Sicilia ed i terribili eventi della Grande Guerra, è stata una scelta a dir poco irresistibile. Non dimentichiamoci che la Grande Guerra è figlia, in parte, della Belle Epoque, nella quale la tecnologia prese il volo e cambiò, irrimediabilmente, le vite di milioni di persone, basti pensare all’elettricità, alle automobili, alla conquista dei cieli, al cinema e alla musica…Tutte queste nuove risorse tecnologiche furono riversate, in maniera spaventosa, nella Prima Guerra Mondiale, cancellando, de facto, l’idea di guerra che fino ad allora si aveva, trasformandola in una vera e propria carneficina ad opera di bombe gigantesche, mitragliatrici, gas asfissianti, carri armati, bombe a mano, filo spinato, mine, aeroplani, dirigibili, sottomarini eccetera. È il primo, traumatico, assaggio di guerra moderna. È l’uomo contro la macchina. Proprio come oggi.

Scoprire, poi, come la Mafia sia nata e si sia espansa in Sicilia, stringendola in una morsa mortale, credo sia un argomento mai esplorato fino ad ora. Qui non si parla di spacci di droga internazionali ma, bensì, di…limoni. Come mai? Leggere per scoprire…

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole?
Quale segno vorresti lasciare in loro?

Stupore. Commozione. Riflessione. Sono questi i tre elementi chiave della trama che il lettore, spero, riuscirà a portar via con sé…

C’è qualcosa che avresti voluto aggiungere al libro, quando lo hai letto dopo la pubblicazione?

Niente. La storia è già di per sé assai complessa, credo di aver raggiunto il limite…

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “I migliori anni della mia vita”, quali useresti?

Sardonico. Realistico. E manzoniano.

Perché credi si debba leggere il tuo libro?

Credo sia un racconto adatto a tutti coloro che vogliano tuffarsi in una storia originale, coinvolgente e ricca di colpi di scena, che offre personaggi insoliti e intriganti, con tutto il loro bagaglio di emozioni, macchinazioni e riflessioni espresse talvolta in maniera pungente e altre volte in maniera toccante. Un libro da leggere tutto d’un fiato, insomma, e che, ne sono certo, vi farà riflettere.

Hai nuovi progetti? Stai scrivendo un nuovo libro? Puoi anticiparci qualcosa?

Tutti i miei sforzi, in questo momento, sono concentrati sulla seconda parte del romanzo. “La maledizione di James Lind”, difatti, rappresenta la prima parte della storia. Nella seconda parte, vedremo il nostro protagonista, Antonio, combattere sulle vette del Trentino… sopravviverà?

Qual è il romanzo che hai letto e ti ha più colpito emotivamente in quest’ultimo periodo?

Vi parrà strano, ma, di solito, non leggo romanzi. Li scrivo. A me interessano solo libri di storia e filosofia…un romanzo che ho letto durante i miei anni alle scuole superiori, e che mi ha sicuramente influenzato nello scrivere questo libro, è “Niente di nuovo sul fronte occidentale”…Quanto ci piace lamentarci di tutto e di tutti oggigiorno, ma basta leggere un libro del genere per capire quanto le nostre lamentele siano banali se non spropositate. Ho iniziato a leggere libri di storia sin da quando ero bambino ed ho subito compreso che non ci può essere futuro senza passato.

Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

Non me la sento di rispondere a questa domanda, dico solo “ad ognuno il suo”…

Adesso è arrivato il momento di porti una domanda a cui avresti sempre voluto rispondere ma che nessuno ti ha mai fatto…

Beh, nessuno mi ha mai chiesto cosa si provi a scrivere un romanzo. Io ho scritto anche diverse sceneggiature, articoli di giornale, canzoni e poesie. Ma scrivere un romanzo è tutt’altra esperienza. Costruire una storia dalle fondamenta è un’esperienza unica. Ci sono due indizi che uno scrittore, secondo il mio parere, deve assolutamente seguire se vuole portare a termine il suo lavoro.

Il primo è questo: una volta ultimato, ad esempio, un capitolo, se, nel rileggerlo, vi stancare o vi annoiate, beh, mi spiace dirlo, ma qualcosa non va. Il secondo indizio è questo: se non riuscite a staccare i vostri pensieri dalla storia che state scrivendo, se i loro personaggi vi inseguono anche nei sogni, se parte della trama vi appare così, improvvisamente, quando state guidando, beh, il mio consiglio è questo: non fermatevi. Siete diventati parte integrante del racconto. Anche se è meramente il frutto della fantasia, questa, in realtà, adesso è la vostra vita.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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