Intervista scrittore Rosario Mastrota

Intervista autore Rosario Mastrota.
Rosario Mastrota
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista lo scrittore Rosario Mastrota autore del libro “L’Italia è nel burrone”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “L’Italia è nel burrone”, cosa diresti?

È un testo vero, dove la Verità è la protagonista. Il senso del libro sta nel tentativo di guardare l’Italia da dentro il suo stesso precipizio, per capire non tanto come ci siamo finiti, ma se abbiamo ancora la forza di risalire. La narrativa non racconta la verità dei tribunali, ma quella che resta sottopelle. Se la verità giornalistica si basa su prove e fatti, quella narrativa è verosimile, forse una bugia, ma utile a far emergere ciò che spesso resta nascosto. Dire la verità – lo diceva Socrate – significa sempre rischiare qualcosa. Qui il rischio sta nel buttare della sabbia sopra alla verità e soffiarci sopra lentamente, pagina dopo pagina.

Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a raccontare questa società che non dà voce a chi dice la verità?

Nasce dagli esclusi, dai fragili, dagli invisibili e dagli anti-eroi. Persone ignorate solo perché non hanno i riflettori puntati addosso. “Illuminarli” non porta like: oggi si tende a esaltare chi è già sotto i riflettori, nel bene o nel male (spesso nel male). Scrivere una “letteratura minore” che dia voce a chi vive ai margini significa sovvertire il potere. I miti di oggi sono fasulli — basta pensare ai supereroi del borioso cinema contemporaneo o ad alcuni “nomi noti” che cambiano idea a seconda del vento. La vanità regna, e la vanità è inconsistenza, nulla. L’irriverenza invece è concreta: scardina il potere e lo fa arrossire. Mi vengono in mente, per esempio, la Global Sumud Flottilla o Maria Chindamo.

Cosa vorresti che i lettori comprendessero leggendo le tue parole? Che segno vorresti lasciare in loro?

Vorrei comprendessero come raccontare una Nazione nelle sue contraddizioni può generare reazioni inaspettate. I popoli spesso si muovono all’unisono, anche senza accorgersene, dentro miti collettivi. Carletta, la protagonista, è l’invisibile per eccellenza: una persona che non avrebbe mai oltrepassato la porta della notorietà. Attraverso lei racconto la “possibilità”, quella forza che ognuno ha dentro di sé e che può far esplodere pensieri, azioni, gesti. Ridere e deridere il male, smitizzarlo, renderlo umano – come diceva Falcone – è un atto potente. Se un lettore, invisibile o meno, dopo aver letto il libro decidesse di liberare un’idea rimasta troppo a lungo chiusa, allora avrei raggiunto il mio scopo.

Cosa ti piace di più di ciò che hai scritto? Una frase, un concetto, l’ambientazione, un personaggio?

Mi affeziona il percorso stesso del libro, nato da uno spettacolo teatrale. È un processo inverso, “anormale”, come direbbe Foucault, e proprio per questo bello. I concetti più difficili da affrontare sono stati il tradimento e la traduzione: ho dovuto dare corpo e voce ai personaggi senza tradirli.
Quando mi dicono “bella l’idea della Nazionale di calcio sparita, originale!”, sorrido. So che quello è solo lo specchietto che luccica: dietro c’è la storia vera che volevo raccontare, quella del fenomeno della lupara bianca. Ma questo, forse, avrebbe attirato meno curiosità.

Perché i lettori dovrebbero leggere il tuo libro?

Per provare emozioni. Non posso dire se belle o brutte, è troppo soggettivo ma sicuramente autentiche. E questo, per me, è già molto gratificante. Sostenitore o hater per me non fa differenza. C’è una pulsione in entrambi i casi e la pulsione è sempre cosa buona.

Tre aggettivi per definire “L’Italia è nel burrone”?

Irriverente, prezioso, poetico.

Un libro che hai letto quest’anno e consiglieresti?

La cabala dell’asino di Nuccio Ordine (La nave di Teseo). Perché ci ricorda che l’intelligenza non è un fatto di titoli o riconoscimenti, ma di sguardo. Ordine ci invita a riconsiderare ciò che definiamo “sapienza” e a ridare valore a ciò che sembra inutile, marginale, silenzioso. È un libro che aiuta a guardare non il mondo, ma alcune cose del mondo, con occhi diversi, più liberi e meno addomesticati.

Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere.

“Se potessi cambiare una sola cosa dell’Italia di oggi, cosa sarebbe?”
Il volume. Abbasserei le urla e gli schiamazzi, alzerei il tono del pensiero.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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