Intervista scrittrice Arianna Frappini

Intervista autrice Arianna Frappini.
Arianna Frappini
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La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Arianna Frappini autrice del libro “Fiori dentro l’anima”

Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Fiori dentro l’anima”, cosa diresti?

Tra i fiori e grazie ad essi e ai loro significati, “Fiori dentro l’anima” è il mio personale elogio all’imperfezione: i personaggi hanno molti difetti, spigoli, paure, dubbi, sbagliano, si scontrano, sono capaci egualmente di rabbia e di dolcezza e hanno tutta la complessità dell’umanità, così imperfetta, eppure così perfetta, così diversa, che merita lo stesso rispetto e che può nutrirsi della forza delle emozioni, delle sensazioni, dei sentimenti, con l’amore, l’amicizia e la conoscenza che illuminano come fari nella notte.

Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a raccontare di questa storia intensa che vede protagonista l’amore per i fiori?

Da due elementi. Il primo (e la base) è inequivocabilmente il mio amore per la natura: vivo in Umbria e in campagna e amo viverci. E il secondo, più concreto, se così possiamo dire, costituendo una delle fonti del linguaggio presente nel mio libro, è “Il linguaggio segreto dei fiori” di Vanessa Diffenbaugh: mi sono innamorata della protagonista Victoria, personaggio bellissimo e complesso, e ho sempre voluto calare il suo modo straordinario di comunicare attraverso i fiori in una dimensione a me più vicina, in Italia, in Umbria, e più nello specifico nel luogo in cui per me le suggestioni diventano più reali, la mia scrittura e i miei libri, coniugando ovviamente il tutto con altre fonti, intuizioni personali e una buona dose di fantasia (o di ascolto di personaggi che mi parlano, per meglio dire).

Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?

Che ognuno può essere amato così com’è, che non c’è bisogno di cambiare e che non si scelgano i pregiudizi, ma sempre la conoscenza, il rispetto e la comprensione. Però, c’è una cosa che vorrei che i lettori capissero di più, che rimanesse più delle altre, un segno, una traccia non solo tra queste pagine, ma nella loro vita: i disabili sono persone, diverse, con qualche limite oggettivo, ma sono persone, persone verso le quali non si deve provare pietà, perché vivono benissimo nella loro normalità diversa o nella loro diversità normale, e che possono essere delle grandissime stronze; non deve, davvero, la gente non deve avere tutta questa paura di avvicinarsi a chi ha una disabilità: non è rispetto, è mancanza di rispetto. E se questo arrivasse anche poco…

Cosa ti piace di più di ciò che hai scritto? Una frase in particolare, un concetto, l’ambiente, una sensazione, un personaggio?

Una cosa soltanto? La risposta più banale è Ariel, la protagonista, è davvero il personaggio più vicino a me mai creato, perciò la amo, non credo che si possa dire in un’altra maniera, e mi piace il suo modo di esporsi, di dire sempre quello che pensa e di agire anche quando farebbe meglio a non farlo, ha molto più coraggio di me e non a caso dico che è la parte migliore e la parte peggiore di me, oltre a essere se stessa. Ho amato tutto, ma un po’ di più il suo gruppo di amiche: alzi la mano chi vorrebbe far parte di un gruppo affiatato come Ariel, Serena, Amina e Mia, io ci sono. E la seconda risposta, una cosa era poco, dai, è una delle scene dell’epilogo, non posso spoilerare tanto, però io amo questi due ragazzi, Giacinto e Gregor, e la tenerezza del loro amore, forse perché ha la meraviglia e i timori del primo amore, o forse solo perché sono una delle mie prime coppie MM, o forse solo perché sono loro e per me sono perfetti insieme.

Perché pensi che i lettori debbano leggere il tuo libro?

Per distrarsi, per trovare un momento di leggerezza, per divertirsi e arrabbiarsi un po’, magari con qualcun altro. E per emozionarsi. Sostanzialmente spero che leggano il mio libro e credo che debbano leggerlo per emozionarsi, non perché voglia insegnare chissà cosa, solo per immedesimarsi e ritrovare imperfezioni, difetti, dubbi, paure delle loro vite in quelli dei personaggi. Se volete ridere, sospirare e irritarvi, Ariel e Gabriele sono perfetti, ma non vi preoccupate, la tenerezza non manca (forse!)

Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Fiori dentro l’anima”, quali useresti?

Solo tre? Scherzo, stavolta non imbroglio. Floreale, i fiori sono davvero importanti. Emotivo, si parla di emozioni e ci si emoziona (io mi emoziono). Sincero, molte persone hanno descritto così il mio libro e io copio solo perché sono pienamente d’accordo.

Quale romanzo hai letto quest’anno che ti ha maggiormente colpito e consiglieresti?

Tanti, ma scrivo quello che mi è venuto in mente subito, non appena ho letto la domanda: “I fiori che calpesti” di Eva Milani, romance MM intensissimo, che racconta una storia ambientata a Seul, sull’amore, sulla danza, sull’amore per la danza e su come ogni persona a volte fa scelte dolorose, ma si dovrebbe scegliere più spesso (anche se ci ho messo metà libro per imparare i nomi, ma va benissimo così e lo scrivo? Sì, lo scrivo: io amo Park Dae-jung e Kim Cheol-moo).

Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere

Cosa tra ciò che apprezzi dell’umanità ti va di dire? L’entusiasmo, perché si vive più intensamente (ed è il mio secondo nome). E comunque questa risposta è difficile, si vede che sono stati bravi a farmi quasi sempre le domande che avrei voluto, anzi ogni tanto anche quelle che non avrei voluto (andiamo fuori tema, ma la domanda sui progetti futuri mi mette in difficoltà, sono divisa tra la voglia di dire e la scaramanzia-fissa-riservatezza di non dirlo, quindi non chiedetemelo, grazie, vi amo anch’io).

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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