La redazione del sito Recensione Libro.it intervista la scrittrice Chiara Carnevali autrice del libro “Il gatto nero”
Dovendo riassumere in poche righe il senso del tuo libro “Il gatto nero”, cosa diresti?
Il senso del mio libro è la verità, ma anche giustizia e riscatto.
Non posso tollerare (e come me tante persone) che nel 2025, ancora la gente non sappia dire perché tema il gatto nero, eppure lo fa.
Le associazioni di volontariato che salvano i gatti abbandonati, riferiscono che i gatti neri sono quelli più difficili da far adottare, e perché? Perché il colore del loro manto è misterioso e anche mistico (mi permetto di dire). Gli altri gatti sembrano suscitare più simpatia rispetto quelli neri.
Il fatto è che il gatto nero non deve suscitare simpatia, ma in primis rispetto e poi Amore.
Da dove nasce l’ispirazione che ti ha portato a raccontare del misterioso felino “bersaglio d’odio e superstizione”?
L’ispirazione nasce da Federica Rinaudo, una giornalista che lo scorso marzo mi ha contattata tramite la pagina Instagram dedicata al mio Salem (salemilredellefusa), chiedendomi di partecipare a due festival sugli animali: il “Pet Carpet Film Festival” e “Mi fa un baffo il gatto nero”.
Il primo prevedeva la realizzazione di un cortometraggio.
Devo dire che è stato molto bello farlo e raccontarmi alle persone, nonostante toccassi un tema per me molto delicato, ovvero quello della malattia (tema di cui parlo anche nel mio libro nell’unico capitolo in cui mi racconto).
Il cortometraggio realizzato si chiama “La vita con un Famiglio”; per ora siamo in semifinale, a settembre sapremo se siamo in finale.
Per quanto riguarda “Mi fa un baffo il gatto nero”, sono rimasta entusiasta! Era la mia occasione di dare un contributo. La scrittura di un libro era una delle scelte per partecipare e ho colto la palla al balzo.
Era da un pezzo che mi chiedevo cosa potessi fare di concreto per lasciare un segno.
Ormai non sono più una ragazzina e ho la fissa di fare qualcosa di buono per gli animali e per il mondo prima di andarmene.
Non voglio sembrare presuntuosa, ma penso di aver fatto qualcosa di buono con questo libro; mi sono messa in gioco, raccontando dettagli molto intimi della mia vita di cui non amo parlare, ma l’ho fatto perché serviva a far comprendere alle persone quanto può essere forte e speciale il legame con un animale, ancora di più con un Famiglio.
“Mi fa un baffo il gatto nero” si terrà a novembre; vedremo come evolverà la nostra partecipazione.
Cosa vorresti che i lettori riuscissero a comprendere leggendo le tue parole? Quale segno vorresti lasciare in loro?
Il mio sogno è arrivare ai loro cuori, perché se arrivo lì è fatta. Non potranno che adorare questo magico animale!
Vorrei che le persone aprissero la mente e ragionassero, perché basta un piccolo ragionamento per capire perché il gatto nero poteva essere demonizzato mille anni fa, ma non oggi.
Il fatto è che la vita in società è politica, lo è sempre stato, nel Medioevo come oggi.
Purtroppo il gatto nero è stato un capro espiatorio comodo per la politica dell’epoca, espressa nella Chiesa.
Basta veramente poco per andare oltre e vedere chi è il gatto nero; vi assicuro che è solo cose belle.
Cosa ti piace di più di ciò che hai scritto? Una frase in particolare, un concetto, l’idea di base?
Le cose che mi piacciono di più sono due.
La prima è che il narratore del libro è Salem, il mio Famiglio, ma simbolicamente il Famiglio di tutti. Potrei spiegarvi cos’è un Famiglio, ma vi lascio con la curiosità di fare una piccola ricerca o leggerlo nel mio libro, dove la spiegazione è molto chiara.
Lo stile di narrazione di Salem è umoristico e leggero ma anche emotivo e profondo.
Aiuta ad affrontare tematiche complesse, come le Fisica Quantistica, in modo semplice e a tratti divertente.
Questo ci porta alla seconda cosa che mi piace.
Credo di aver fatto un lavoro unico, e non lo dico per vantarmi, ma che io sappia non ci sono altri libri che dimostrino dal punto di vista scientifico, psicologico, storico ed esoterico, perché il gatto nero non porta sfortuna (ditemi voi se mi sbaglio e nel caso fatemelo sapere perché sarei felicissima di leggerli).
C’è un motivo se nel titolo si trova la frase “Vi smonto la bestemmia contro il felino più amato”, perché è oggettivamente una bestemmia e perché penso di aver smontato, sotto ogni punto di vista, la falsità di questa ingiusta, nonché crudele, accusa.
Perché pensi che i lettori debbano leggere il tuo libro?
Dovrebbero leggerlo se vogliono emozionarsi e scoprire qualcosa di nuovo.
Questo libro è stato scritto con e per Amore, con la A, e credo che si possa sentire in ogni pagina.
Impersonare Salem è stato divertente ma soprattutto emozionante.
Lui nel frattempo era sempre vicino a me e mi guardava con gli occhi pieni di Amore.
Se non avete presente come sono gli occhi di un gatto che vi ama, vi siete persi un’esperienza mistica, di quelle da apertura di Cuore (volutamente scritto con la C).
Chi ha un gatto sa di cosa parlo.
Ci tengo a sottolineare che non voglio togliere nulla ai cani, che sono altrettanto fantastici, ma in modo diverso (com’è giusto che sia) perché sono etologicamente diversi (nel libro c’è una parte dedicata proprio alla psicologia del cane e del gatto, dove spiego perché alcune persone preferiscano l’uno o l’altro).
Come ho detto, questo è un libro di riscatto, verità, ma soprattutto Amore, ed è questo il messaggio che deve passare.
Amate, sempre, tutti gli animali.
Se dovessi utilizzare tre aggettivi per definire “Il gatto nero”, quali useresti?
Insolito, emozionante, sovversivo.
Quale libro hai letto quest’anno che ti ha maggiormente colpito e consiglieresti?
Ce ne sono molti, ma due in particolar modo. “Succede sempre qualcosa di meraviglioso” di Gianluca Gotto (ho letto tutti i suoi libri ma questo è quello che mi ha toccata nel profondo).
“La Teoria di lasciare andare” di Mel Robbins. È un capolavoro! Lo consiglio a tutti!
Adesso è arrivato il momento di porti una domanda che nessuno ti ha mai fatto ma a cui avresti sempre voluto rispondere
Sinceramente non saprei, ma ci tengo a dire una cosa.
Viviamo in un mondo che ci vuole sempre più esauriti e soli, seguiamo ciecamente la filosofia del “produci-consuma-crepa” e ci sentiamo sempre più soli, vuoti e sconnessi.
Solo la natura, in ogni sua forma, può riconnetterci alla nostra parte più autentica, alla nostra Anima.
Io sono una persona estremamente credente, ma non credo nel Dio cristiano.
Io credo nell’Universo e nell’energia (da brava amante della Fisica Quantistica).
Ho fatto tanti percorsi spirituali nella mia vita e tutti mi hanno portato alla stessa conclusione, che poi è anche quello che canta Francesca Michielin dicendo “Non c’è nessun grado di separazione….siamo una sola direzione in questo Universo che si muove”.
La separazione è illusione, frutto di questa società malata.
Siamo tutti collegati, anche se molti lo ignorano.
Siamo tutti alla ricerca della felicità, ma nel modo sbagliato.
Non sono i soldi, che tanto adoriamo, a renderci felici (anche se ovviamente aiutano e servono per vivere in questa società), ma è l’Amore il solo modo di essere felici (nonché scopo delle nostre ripetute incarnazioni su questo pianeta scuola).
Scegliete il modo che preferite, ma amate.
Gli animali sono dei maestri meravigliosi in questo e anche preziosi alleati di crescita interiore.
Io ringrazio con tutto il cuore gli animali che mi hanno accompagnata in questa vita, soprattutto Arwen, Aria e Salem, i miei meravigliosi Famigli.
Amare non è facile, ma ogni giorno possiamo scegliere di farlo e quando lo facciamo i benefici sono immensi.
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