Recensione Libro.it intervista Solange Bozzi autrice del libro “Rosso”

Intervista alla scrittrice Solange Bozzi.
Solange Bozzi
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1. Per iniziare… raccontaci qualcosa di te, qualcosa che vorresti che i nostri lettori sapessero prima di entrare in contatto con il libro che hai scritto.

Amo leggere e scrivo per il mio piacere personale. I miei autori preferiti variano spesso, come le mie letture, e così mi capita magari di passare da un classico di Bulgakov all’ultimo capolavoro di Stephen King. Sono curiosa e nella vita mi appassiono alle cose più diverse. Mi piace creare e sperimentare, non solo sulla carta. Nel tempo libero cucino e dipingo, con risultati che mi dicono essere apprezzabili, ma nel prossimo futuro credo proverò qualcosa di diverso, forse un corso di paracadutismo.

2. Dovendo riassumere in poche righe il senso del libro “Rosso” cosa diresti?

Non so se si possa trovare un senso o una morale. Volevo un personaggio femminile forte, introspettivo, ma allo stesso tempo coraggioso, capace di superare le proprie paure per trasformarsi in un’eroina. Un esempio di come non si debba necessariamente essere Rambo per affrontare una sfida importante. Anche se alla fine della storia si vedrà come tutti riescono a essere eroi, gli amici vecchi, come i nuovi.

3. Nel tuo libro si parla di vampiri, un argomento sempre più amato dai lettori. Ci racconti come mai hai scelto di scrivere una storia su questi esseri così affascinanti? Ti sei ispirata a un film, un libro oppure è tutto frutto della tua fantasia?

Ho scritto “Rosso” durante il freddo inverno del 2010, in un periodo in cui le librerie erano invase da racconti e romanzi sui vampiri, sulla scia del grande successo avuto da Twilight. Anch’io avevo letto la saga dei Cullen e credo di aver subìto, se a livello conscio o inconscio non saprei dirlo, il fascino di queste creature così misteriose. Inevitabilmente, quindi, quando ho cominciato a scrivere, la storia ha preso i contorni di un horror vampiresco, sebbene lo stile e la struttura del racconto siano ben lontani da quelli della Meyer e più vicini, per certi versi, alla crudezza di Palahnuk – autore che amo profondamente – soprattutto per quanto riguarda la descrizione della vicenda dei genitori della protagonista, che si “srotola” insieme alla storia principale.

4. Cosa vorresti che il lettore riuscisse a comprendere leggendo il libro? Quale significato non del tutto esplicito vorresti potesse cogliere?

Volevo una storia che parlasse di coraggio e di amicizia. Ci tenevo però a fare anche una riflessione sullo sfruttamento animale. Credo che se ci si ferma ad analizzare le ragioni dei “cattivi” e il modo di procedere nella loro terribile (e forse forzata) scelta di uccidere, sia palese il parallelismo con lo sfruttamento degli animali da parte del genere umano, soprattutto per quanto riguarda il mercato alimentare. Mi piacerebbe che il lettore si potesse identificare con la protagonista e vivere l’angoscia della sua prigionia, che non è dissimile da quella che, anche in questo momento, stanno vivendo milioni di animali destinati al macello.

5. Nel tuo romanzo riesce a creare pathos, a coinvolgere il lettore nella storia in maniera intensa. Quando hai scritto “Rosso” era nelle tue intenzioni creare paura nel lettore?

Credo che in qualsiasi storia di vampiri la componente “paura” sia fondamentale. Tra l’altro mi piaceva l’idea che la paura fosse legata al luogo, oltre che alle persone, e penso che la scelta di un paesino al di fuori di ogni mappa (che in fondo potrebbe essere anche al di fuori di ogni realtà) abbia contribuito a creare suspense ancor prima dell’entrata in scena degli spietati vampiri-assassini.

6. Hai altri progetti legati ai vampiri? Nuove storie da raccontare avendo come protagonista il terrore?

Non escludo in futuro di fare una specie di spin-off e scrivere la storia di Vincent, il capo del clan di vampiri; magari partendo dalla sua infanzia e dai primi segni della sua trasformazione, che è dovuta a un difetto genetico e non a riti oscuri o al morso di altri vampiri.

7. Qual è il romanzo che ha “rivoluzionato” la tua vita conducendoti alla scrittura?

Forse Diary, di Chuck Palahniuk, sia per lo stile che per la storia, secondo me geniale.

8. Quale libro non consiglieresti mai a nessuno?

50 sfumature di grigio. Banale e scontato.

9. Adesso è arrivato il momento per porti da sola una domanda che nessuno ti ha mai fatto, ma a cui avresti sempre voluto rispondere…

Nessuno mi ha mai chiesto quale superpotere sceglierei, se per assurdo avessi la possibilità di sceglierne uno. Senza esitazione, direi la possibilità di viaggiare nel tempo. D’altronde chi di noi non vorrebbe poter cambiare il passato?

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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