Kant a Reggio di Giorgio Ricci: recensione libro

Citazione "La rivoluzione con i Levi's, i Wrangler e i Rayban a Pinco non risultava molto verosimile. Né capiva cosa c'entrassero con la rivoluzione comunista ragazzi che compravano vestiti nei negozi più cari di Reggio, per accalcarsi poi il fine settimana nelle discoteche più in voga.
Kant a Reggio
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Di cosa parla il libro Kant a Reggio di Giorgio Ricci

Kant a Reggio è il titolo del romanzo scritto da Giorgio Ricci, in cui l’autore muove critiche al pensiero kantiano, attraverso il racconto dell’amore tra due adolescenti negli anni 70.

Il protagonista del romanzo è Andrea Pallini, detto Pinco, sedicenne proveniente dalle campagne nei dintorni di Reggio Emilia. Il giovane, cresciuto in una famiglia di onesti lavoratori cattolici, fatica ad accettare l’epoca in cui vive.

E’ come se tutto il mondo avesse abbandonato i veri valori per commettere le peggiori azioni in nome di una non meglio precisata libertà. Pinco vede in Reggio, e nello stile di vita dei suoi abitanti, una decadenza senza fine. Si chiede perché mai le persone siano così attente alla moda, alla frivolezza, al voler apparire più che essere.

Il protagonista di Kant a Reggio rifugge dal mondo moderno e, per questo motivo, i suoi professori consigliano ai genitori di farlo seguire da uno psicologo. Pinco, però, ha le idee molto chiare: il suo è un atto di chiusura contro una società in cui non si riconosce, e non certo un moto di immaturità, come sostenuto dallo psicologo Artioli.

L’incontro: problemi in comune

Trascinandosi senza meta in una società che non comprende e che non vuole comprendere, Pinco incontra tra le strade di Reggio il suo amico d’oratorio Lapo. In pieno fermento studentesco, Lapo conduce Pinco al liceo dove si terrà una importante assemblea.

Qui l’amico presenta al protagonista di Kant a Reggio la bellissima e viziata Sofia Guerzoni che, compenetrata nel suo ruolo, non lo degna di uno sguardo. Pinco e Lapo chiacchierano dei programmi della giornata e il primo racconta al secondo che deve andare da Artioli: a quel nome la bella Sofia si anima e dice a Pinco che anche lei è in cura dallo stesso psicologo.

Da questo incontro fortuito nasce una storia d’amore spettacolare, totalizzante, malata e sincera. Una storia d’amore praticamente impossibile tra la bella ragazza di città e lo schivo ragazzo di periferia. Giorgio Ricci nutre i suoi protagonisti, mostrandoli a volte come vittime del pensiero filosofico che li ha incastrati nei loro ruoli, a volte come pazzi eversivi pronti a scardinare la finzione della società in cui vivono.

I livelli di narrazione di Kant a Reggio

Il romanzo si muove su tre livelli di narrazione sapientemente intrecciati; il primo: la storia d’amore vissuta dai due ragazzi, come fosse guardata da un passante distratto. Il secondo: la stessa storia d’amore vissuta nei cervelli dei due giovani amanti, dove ogni frase dell’altro ha molteplici interpretazioni, verità menzognere e strategie machiavelliche. Il terzo: l’analisi filosofica. Cosa c’entra Kant con due sedicenni che vivono la loro storia?

Cosa c’entra Kant?

C’entra moltissimo. Molto più di quanto possa immaginare lo stesso Kant. L’autore non fa mistero di non condividere una sola parola del pensiero del filosofo tedesco. Kant ha elaborato la sua teoria per superare la precedente visione metafisica dogmatica.

In questa recensione non si vuole (e non si può) esaurire il discorso sul pensiero filosofico kantiano. Semplificando in modo estremo e poco corretto, si potrebbe dire che Kant ha cercato di analizzare i limiti dell’uomo, giungendo alle stesse conclusioni del cristianesimo ma eliminando il ruolo di Dio. Le contraddizioni del pensiero kantiano hanno esposto le sue teorie a molte critiche ma, la diffusione e la surrogazione del suo pensiero hanno rappresentato un tassello importate nella società degli anni settanta. Per approfondimenti: Immanuel Kant

Kant a Reggio: l’opera Pop sulla Filosofia

La capacità di collegare a doppio filo le sorti amorose di Pinco e Sofia a quelle delle principali correnti filosofiche dell’800 e del 900 è uno dei meriti dell’opera di Giorgio Ricci. Un lavoro che, nel senso più alto del termine, si può definire un’opera pop sulla filosofia.

La bellezza dell’amore totale che i due riescono a darsi, pur avendo un vissuto alle spalle così diverso, è pura poesia. Ma è proprio la differenza tra i mondi che, per quanto possa essere temporaneamente messa da parte, torna a galla attraverso vie scortesi, grette e dolorose.

Commento libro

Kant a Reggio è un libro che mi ha piacevolmente sconvolto. Da lettore, ho trascorso un anno molto difficile: ho trovato poche letture coinvolgenti. Per terminare la lettura di Kant a Reggio ho parcheggiato nomi molto blasonati come Alessandro Baricco e Stephen King: è stata una delle migliori scelte letterarie del 2019. Ho terminato il libro in tre giorni, appassionandomi alla storia di Pinco, alla vita di Sofia che si svela piano, ai contorni di quel mondo che viene raccontato di sponda.

Non mancano momenti di difficile comprensione, soprattutto quando l’autore si spinge con dettaglio nella disquisizione filosofica. Ma la sua scrittura farcita di virgole e, quindi, di parentesi che si aprono dentro parentesi, trova il modo di farsi capire con naturalezza. Proprio come l’amore tra Sofia e Pinco che, nonostante non possa funzionare, va avanti e si evolve.

Kant a Reggio è un libro bello, coinvolgente, difficile. Un’opera ben scritta, che tiene in bilico e stimola una sincera riflessione su ciò che ha prodotto l’illuminismo.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it

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