Trama e recensione libro “L’abito invernale” di Sara Alfieri

Citazione “André rallentò l’andatura, notando che la nipotina era rimasta a bocca aperta per lo sbalordimento. Un mondo colorato le si era aperto davanti e lui lasciò che la bambina si attardasse a sfiorare le organze, le sete e i broccati con le manine, assaporando tutta quella profusione di bellezza che aveva fatto del suo lavoro una vera arte.”
L'abito invernale
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“L’abito invernale” di Sara Alfieri: una saga familiare in cui i sentimenti predominano

“L’abito invernale” di Sara Alfieri è diviso in due tomi pubblicati dalla casa editrice Kimerik.

Si tratta di una saga familiare, con richiami ad altri generi letterari, che attraversa la Storia. Sono tre gli anni chiave del romanzo: 1942, 1996 e 2015. Il libro è ambientato nel Bronx e vede al centro delle vicende due famiglie: i Maldian e i Deauville.

Il romanzo è complesso, corposo, denso di significato. Si alternano tantissimi personaggi con le loro storie tenute insieme da un collante: l’abito.

Sono tanti i temi toccati, i sentimenti che vengono alla luce, le emozioni che ne conseguono. È come se si aprisse una scatola che contiene ricordi, attimi, sogni e anche qualche delusione.

Trama libro “L’abito invernale” di Sara Alfieri

Tutto ha inizio quando alcuni amici si lasciano andare ai ricordi durante una partita di tennis. Lentamente, intessuta in modo meticoloso, come se fossero parti dello stesso abito elegante e affascinante, prende via la storia. Quella di due famiglie le cui vite sono legate tra loro e a due arti: la sartoria e la musica.

Come ricorda Andrè Maladian, uno dei personaggi chiave, queste due arti hanno qualcosa in comune, il pedale che bisogna schiacciare con il piede per creare la bellezza. Che sia il pedale della macchina da cucire per realizzare un vestito o quello dello strumento musicale per diffondere una musica avvolgente, è lo stesso. L’arte si realizza in entrambi i casi.

André Maladian nel 1942 ha lasciato la sua patria per scappare negli Stati Uniti e fuggire alla deportazione a cui furono costretti i suoi familiari. Con quella fuga si lascia tutto alle spalle, anche il suo amore, a cui doveva realizzare un abito.

Dopo essere arrivato negli Stati Uniti riesce a realizzare un sogno: aprire un atelier in cui realizzerà poi nel 1996 l’abito invernale per Carole, sua nipote. Andrè, si troverà come spettatore a osservare lo sbocciare di un amore che legherà sua nipote Carole, con il desiderio di diventare attrice, al nipote di un suo amico, Simon, con la passione per il pianoforte. Quell’abito diventa quindi un simbolo, da una parte è come se ricordasse l’amore perduto di Andrè, ma dall’altra infonde speranza a un amore che sta nascendo.

Carole è una ragazza piena di ombre, che alterna luce a oscurità, una donna dalle tante sfaccettature che nutre un forte astio nei confronti del padre e della matrigna a seguito della morte violenta della mamma. Questo sua modo di reagire e di vivere i rapporti segnerà anche le persone che ruotano attorno a lei. In particolare suo marito, Simon, che rinuncia persino alla propria carriera di musicista per esserci, per appianare le discordie, per riportare una serenità perduta in famiglia.

Sono tanti altri i personaggi, le vicende, i momenti storici importanti in cui la scrittrice si muove con delicatezza, con amore e cura per ogni aspetto.

Il lettore amerà ognuno di loro, anche quando proverà antipatia nei confronti di qualcuno, si sentirà coinvolto dalla storia e dalle emozioni che rimandano.

Commento libro di Sara Alfieri

Sara Alfieri in questo romanzo mostra tutta la sua sensibilità, ci racconta i personaggi come se fossero reali, ci fa appassionare alle loro vicende, alle loro paure, alle loro speranze. C’è spessore ne “L’abito invernale”, che appare come un romanzo storico del passato.

Al di là delle emozioni, degli incontri e dei sogni c’è molto altro. Prima di tutto i significati legati all’abito, che in questa storia simboleggia l’amore perduto di André Maladian mentre il blu dell’abito richiama il concetto di libertà. Quella libertà che i personaggi del romanzo perdono. In particolare André che nel 1942, al tempo delle deportazioni, dopo che la sua famiglia fu condotta ad Auschwitz, fuggì negli Stati Uniti lasciando quella fidanzata per cui avrebbe dovuto creare l’abito.

Ma ne “L’abito invernale” c’è ancora altro: una cura per i dettagli. Si denota un approfondimento di storia, personaggi ed eventi molto accurata. Inoltre risalta la passione della scrittrice per le arti in generale. Spicca tra tutti l’amore per la musica e per tutte le discipline che esaltano lo spirito. Anche i paesaggi hanno un ruolo di spicco nel romanzo, facendo da contorno, e non solo da sfondo alla storia.

Il romanzo si arricchisce pagina dopo pagina di dettagli significativi, rendendo sempre più vividi i personaggi inseriti nell’attimo in cui vivono, nelle loro avventure e disavventure.

I personaggi a volte sono vittime di loro stessi, dei fantasmi che gli attraversano la mente. Ma emanano anche tanta luce, perché sono veri, sinceri, appassionati a una vita che a volte è complessa, piena di inquietudini, di dolore.

“L’abito invernale” pone l’accento sull’aspetto psicologico ed emotivo dei protagonisti, schiacciati dalla vita e spesso esaltati dall’amore per l’arte. Mette in risalto i sentimenti contrastanti che i personaggi vivono e rimandano al lettore. Si parla di sacrificio, di legami di sangue, di dispute, di salite e discese. Ma sempre, anche quando c’è rabbia, odio e delusione, predominano l’amore e l’umanità.

Un libro davvero interessante!
Leggi l’intervista a Sara Alfieri.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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