Recensione Libro L’ultimo parallelo dell’anima

Citazione “Non valeva la pena di sprecare tempo con i sogni, se non erano troppo lontani dalla realtà, perché allora si sarebbero probabilmente avverati, per poi rendersi conto che non erano nella realtà come uno se li era immaginati.”
L'ultimo parallelo dell'anima
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Di cosa parla L’ultimo parallelo dell’anima di Pajtim Statovci

Partiamo dalla magnifica copertina e dallo splendido titolo de L’ultimo parallelo dell’anima di Pajtim Statovci, due elementi che cattureranno sicuramente i lettori che si aggirano tra gli scaffali delle librerie in cerca di un bel romanzo da leggere.

Questo libro ambientato in Jugoslavia negli anni 80 rapisce per la sua scrittura musicale e ipnotica, ma anche per la storia che parla di immigrazione e integrazione.

Emine è una donna musulmana che non ha scelta: deve sposare un uomo che non conosce perché così ha deciso la sua famiglia. Lei non può fare altro che sottostare alle assurde regole che le impone la sua cultura.

Questa donna, come tante prima e dopo di lei, non può fare altro che abbassare la testa e ubbidire, ma nonostante tutto cerca di dare il meglio di sé, di essere una brava moglie accondiscendente.

Quando nel suo Paese scoppia la guerra, assieme al marito e ai figli fugge nel Nord Europa cercando un posto sicuro. Ma ciò che viene narrato nel romanzo non è solo la sua storia, perché il reale protagonista è il figlio di Emine, Beqim, un giovane omosessuale che non solo deve fare i conti con le tante difficoltà legate al proprio modo di essere, ma si sente anche emarginato per le sue origini.

In una Finlandia fredda e apparentemente accogliente nei confronti degli immigrati, Beqim dovrà lottare per non sentirsi escluso come uomo e come cittadino. Quello che sperava la mamma per suo figlio appare come un’illusione lontana, lei che tanto desiderava veder crescere Beqim in un ambiente privo di emarginazione. La normalità per suo figlio sembra non esistere.

“Anch’io lo detesto, tutto questo, avrei voluto dirgli, chiedergli come eravamo arrivati a questo punto e perché le cose dovevano essere così, che cosa ci è successo, ma non va bene dire certe cose a un pentito, perché il disgusto è peggio dell’odio. Puoi sempre cedere all’odio, puoi passarci sopra, o puoi dedicarci la vita, mentre il disgusto funziona in altro modo. Scava sotto le unghie e non se ne va, anche se ti mordessi le dita, staccandotele. Ma non gli dissi nemmeno una parola, perché tra uomini non ci sono domande, né molestie, né giustificazioni.”

La solitudine giorno dopo giorno scava l’anima, la logora, la rende talmente fragile che pare non poter resistere dinanzi a una realtà così dura, eppure Bequim ce la mette tutta per non sentirsi inadeguato e umiliato.

Procede nelle sue giornate in compagnia di un serpente, proprio lui che tanto li detestava e temeva, e un gatto parlante.

Commento del libro L’ultimo parallelo dell’anima

L’ultimo parallelo dell’anima non è un libro di facile lettura, a volte si perde in frasi troppo lunghe e poco fluide, ma ce ne sono tante interessanti. Si deve essere un amante delle belle parole per apprezzare questo romanzo sulla disuguaglianza e sulla non integrazione. Per quanto impegnativo, e a volte un po’ lento, possa essere questo romanzo, merita la giusta attenzione.

Il protagonista della storia è folle ma paradossalmente anche molto ben ancorato alla realtà che lo circonda, nonostante le varie metafore utilizzate dallo scrittore Pajtim Statovci per renderlo un personaggio fuori dagli schemi.

Il conflitto interiore vissuto dal giovane omosessuale è ben raccontato, come approfondito è l’aspetto psicologico che opprime lui allo stesso modo di tanti immigrati che non riescono a integrarsi. Un libro attuale, moderno, con toni immaginifici.

L’ultimo parallelo dell’anima è un libro consigliato ai lettori esigenti, quelli che desiderano guardare dall’interno la vita di un immigrato solo e ferito che cerca la sua strada affrontando prima di tutto le proprie debolezze.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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