La Confraternita della Rosa Nera di Riccardo De Palo: recensione libro

Citazione Un romanzo giallo o più esattamente nero, ambientato insolitamente in Alto Adige, dove l’aria è cristallina ma il male si annida anche dietro le creazioni più belle dell’uomo.
La confraternita della Rosa Nera
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Trama, recensione e commento libro La Confraternita della Rosa Nera di Riccardo De Palo

Si definisce romano di adozione e apolide per vocazione Riccardo De Palo, cinquantacinquenne redattore delle pagine culturali del Messaggero. E autore del poliziesco La confraternita della Rosa Nera, novità tra le Farfalle Marsilio (2019, 153 pagine, 16.50 euro).

È il suo secondo titolo La Confraternita della Rosa Nera, dopo un romanzo su Velasquez e il primo giallo, un genere che dimostra di interpretare in modo evoluto e originale, a cominciare dall’ambientazione estranea alle metropoli popolose, alle città caotiche, anche ai centri di provincia, insomma alle location convenzionali della giallistica nostrana.

Gli episodi criminali, gli eventi delittuosi, i comportamenti inconfessabili hanno come scenario le altezze tonificanti e l’aria cristallina della media montagna dolomitica.

È terra di confine l’Alto Adige, piena di contraddizioni e per questo interessante. L’autore confessa di dovere tutto alle atmosfere ibride, ma anche mitteleuropee, di questo territorio.

Trama libro La Confraternita della Rosa Nera di Riccardo De Palo

Stria, paese ladino arrampicato a 1500 metri, tra la Valgardena e l’Alpe di Siusi. Luogo di incanto, “un piccolo gioiello” conferma De Palo, dove la pace e il silenzio di un paradiso di natura verde e di case di legno sono valorizzati dal Rosarium, il roseto più alto del mondo, ricco di ogni varietà rara e arrampicato (o degradante, secondo la prospettiva di chi osserva) dalla parte di Ortisei.

Con la grazia di questo eden rosaceo, stona la macchia scura sotto la torre d’avvistamento. Vicino al capanno degli attrezzi è steso al suolo il corpo di una ragazza. Scalza, indossa un tubino nero, i capelli rossi sono ammassati intorno al capo, il volto affonda per metà sopra i cespugli di rose rosse, l’altra metà rivela lineamenti delicati.

L’espressione di dolore e gli occhi sgranati contrastano con l’abbandono della figura riversa. Stonano anche le ferite sul collo e la macchia rossastra che si allarga sotto di lei.

I feeel loooveee, I feeel loooveee…
Il vecchio giradischi non si stanca di rimandare come un mantra melodioso la voce di Donna Summer.

All’ispettore capo Lukas Moroder la stanza nella Questura di Bolzano sembra più accogliente che mai, alla vigilia di una breve vacanza: boschi, passeggiate, impegni zero.

Sta chiudendo le ultime scartoffie e facendo ordine sulla scrivania, mentre ascolta all’infinito il successo canoro internazionale dell’omonimo compaesano gardesano Giorgio Moroder.

Il tocco alla porta è timido, ma il significato del messaggio recato dall’agente Helga si fa strada inesorabilmente nel cervello intorpidito dall’attesa dell’ozio. Ciao ciao, baita di montagna sul Sassolungo. Vacanze in malora.
Hanno trovato una donna morta nel roseto di Stria.

Alla soglia dei cinquanta, capelli neri, barbetta grigia sul volto olivastro, nonostante il fisico robusto e ben tenuto Lukas è l’ombra dell’uomo attraente e del dirigente in ascesa che era, capo della Mobile a Roma.

La malattia della mamma lo ha risucchiato in Alto Adige e la morte successiva l’ha fatto rintanare in se stesso, demotivandolo rispetto al mestiere, al crimine e all’universo femminile.

Seconda parte trama libro La Confraternita della Rosa Nera di Riccardo De Palo

L’agente scelto Helga Schneider ha trent’anni, occhi azzurri regolamentari ma capelli neri fuori ordinanza per un’altoatesina. Il corpo è slanciato e femminile, il portamento elegante. Una vera Lara Croft sud tirolese.

Per lei, come per tutte le donne, stravede Ciro Esposito, napoletano di bell’aspetto attratto in servizio a Bolzano dalla prevalenza di bionde sul territorio. Il più affidabile della squadra è Massimo Proietti, romano, uno con i piedi per terra.

Ooh, I’m in loooveee, I’m in loooveeee
La dipartita della signorina Anne Rose Werfel, 27 anni, nubile, di Innsbruck ha messo in subbuglio tutto l’Alto Adige e rischia di danneggiare il turismo, risorsa locale primaria.

Le condizioni del cadavere e certi particolari sul luogo fanno rubricare il caso come delitto. È stata gettata nel vuoto o è caduta cercando di sfuggire ad una presa violenta al collo?

Si passa al setaccio la lista di residenti, per selezionare i potenziali sospetti. In zona non mancano dei tipi eccentrici e fin troppo originali: uno vive da eremita e difende la solitudine minacciando fucilate, un’altra ha fama di strega e fa coppia con un masochista. E in città ce ne sono di altri strambi.

Ooh, it’s so gooodd, it’s so gooodd.
Sembra di ascoltare continuamente la hit datata 1977 di Donna Summer nel seguire i passi dell’ispettore Moroder, che spinge i suoi un po’ dappertutto tra Alto Adige, Carinzia e Baviera.

Rose, tante rose, sempre rose. Un roseto è un bel posto per morire, tanto più sopra una distesa della varietà Foresta Nera. Tutti gli indizi hanno a che fare con qualcosa o qualcuno legato in qualche modo a quella specie botanica.

Anne “Rose” era impegnata in una tesi di dottorato sui Rosacroce, l’Ordine iniziatico cristiano di origine tedesca.
L’antica setta viene a proposito, perché uno dei capitoli della tesi della Werfel indaga sulle nuove confraternite esoteriche.

Sembra che una scissione dei Rosacroce abbia dato origine ad una versione scismatica ancora più riservata e con scopi ancora più occulti: la Confraternita della Rosa Nera.
Così l’Alto Adige diventa il centro del mondo.

Recensione libro di Massimo Valenti

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Recensione scritta da

Massimo Valenti

Presentazione Massimo Valenti Toscano, imbarcato, velista esperto, lettore onnivoro sebbene appassionato soprattutto di mare e di thriller.

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