Di cosa parla La congiura di Federica Introna
La congiura di Federica Introna, libro vincitore del concorso Ilmioesordio, è ambientato nel 65 d.C.
Siamo a Baia, luogo di vacanze per i nobili e ricchi romani. In una notte nella villa di Gaio Calpurnio Pisone, durante una sontuosa cena, un gruppo numeroso di senatori, cavalieri, militari e letterati, tramano contro l’imperatore Nerone, diventato il loro carnefice.
Tra i congiurati nomi eccelsi come il tribuno Subrio Flavo, il centurione Sulpicio Aspro, il poeta Marco Anneo Lucano e Plauzio Laterano, i senatori Flavio Scevino e Afranio Quinziano, i cavalieri romani Claudio Senecione, Cervario Proculo, Vulcacio Ararico, Giulio Augurino, Munazio Grato, Antonio Natale e Marcio Festo.
I congiurati decidono di uccidere l’imperatore Nerone, durante i giochi dedicati a lui al Circo Massimo. Ad eseguire l’omicidio il console Plauzio Laterano che avrebbe dovuto accoltellare l’imperatore gettandosi ai suoi piedi.
Gli annali dello storico Publio Cornelio Tacito, all’epoca un ragazzino, ci parlano che dopo la cena i congiurati si riunirono e tra loro c’era presente anche una donna, un’affascinante liberta di nome Epicari.
L’opera prima La congiura di Federica Introna, attenta studiosa di storia romana, mette in luce la figura di questa donna coraggiosa, che prende parte attiva al complotto, incita all’azione attraverso un discorso efficace, si espone in prima persona, recandosi sulla nave di Valusio Proculo, comandante della flotta di stanza a Miseno in Campania, che conosce bene, per obbligarlo a partecipare.
Non era costume all’epoca che una donna pronunciasse discorsi in pubblico, ma ciò che lei disse con determinazione e passione stupì i presenti e li convince a procedere: “La libertà e la dignità del senato sono la libertà e la dignità dello Stato”.
Ma chi è Epicari? Il ritratto di Federica Introna segue la realtà storica: Epicari è stata la domina della madre di Proculo, che una notte ha assistito, senza essere vista, alla brutale violenza e al suicidio di una ballerina che danzava durante una cena organizzata appunto da Proculo.
Data l’indifferenza di quest’ultimo per il tragico fatto, Epicari fugge con la sua schiava e, sbarcata a Roma, torna dal suo vecchio padrone, Varo Epicari, al quale racconta le sue peripezie, diventando un’esperta tessitrice tanto da rifornire persino la moglie dell’Imperatore.
L’autrice però non costruisce solo un ritratto storico ma, sapientemente ed emotivamente, ritrae un’effige dell’anima, del carattere di Epicari, raccontandone la lealtà, la forza, l’eroismo, il profondo senso di giustizia, l’amore per Roma.
Epicari così è al di sopra di tutti gli uomini nobili, ma che si rivelano meschini, ambiziosi, avidi di potere, paurosi, crudeli e spesso traditori che hanno partecipato alla congiura o appoggiano per convenienza l’Imperatore.
Epicari però dovrà fare i conti col suo passato, con il suo primo amore, lo stesso che la consegnerà a Nerone, alla galera, alla tortura, conoscerà quindi la paura, l’affronterà con dignità, non rinuncerà a lottare con tutta se stessa per la libertà e si ucciderà pur di non svelare il complotto.
A raccontare la storia, in terza persona, con profondo pathos, è Marco Anneo Mela, fratello di Seneca, che ha amato profondamente e sinceramente Epicari.
La congiura è un appassionante romanzo storico che ricostruisce in modo attento e minuzioso l’atmosfera, gli usi, i costumi, la mentalità e la vita dell’epoca. Scritto con un’interessante potenza narrativa ha un pregio enorme: Federica Introna riequilibra i libri di storia, facendoci conoscere i veri eroi della storia romana, schiave/i, gladiatori, liberte/i, che hanno spesso rivendicato con il suicidio la loro dignità umana.
Recensione scritta da Milena Privitera