Recensione Libro La femmina nuda

Citazione “Volevo soprattutto evitare che mi guardassero dentro, per scoprire il marciume che nascondevo.”
La femmina nuda
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Di cosa parla La femmina nuda di Elena Stancanelli

Il libro La femmina nuda di Elena Stancanelli è uno dei cinque finalisti al Premio Strega 2016.

Pubblicata dalla nascente casa editrice La nave di Teseo, la cui direttrice è Elisabetta Sgarbi, questa lunga lettera scritta dalla protagonista a un’amica ha ottenuto ottimi risultati in termini di visibilità, oltre che al Premio Strega, ovviamente.

La femmina nuda non è un libro per tutti, in particolare perché non si tratta di un romanzo, di un racconto o una storia con i dettagli che ci si aspetterebbe da un’opera, ma è una sorta di flusso di coscienza a cui la protagonista si abbandona.

Anna ha una vita normale, con un uomo che forse non ama abbastanza, con cui condivide quasi nulla, ma con cui continua a stare come se quella persona la completasse.

Il suo mondo fatto di ordinarietà viene improvvisamente messo a dura prova quando si accorge che il compagno, con cui ha condiviso molti anni, le mente e la tradisce. Nonostante lei non si senta fortemente legata al fidanzato e nonostante non abbia mai dimostrato di essere gelosa, perde la testa giorno dopo giorno cercando di capire cosa stia accadendo al suo rapporto.

Inizia a controllare il compagno, lo segue attraverso un’applicazione di Google spiando i suoi spostamenti, gli controlla le conversazioni private su Facebook, indaga sulle relazioni che lui nega di avere.
Anna diventa una donna isterica, banale, che non ha più voglia di prendersi cura di sé.

La donna diventa così nuda dinanzi agli occhi del lettore e dell’amica a cui è rivolta la lettera. Non è facile capire perché quello che doveva essere un rapporto logorato dal tempo, dall’indifferenza e dall’incapacità di condividere diventa fondamentale e da preservare per Anna.

Lei era consapevole del declino della sua relazione, ma nel momento in cui si accorge di aver perso il suo compagno sprofonda nell’oscurità, come se quella persona fosse ciò che di più caro ha.

Non riesce a lasciarsi andare a ciò che sta accadendo, non lo accetta, non lo tollera e combatte inutilmente una battaglia già persa, nonostante degli sprazzi di lucidità che le fanno capire che direzione stia prendendo la sua esistenza.

“Non si diventa mai quello che si è già stati. E non solo perché è passato del tempo. Separarsi significa diventare una persona nuova. Quella che rimane dopo aver sciolto con il tempo e la pazienza la treccia di un amore finito. Molte cose, ovvio, rimangono impigliate. E ogni volta che te ne accorgi, ogni volta che fai un gesto, usi una parola che era di lui, vostra, rabbrividisci.”

Quello che viene esternato da Anna nel libro La femmina nuda è ciò che ha riguardato e tuttora riguarda molte donne quando si conclude una storia, per questo molte si ritroveranno nella trama, ma non ne condivideranno molti aspetti.

In questo libro sono numerosi e vivi i contrasti che racconta la protagonista, molti dei quali interessanti, poiché riportano la confusione reale che si prova nel momento dell’abbandono.

Sono tanti gli aspetti della storia che mi hanno portato ad analizzare le relazioni e i suoi lati pendenti, a tratti La femmina nuda mi è piaciuto molto, in alcuni passaggi invece l’ho trovato un po’ ripetitivo, ma nel complesso interessante.

Capisco che il libro possa non coinvolgere tutti e lasciare anche perplessi i lettori che pensano di acquistare un romanzo e si trovano dinanzi una lunga lettera piena di umori neri e spesso contrastanti, ma ci sono frasi che conquistano e un certo grado di profondità.

La femmina nuda di Elena Stancanelli spinge sull’acceleratore quando racconta con violenza fatti intimi che andrebbero protetti, fa spesso sbandare quando riporta con crudezza rapporti carnali vissuti con leggerezza, ma ha sicuramente la qualità di essere un libro vero.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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