Recensione Libro La più amata

Citazione “Mi chiamo Teresa Ciabatti, ho quarantaquattro anni, e a ventisei dalla sua morte decido di scoprire chi fosse davvero mio padre. Diventa la mia ossessione. Non ci domo la notte, allontano amici e parenti, mi occupo solo di questo: indagare, ricordare, collegare. A quarantaquattro anni do la colpa a mio padre per quello che sono. Anaffettiva, discontinua, egoista, diffidente, ossessionata dal passato.”
La più amata
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Di cosa parla La più amata di Teresa Ciabatti

La più amata di Teresa Ciabatti è il libro autofiction candidato al Premio Strega 2017 con la casa editrice Mondadori.

Si tratta di un’inchiesta fatta dall’autrice per scoprire la verità sul padre, un uomo difficile da inquadrare, da far rientrare in qualche categoria. Un individuo intangibile che tutti rispettano ma che sembra portare dolore nell’esistenza di chi lo ama.

Lei ha vissuto negli agi, il padre ha costruito un impero e ha regalato alla sua famiglia una piscina enorme come se la ricchezza potesse sanare quelle ferite che imprime giorno dopo giorno sull’anima di chi gli sta intorno.

Lui primario dell’ospedale di Orbetello, ha ai suoi piedi infermieri, colleghi e amici, come se fosse un essere superiore. La figlia ha un’immagine di lui che forse non corrisponde a verità e lo scopre nel tempo, quando decide di andare a fondo nella conoscenza del padre.

La ricerca della realtà che riguarda suo padre diventa un’ossessione per Teresa Ciabatti, che si sente tanto amata da lui, un uomo che nei suoi confronti ha gesti unici che non riserva ad altri.

Lei soffre per quest’immagine sfocata che ha del padre, un uomo che riesce a influenzare la sua vita anche dopo, quando riesce ancora a far considerare Teresa in un modo speciale dagli altri solo perché è sua figlia.

La visione onirica che ha costruito nel tempo sul padre si disintegra dinanzi ai suoi occhi quando da adulta fa i conti con i ricordi più limpidi e la storia che mette insieme indagando su di lui.

Teresa perde la stabilità mentale, ossessionata dal padre e da quello che è stato: scopre che era un massone, che ha avuto rapporti poco chiari con personaggi illustri americani, che ha partecipato al golpe del 1970. Lei crolla e la sua vita va a rotoli. Diventa una donna cinica, arrogante, rabbiosa: piange, prende chili e non sa affrontare la realtà.

La scrittura del libro La più amata diventa forse la sua salvezza, come se un po’ di luce sul foglio le desse la possibilità di guardare per la prima volta davvero e capire di più se stessa attraverso l’immagine del padre potente.

Commento del libro La più amata

La famiglia che racconta Teresa Ciabatti è distrutta, ambigua, sottomessa al volere di un padre che appare, al lettore, tutto e niente in base a quello che lei scrive.

I primi tre capitoli del libro, legati alla figura di quest’uomo che tutto può e ottiene, sembrano fantasiosi e trascinati, poi dal quarto capitolo de La più amata il ritmo si fa più veloce e il padre emerge diversamente da come l’abbiamo conosciuto fino a quel momento.

Nella quarta parte del romanzo, invece, si viene coinvolti nel turbinio oscuro delle emozioni di Teresa Ciabatti che intaccano totalmente il suo equilibrio psicologico.

Il libro diventa reale, crudo, persino sfiancante e a tratti coglie l’attenzione del lettore, ma per il resto non mi ha convinto, né coinvolto. Sicuramente però è uno dei libri più veri che abbia letto, non c’è menzogna in quel che si legge, tutta verità che viene dal petto e dallo stomaco dell’autrice.

Intanto è stato candidato al Premio Strega 2017 e siamo certi riceverà pareri favorevoli dalla critica.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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