“Le Ombre di Whitechapel – Il segreto del sangue immortale” di Claudio Bertolotti: alla ricerca della luce
“Le Ombre di Whitechapel – Il segreto del sangue immortale” di Claudio Bertolotti è il primo volume della saga L’Archivio Blackwood. Si tratta di un romanzo che fonde il genere gotico con il thriller e qualche richiamo all’horror e dei riferimenti all’esoterismo. Il tutto miscelato con grande cura da parte dello scrittore che riesce a creare il giusto pathos per coinvolgere il lettore.
Ambientato a Londra nel 1888, c’è ovviamente grande influenza dei romanzi e degli scrittori inglesi. Un omicidio è stato commesso nel quartiere di Whitechapel, è stato ritrovato un cadavere sfregiato. Questo caso, spaventoso, apre le porte a un’indagine complessa, che catapulta nell’ultraterreno e ha tanti elementi oscuri da demistificare: sì, perché ci sono simboli da decifrare, enigmi che aleggiano sulla storia, qualcosa di intangibile che viene da lontano sporcando di oscurità gli eventi.
A occuparsi del caso sono l’ispettore Edgar Blackwood e il sergente O’Connor che dovranno soppesare il valore di ogni dettaglio e capire cosa c’entrino i simboli arcani che vengono alla luce, i papiri egizi e il ruolo di una setta avvolta dall’oscurità.
Un tocco originale dato al romanzo c’è quando compaiono sulla scena, richiamati da un caso spigoloso, Sherlock Holmes e il fidato Watson.
Con il loro ingresso in scena, il romanzo prende ancora di più la sua forma dualica, perché se da una parte i due apportano il loro contributo razionale per la risoluzione dell’indagine, dall’altra parte il caso appare avvolto dal mistero. Alla concretezza del fatto avvenuto, si contrappone l’incapacità scientifica di spiegare l’accaduto avvolto da un velo di occulto.
Commento libro
Il racconto di Claudio Bertolotti è veloce, pieno di simbolismi e di azione; ci troviamo a vacillare razionalmente dinanzi a ciò che leggiamo. Ciò che colpisce, al di là della trama e della storia macchiata di tensione, sono i personaggi e la loro interiorità.
Il ritmo è incalzante, così come la scrittura, veloce e scorrevole in un libro in cui il male sembra essere l’unico nemico da scovare e sconfiggere.