Recensione Libro “Narcopolis”

Citazione “Era sbagliato non concedergli quel minimo di rispetto che si accorda a una persona adulta, ovvero la possibilità di lasciarsi andare anche disastrosamente, se è ciò che desidera.”
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Di cosa parla “Narcopolis” di Jeel Thayil

“Narcopolis” è il romanzo d’esordio dello scrittore indiano Jeet Thayil. Ambientato a Bombay negli anni Ottanta, racconta di un’India inedita, quella delle droghe. Tutto il romanzo è incentrato sull’esperienza dell’assunzione di droghe, che l’autore stesso dice di aver provato in prima persona e raccontato in questo libro.

“Narcopolis” però non è soltanto un romanzo che parla degli effetti della droga e delle giornate trascorse nei bordelli. La storia, infatti, vuole mostrare l’India da un punto di vista diverso, per porre l’accento sull’arte e gli artisti del paese, sul modo di vivere degli indiani e sull’impegno sociale.

Il personaggio principale attraverso i cui occhi viene raccontata l’India, ci mostra il cambiamento che si ha nel momento in cui vi è il passaggio dall’oppio all’eroina. Dom, il protagonista di “Narcopolis” arriva a Bombay e inizia a frequentare il più famoso bordello della città, quello di Rashid. Qui incontrerà personaggi strani, ambigui, curiosi, tra cui Dimple, un eunuco che prepara le pipe. Un personaggio particolarmente interessante è un serial killer convinto di fare del bene ponendo fine alle sofferenze delle persone.

“Narcopolis” oltre a narrare le vicende di questi personaggi particolari che si immettono sul cammino del protagonista, vuole porci difronte alla realtà di un luogo povero, vittima, come i paesi ricchi, della droga e del sesso, in risposta a problemi sociali molto gravi.

Alla fine del romanzo “Narcopolis” di Jeel Thayil si ha la sensazione di essere stati per le strade di Bombay, accanto ai personaggi di questo libro che inevitabilmente lascia il segno.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it