Non è colpa del karma di Laura Norton: recensione libro

Citazione “Quando lanciai la bomba che volevo fare la piumista, i miei genitori ci rimasero di sasso. Trent'anni e una vita incasinata in un pittoresco quartiere di Madrid.”
Non è colpa del karma
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Trama, recensione e commento del libro Non è colpa del karma

Non è colpa del karma è stato un successo garantivo dopo quello ottenuto in Spagna.

A Laura Norton piace tanto la gente. Adora osservare le persone, ne trae ispirazione per la sua scrittura. Ha popolato di una folla vera il suo romanzo d’esordio, una commedia metropolitana moderna. Diventato bestseller in Spagna nel 2014, 250mila copie vendute col passaparola o poco più.

Nei primi del 2018 è approdato anche in Italia, pubblicato da Corbaccio col titolo Non è colpa del karma(358 pagine 17.90 euro).

In barba allo pseudonimo anglosassone, Laura è una brava scrittrice spagnola, con esperienze nel campo della pubblicità televisiva e nel cinema. È madrilena anche Sara, la simpatica e auto-ironica protagonista, sconclusionata ma non troppo.

Trama del romanzo Non è colpa del karma di Laura Norton

Fin dal liceo, coltiva una certezza: agli uomini piacciono le belle, categoria alla quale ritiene di non appartenere. A 17 anni è rimasta scottata da Aaròn. Sembrava attratto da lei, finché lo ha visto baciare la bellissima Paola e c’è rimasta male di brutto. Col tempo ha superato, convinta che non avrebbe mai avuto più niente a che fare con lui, in futuro.

Invece Lulù, la sorella minore, quella sì ch’è uno schianto. Fa la modella e cambia vertiginosamente ragazzi, uno più figo dell’altro.
Anche Sara ne ha uno, Roberto. Studia architettura, non è tanto espansivo nel mostrare il suo affetto, ma più o meno le cose tra loro vanno, anche a letto, specie perché lei si convince che vanno.

Roberto va a Parigi per un anno, poi due. Difficile fare l’amore via Skype.
C’è almeno una sfida ch’è andata benino nella vita di Sara. Tradendo la laurea in chimica, ha scommesso col padre di riaprire il piccolo atelier della nonna e di riuscire a vendere i prodotti che realizza con le sue mani.

Sono complementi per l’abbigliamento, piccoli capi, foulard, papillon, anche borse, oggetti unici di suo disegno e confezione, con gran spolverio di piume, accessorio fisso del suo mini brand di moda: Sara Escribano.

Di tirare, tira avanti, con qualche difficoltà e tanta fantasia. È andata a vivere da sola in casa della nonna. Il papà ha dovuto ingoiare, con l’aiuto di qualche Martini, su consiglio della mamma. Ma servirà più di un cocktail al pover’uomo, per elaborare la ferale notizia che la figlia più piccola e neanche ventenne dice d’essere impazzita per un giovane e di volerlo sposare.

Seconda parte delle trama

Sara osserva con una punta di distacco le ondulatorie e sussultorie dinamiche familiari. Se Lu vuole fare così, saranno fatti suoi. Non si scandalizza affatto quando in cucina scopre la sorella e quell’uomo. Lei in mutande, lui di spalle, in boxer. La colpiscono di più le tette rotonde e perfette, non troppo grandi né troppo piccole, capaci di sfidare tutte le leggi della gravità, che poi sarebbero una sola, ma le bocce della sorella sono decisamente troppo per una legge sola.

Accanto a Lulù, le spalle larghissime di un ragazzo, alto, atletico, braccia muscolose, certamente bello da perdere la testa, innanzitutto perché quelle spalle possono appartenere solo a un bello e poi perché sta con la sorella.
Il giovane si volta con un sorriso, ma l’espressione cambia e il bicchiere di latte che ha in mano finisce in terra, in sette pezzi (contati al momento di raccoglierli). Anche le presentazioni cadono nell’imbarazzo e non a causa delle mutande: “Aaròn, Sara”. “Sara, Aaròn”.

Le cose stanno così e stanno molto male. Il ragazzo dei suoi sogni da teenager, la sua ossessione adolescenziale, sta per sposare la sorella. Al momento sono seminudi in cucina, ma il progetto di vestire gli abiti da sposi è a buon punto.

Sicché, il fatto che una nemmeno ventenne e un più che trentenne siano in déshabillé a cinque metri dal papà che russa, sognando di opporsi al matrimonio, diventano un problema trascurabile.

Il vero guaio è che nemmeno i brutti tatuaggi sul bel petto di Aaròn riescono a farlo scendere dal piedistallo dal quale domina i modelli maschili che Sara apprezza di più.

Capito come si mettono le cose? Male, appunto, molto male per la stilista di piume e per la famiglia Escribano, col contorno di Aaròn e, se vogliamo, anche di Roberto.

Commento del libro Non è colpa del karma di Laura Norton

Laura Norton è una bella scoperta, con Non è colpa del karma ha scritto un romanzo divertente, pieno di brio e di sorprese, che in certi passaggi ricorda le pochade d’altri tempi, per i personaggi che lo popolano, apparendo all’improvviso.

È una narratrice di classe questa misteriosa spagnola che non rivela molto di sé, ma che ha conquistato il suo Paese per la simpatia riversata nella strepitosa Sara.

Con il cuore tenuto insieme col nastro adesivo, la Escribano è più confusa che mai dal cataclisma Aaròn. Se tutto andrà bene, sarà un disastro, perché Sara è la personificazione della legge di Murphy, per cui se qualcosa può andar male, non potrà che andar male, se non peggio.

Chi glielo dice al padre che quel matrimonio s’ha da fare, se la prima che vorrebbe stopparlo è lei?

Più schizzato di un encefalogramma, più fuori di un vaso di gerani, il romanzo divertentissimo procede tra alti (situazioni imprevedibili e momenti di autentico humour) e bassi (il morale della povera ma strenua ragazza iberica).

Chissà se alla fine dei conti e delle pagine del libro Non è colpa del karma il principe azzurro non arriverà a cavallo a scrivere insieme a lei le parole: lieto fine.

Recensione libro scritta da Massimo Valenti

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Recensione scritta da

Massimo Valenti

Presentazione Massimo Valenti Toscano, imbarcato, velista esperto, lettore onnivoro sebbene appassionato soprattutto di mare e di thriller.

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