Recensione libro “Resto qui” di Marco Balzano

Citazione “Si scattano le foto con il campanile alle spalle (...) come se sotto l'acqua non ci fossero le fondamenta delle nostre case, la piazza dove ci radunavamo.”
Resto qui
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Trama, recensione e commento del libro “Resto qui” di Marco Balzano

“Non sai niente di me, eppure sai tanto perché sei mia figlia. L’odore della pelle, il calore del fiato, i nervi tesi, te li ho dati io. Dunque ti parlerò come a chi mi ha visto dentro.” Inizia così l’ultimo romanzo di Marco Balzano “Resto qui.”

Trama libro “Resto qui”

Trina è stata una maestra elementare molto amata, una moglie innamorata, una madre che forse non sarebbe stata invadente. Di fatto Trina adesso è una donna sola, poco affabile, che decide di raccontare la sua storia o meglio la storia del suo paesino nel Sudtirolo.

La storia che Marco Balzano ha costruito con documenti, ricerche d’archivio e che è ricca di testimonianze. Resto qui è soprattutto un ritratto commovente e coinvolgente di un paese italiano in una valle di confine dove la vita era scandita dai ritmi delle stagioni e la storia sembrava che non sarebbe arrivata.

Eppure nel 1923, Mussolini con le sue leggi è giunto sin lassù e ha cambiato i nomi alle strade e ha imposto l’italiano. Trina, malgrado la comunità parli la propria lingua materna, il tedesco, studia in italiano: vuole diventare una brava maestra, vuole insegnare. Il Fascismo però non chiude le scuole tedesche e sostituisce gli insegnanti sudtirolesi con insegnanti siciliani, romani, napoletani.

Così, alla fine, Trina diventa un’insegnante delle Katakombenschulen, le scuole clandestine aperte nei masi, nei fienili, nelle cantine, per trasmettere ai figli la conoscenza del tedesco. Trina, intanto, conosce un uomo, Erich Hauser. Si sposa, ha due figli, Michael e Marica.

La bambina, quando ha poco più di dieci anni, una notte scompare in circostanze misteriose. Sapremo solo dopo che Marica è scappata in Germania con gli zii, la sorella e il cognato di Erich.

Hitler e Mussolini fanno un accordo: ai sudtirolesi che accettano di lasciare la loro terra, Hitler promette nuove case e Mussolini ne è felice: in questo modo il suo disegno di pulizia etnica dell’Alto Adige si può realizzare. Qualcuno decide di partire. Altri, i Dableiber, di restare.
Trina e suo marito rimangono.

Trama libro seconda parte

Nel frattempo scoppia la guerra e Erich viene arruolato. Un giorno torna ferito e decide di non combattere più. Trina fugge e si nasconde in montagna con il marito disertore. I due si riparano a stento dalla fame e dal gelo con altri fuggiaschi fino alla fine della guerra. Quando credono di aver trovato pace rientrano in paese, l’Italia è una Repubblica, con un Presidente trentino, Alcide De Gasperi, ma la Montecatini ha ripreso la costruzione di un’enorme diga iniziata prima della guerra.

Erich e Trina combattono in prima persona una battaglia impari pur di salvare la loro comunità. Tutto sarà inutile, tutto verrà cancellato in un solo momento, sommerso dall’acqua. Di Curon piccolo paesino nella Val Venosta nel Sudtirolo rimane solo la punta del campanile che emerge ancora oggi dal lago di Resia. Tutti scappano abbandonano il paese e la valle, non Trina.

Testarda, come il paese di confine in cui è cresciuta, scrive un libro testimonianza della sua vita segnata dalla lacerazione della perdita di una figlia e documento della costruzione irresponsabile dell’imponente diga che ha inondato l’intera vallata.

Commento del libro “Resto qui” di Marco Balzano

“Resto qui” è un romanzo civile, scritto con uno stile essenziale, dal forte impatto emotivo che racconta la storia di una donna che con immensa resilienza ha dimostrato il suo attaccamento alla terra natia, alla famiglia e alla vita.

Recensione scritta da Milena Privitera

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Recensione scritta da

Milena Privitera

Presentazione Milena Privitera Leggere è la mia prima passione. Scrivere la seconda.

One Comment on “Recensione libro “Resto qui” di Marco Balzano”

  1. Resto qui è un libro profondo che ha coinvolto anche molti adolescenti. È un libro di intrecci multipli tra la microstoria di Trina con la sua famiglia e la Storia con la maiuscola (la seconda Guerra Mondiale, la dittatura di Mussolini). È un libro che intreccia anche la lingua che si parla con la propria cultura, con l’identità che portiamo nel profondo. Dallo stigma delle parole che usa, del maso in cui vive, dei dolori attraversati, delle montagne attorno al suo paese Trina trae la forza per resistere agli eventi. Insieme a Erich, il marito, conficca radici sempre più profonde nei suoi luoghi. Per loro, per lei che dei due vive più a lungo, “Resto qui” é la scelta della vita, l’apparteneza resiliente al piccolo paese altoatesino di Curon, cuore, polmone e cervello del (suo e loro) mondo.

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