Recensione e trama libro “Salvare i naufraghi” di Alessio Martini

Citazione “Perché in guerra forse si può dare un aiuto, un cauto aiuto, a una persona qualunque, perché si è troppo stanchi di morti e feriti e distruzioni. Perché un marinaio ha il dovere di salvare un naufrago, anche in guerra, anche se il naufrago è un nemico.
Salvare i naufraghi
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“Salvare i naufraghi” di Alessio Martini: un libro attuale e profondo

“Salvare i naufraghi” di Alessio Martini è un romanzo con richiami storici, ma che inserisce al suo interno tanti spunti differenti, su cui riflettere, che si scoprono proseguendo la lettura. Il libro è stato pubblicato nel 2021 dalla casa editrice Nulladie.

Ciò che traspare tra le righe di questo testo è qualcosa che va al di là della storia con cui il lettore impatterà inizialmente. Quello che si sfiora è una vicenda piena di contrasti, anche contraddizioni che riguardano i sentimenti in tempi di guerra.

Ambientato nel 1943, sul fronte russo. Un treno della Regia Marina compie il suo viaggio per un ordine dato dai superiori. Prima di giungere al fronte di Don, la destinazione, c’è un cambio di scenario: l’armata italiana schierata in quel luogo viene annientata e il treno si ferma in una stazione sperduta in attesa che arrivino ordini dall’alto.

Un giorno di gennaio, Ettore Piola, il comandante del treno, incontra una ragazza affascinante e misteriosa. Si chiama Svetlana ed è russa. La sua richiesta fa crollare le certezze dell’uomo: la giovane chiede di salvarla, proprio come se fosse un naufrago in mare, perché un ufficiale non può lasciar morire nessuno. La sua vita è in pericolo e non può essere abbandonata.

“Piola convoca un breve consiglio di guerra. Per prima cosa ricorda come salvare i naufraghi sia un dovere per ogni marinaio e poi rivela ai tre ufficiali che tiene una ragazza nascosta nello scompartimento. Nessuno obietta alcunché, tutti concordano con poche parole sul fatto che la ragazza sia una naufraga, così come sul fatto che la sua presenza debba essere tenuta segreta; dagli sguardi trapela solo un vago senso di ansia, come se il comandante avesse contagiato tutti gli altri.”

Ma cosa bisogna fare? Qual è il confine invalicabile o superabile imposto dalla guerra e dagli schieramenti? Si può salvare chi è nostro nemico? E se sì, da cosa deriva il gesto, da cosa è spinto, da quale sentimento o pensiero?

Commento libro

C’è una descrizione minuziosa di ambienti, personaggi e sensazioni, di giorni d’inferno. Tutto nel libro “Salvare i naufraghi” è ben ponderato e raccontato. Ogni cosa ha una sua collocazione ben precisa. L’autore Alessio Martini riesce a smuovere sensazioni forti, spesso contrastanti, proprio come quelle dei protagonisti.

La normalità viene ribaltata da eventi che lasciano in sospensione, che mettono a dura prova la tenuta della ragione, che graffiano dentro e stancano il fisico. E ciò che viene alla luce, per chi riesce a leggere oltre le parole nette dello scrittore è il ruolo del potere e delle violenze in un gioco al massacro qual è la guerra. Ma anche, fatto non trascurabile, la fragilità delle ideologie che si devono e si possono mettere in dubbio. Non è tutto così giusto ed evidente come appare. Ovunque si insinua l’ambiguità ed è quella che prima di ogni cosa va affrontata.

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Recensione scritta da

Redazione - Recensione Libro.it

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