Recensione Libro “Tre bare bianche”

Citazione "Nel fitto del parco guardai il mio orologio marca Walt Disney e notai che mancavano esattamente tra i due e i dodici minuti all'inizio del telegiornale che avrebbe pronunciato la mia sentenza."
Recensione Libro Tre bare bianche di Antonio Ungar
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Di cosa parla “Tre bare bianche” di Antonio Ungar

Il romanzo “Tre bare bianche” di Antonio Ungar racconta l’ascesa al potere nell’immaginaria Repubblica di Miranda, di un personaggio alquanto improbabile. Il protagonista del libro “Tre bare bianche”, Josè Cantonà, è semplicemente un inetto: una persona che passa le sue giornate sdraiato sul letto a bere alcool e a sottrarsi a qualsiasi attività sociale.

La sua somiglianza con il carismatico leader dell’opposizione Pedro Akira gli basta per sentirsi realizzato. Il protagonista di “Tre bare bianche” vive psicologicamente all’ombra del leader che ha riunito sotto la sua ala tutte le forze dell’opposizione della Repubblica di Miranda e sta per battere il sanguinario Presidente Del Pito.

Pedro Akira rappresenta l’unica speranza per il popolo oppresso della Repubblica di Miranda ed è per questo che quando viene freddato mentre si trova al ristorante, l’opposizione mette in piedi un piano scellerato. Far morire Pedro Akira significa uccidere il sogno di libertà di un intero paese e alcuni membri del Movimento Giallo, il partito guidato dal leader, non vogliono assolutamente permetterlo. Quale modo migliore se non sostituire il defunto Akira con un suo sosia per continuare a sperare?

Così Josè Cantonà, protagonista del libro “Tre bare bianche”, che fino a quel momento aveva identificato nella somiglianza con Akira il raggiungimento di tutti i suoi obiettivi, si trova a sostituire il suo idolo. All’inizio la sua è una semplice sostituzione ma con il passare del tempo l’insignificante protagonista del libro si trasformerà in Pedro Akira, diventando un vero leader dell’opposizione.

Antonio Ungar mette in piedi una storia interessante, condita con amore, violenza e forza ideologica. La Repubblica di Miranda potrebbe rappresentare qualsiasi paese sudamericano vittima del narcotraffico e Pedro Akira è la forza di volontà delle persone che cercano di cambiare lo stato delle cose. Nel romanzo “Tre bare bianche”, tradotto in italiano da Pino Cacucci, Antonio Ungar dimostra che le idee non si uccidono e che chiunque può migliorare il proprio mondo.

L’andamento del romanzo è a volte lento, come spesso accade nella letteratura sudamericana, ma l’ironia dell’autore rende il libro comunque scorrevole e interessante.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it

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