Recensione libro L’assassino sedeva a tavola con noi

Citazione "Il ricordo è vago. La sensazione, no. E' impressa in maniera indelebile in ogni passaggio del mio tortuoso pensare. Si, quella sensazione di penoso smarrimento. La luce che si spense all'improvviso, l'urlo che provenne dalla strada, lo scroscio isterico della pioggia, la follia pronta ad esplodere.”
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Di cosa parla L’assassino sedeva a tavola con noi di Paolo Marati

Il romanzo di Paolo Marati è una velocissima passeggiata in un gruppo di vite prese a caso. I tanti nomi che si leggono ne L’assassino sedeva al tavolo con noi appaiono dal nulla, attraversano per un attimo la storia, e spariscono nella densità della vita quotidiana. La scrittura forte e veloce di Paolo Marati sembra non curarsi troppo del lettore procedendo decisa verso la propria strada, non preoccupandosi quasi mai di fornire maggiori informazioni per far comprendere meglio le situazioni.

Amori che finiscono, rabbie represse, coppie in crisi, giochi di ruolo, partite della Roma. Tutto alla rinfusa, tutto velocemente, tutto apparentemente senza senso. Ognuno procede incurante delle gioie e dei dolori che le proprie scelte causano nella vita degli altri.

La scomparsa della sorella Agata, la morte della signora Anna descritta attraverso il ricordo delle persone che la conoscevano, la storia d’amore a distanza che si riduce grazie alla tecnologia dei cellulari. Storie di vita quotidiana, di pensieri che ci passano di fianco ogni mattina, che si siedono di fronte a noi nell’autobus o al bar sotto casa.

In questo libro però, il meccanismo del giallo appare sfocato e impalpabile. Non c’è un furto, un omicidio o un crimine da risolvere, non ci sono indizi da raccogliere e collegare minuziosamente per catturare il colpevole.
C’è un’affermazione iniziale, un susseguirsi di eventi apparentemente slegati tra loro e raccontati molto bene, ma non c’è un finale che riallacci tutti i personaggi apparsi nel libro.

L’atto “omicida” in L’assassino sedeva a tavola con noi è un qualcosa di più profondo, non materiale. E’ qualcosa che ognuno di noi compie, senza volerlo, senza, a volte, neanche saperlo. L’omicidio del libro pare essere perpetuato ai danni dell’amore, che in ogni storia appare malandato, ridotto male, trattato senza il minimo riguardo.

Paolo Marati riesce a trascinare il lettore fino all’ultima pagina, incuriosendolo sempre più su come potranno mai intrecciarsi quei lampi di vita che squarciano la narrazione. Un libro ben scritto, che ha ritmo e che lascia a bocca asciutta chi pensa di leggere un classico libro poliziesco.

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Recensione scritta da

Davide Gambardella - Recensione Libro.it

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